di Franco Faggiano*
E l’antica amicizia, la gioia di essere cane e di essere uomo tramutata in un solo animale che cammina muovendo sei zampe e una coda intrisa di rugiada. (Pablo Neruda)
Le statistiche parlano chiaro: sempre più famiglie hanno almeno un cane in casa. Questo di per sé è già un dato positivo. Ma, ancor più positivo, è che è ormai appurato che la passeggiata con il proprio cane comporta benefici sia psicologici sia fisici. In buona sostanza, permette al proprietario di fare della sana attività motoria con il fedele amico a quattro zampe. Se poi, questa passeggiata invece che in un parco cittadino viene fatta, ad esempio, in un bosco, i benefici sono ancora maggiori. Bene, come fare per far diventare tutto questo uno sport? Semplice, basta fare dog-trekking. Il passo è breve, e a meno di particolari controindicazioni legate alla salute dell’essere umano e/o dell’animale, può essere praticato da tutti, dai giovanissimi ai meno giovani. Basta scegliere percorsi idonei alle proprie possibilità. Anche il cane, non deve essere necessariamente di razza, né tanto meno addestrato. E anche l’attrezzatura ha caratteristiche minimali. Servono infatti solamente una pettorina e un guinzaglio per il cane, nonché un buon paio di scarponcini leggeri per il conduttore. Chiaro, questa è una base di partenza per un percorso semplice. Diversamente, entriamo più nel tecnico con altra attrezzatura da utilizzare (come ad esempio una bussola, una carta topografica militare, della corda da roccia ecc.).
Vediamo, però, di spiegare alcuni aspetti correlati. Quasi scontato è sottolineare l’importanza dell’intesa che ci deve essere tra l’essere umano e il cane, dove tutto viene sviluppato per gioco, nel piacere reciproco di stare insieme camminando nel verde. Unitamente a questo, è bene considerare anche un equipaggiamento minimo come i sacchetti per i bisogni fisiologici e una ciotola per il cane, nonché l’acqua, fondamentale per entrambi (semmai trasportati con un piccolo zaino). Utili altresì un bastone da trekking per svariati utilizzi (meglio se in legno) e un piccolo kit di primo soccorso. Ovviamente, si può praticare anche in gruppo, purché ci sia soprattutto compatibilità caratteriale tra i cani. Infine, sarebbe bene anche avere una copertura assicurativa di responsabilità civile per eventuali danni provocati dai nostri amici pelosi (aspetto da considerare anche durante le normali passeggiate urbane) ed una museruola qualora richiesta e necessaria.
Ma dove possiamo praticarlo? Varie zone della Puglia (Gargano, Murgia, Valle d’Itria, Salento) e della Basilicata (Parco Nazionale del Pollino e Dolomiti lucane) hanno le giuste caratteristiche e offrono percorsi adatti sia per semplici passeggiate sia per itinerari più impegnativi. Però, parlare di un territorio così vasto in questo articolo diventa complicato. Quindi, mi limiterò al territorio ostunese dove esco sempre in escursione e che è perfetto per la pratica del dog-trekking.
Dal Parco Archeologico di Santa Maria D’agnano, passando dal Santuario di S.Oronzo ed oltre, troviamo sentieri impervi ed ameni, con flora rigogliosa e variegata soprattutto in primavera, data da boscaglia e macchia mediterranea. La possibilità, poi, di incontrare fauna autoctona come volpi, volatili, rettili ecc., offre all’escursionista momenti indimenticabili di osservazione e fotografia naturalistica. Tuttavia, anche la costa marina offre degli itinerari interessanti, soprattutto nel Parco Regionale Dune Costiere, purché effettuati in periodi non estivi e, chiaramente, dove non sono presenti divieti di accesso a persone e cani. Ostuni, con il suo vasto territorio, non può e non deve essere considerata solo la splendida località turistica conosciuta come la “Città bianca”, con il suo magnifico centro storico intriso di storia e il mare incontaminato, ma è anche molto altro se si decide di scoprirlo ed apprezzarlo.
È palese, inoltre, che la pratica di questa attività outdoor deve essere espletata nel totale rispetto dell’ambiente e nella sua tutela e salvaguardia, e che tutti noi abbiamo il dovere di mettere in atto. Detto questo, che ovviamente non ha carattere esaustivo e ha esclusivamente l’intento di fornire ai lettori un sintetico contributo divulgativo, non resta che cimentarsi, dapprima con brevi escursioni, fino a passare a percorsi più complessi, sempre però consapevoli dei nostri limiti e, soprattutto, di quelli del nostro cane. Con il tempo, diventerà un momento al quale non saprete più rinunciare, assaporando giorno dopo giorno che il rapporto con il vostro compagno di avventure sarà sempre più intenso. E il sacrificio per gli spostamenti e gli sforzi profusi nell’attività, saranno abbondantemente ripagati dal benessere che ne ricaverete. Provare per credere!
- Franco Faggiano, pratica il dog-trekking fin dal 1990 e si può considerare tra i pionieri di questa disciplina. È membro e guida di dog-trekking (già nel 1992) dell’Associazione Italiana Dog Trekking, pack leader di Wolf pack e volontario della Protezione Civile in seno alla O. di. V. T.E.R.A. Ostuni (https://teraostuni.blogspot.com/p/rilevamento-danni-ambientali.html ).
Blog: https://wolfpack-adventureproject.blogspot.com/ | https://wolfintothewild.blogspot.com/
Nota: si precisa che l’Associazione Italiana Dog Trekking è proprietaria del marchio “dog trekking