di Vittorio Bilardi
Dall’1 al 6 agosto 2023 si svolgerà a Lisbona, in Portogallo, la XXXVIII Giornata Mondiale della Gioventù .
Inizialmente prevista per il 2022, come aveva annunciato papa Francesco il 27 gennaio 2019 a Panama, è stata spostata all’A.D. 2023 a causa dell’emergenza coronavirus.
In occasione del forum internazionale dei giovani, papa Francesco ha annunciato che il tema della GMG sarà “Maria si alzò e andò in fretta”, tratto dal vangelo di Luca, cap. 1,39.
Il Papa ha sottolineato l’importanza di mettersi in cammino in un percorso di discernimento, ponendo l’attenzione sul fatto di essere sempre pronti ma mai ansiosi.
Un incontro con i giovani, provenienti da tutto il mondo.
Questi raduni di “popolo giovanile”, sono gradualmente diventati eventi molto importanti non solo nella vita della Chiesa Cattolica universale ma anche nelle chiese particolari. L’istituzione delle Giornate Mondiali della Gioventù nella Chiesa è stata indiscutibilmente una delle grandi scelte profetiche di San Giovanni Paolo II.
Egli ha dato così il via a un’avventura spirituale che in questi vent’anni e più, ha coinvolto milioni di giovani di tutti i continenti.
Quanti cambiamenti di vita ne sono seguiti!
Quali importanti scoperte per la vita dei giovani!
La scoperta di Cristo: Via, Verità e Vita; la scoperta della Chiesa come madre e maestra che sostiene nel cammino dell’esistenza; la scoperta del Successore di Pietro come guida sicura e amico di cui fidarsi.
Per tanti giovani la GMG è diventata una specie di “laboratorio della fede”, come amava definirla papa Wojtyla, il luogo della riscoperta di una religiosità che non è in contrasto con l’essere giovani e moderni.
Quante vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa!
C’è chi afferma che nel mondo dei giovani è in atto una “rivoluzione silenziosa”, il cui potente motore propulsore sono proprio le GMG.
È grazie alle GMG che la Chiesa alle soglie del nuovo millennio ha ritrovato il suo volto giovane, il volto dell’entusiasmo e di un coraggio rinnovato.
La storia delle GMG è la storia affascinante della nascita di una nuova generazione di giovani, che molti chiamano la “generazione di Giovanni Paolo II”.
Si tratta dei giovani del “sì” a Cristo e dell’adesione convinta alla Chiesa e al Successore di Pietro.
Papa Wojtyla li chiamava “sentinelle del mattino” (Roma 2000), “popolo delle beatitudini” (Toronto 2002).
C’è una domanda diffusa che affiora a ogni nuova edizione della GMG: la domanda su quale sia il “segreto” di questo sorprendente fenomeno che ha rivelato al mondo una faccia del tutto inaspettata, non solo della Chiesa ma degli stessi giovani di oggi.
Le GMG sono un dono che continua a suscitare stupore all’interno della Chiesa e fuori di essa.
Sono la fotografia di una gioventù molto diversa dal clichè diffuso dai media, di una gioventù assetata di valori e alla ricerca del senso più profondo della vita.
Lasciatisi alle spalle ideologie di vario conio e falsi maestri che propinano miraggi di una felicità in svendita, questi giovani cercano una risposta alle fondamentali domande sulla vita, e la cercano in Cristo e nella Chiesa.
Grazie al carisma di papa Wojtyla, negli ultimi vent’anni le GMG sono diventate un potente strumento di evangelizzazione del mondo dei giovani e di dialogo con le giovani generazioni perché, come egli ha scritto, “la Chiesa ha tante cose da dire ai giovani e i giovani hanno tante cose da dire alla Chiesa”.
Ogni Gmg è una grande festa della fede giovane, l’epifania di una Chiesa che non invecchia, che è sempre giovane, perché Cristo è sempre giovane e sempre giovane è il suo Vangelo.
Il progetto pastorale fondante della GMG, però, non riguarda soltanto i giovani, ma tutto il popolo di Dio che ha costantemente bisogno di essere stimolato e rinvigorito dall’entusiasmo e dallo slancio della loro giovane fede.
Le GMG, preziosa eredità spirituale di san Giovanni Paolo II, rappresentano un dono provvidenziale dello Spirito alla Chiesa del nostro tempo.
Concludendo, l’eredità delle GMG, constata nella radicalità del Vangelo, della chiamata di Gesù Cristo che sta nel “servire: essere al servizio, non fermarsi, andare oltre sempre, dimenticandosi di se stessi”.
Non basta professarsi cristiani a parole, bisogna capire che ci si avvicina alla vera essenza della vita di Gesù chinandosi sulle sofferenze altrui, aiutando, mettendo a disposizione qualunque talento si possieda.
Questo atteggiamento è tanto più dirompente e forte se lo si fa proprio fin da giovani, scuotendosi da luoghi comuni e da stili di vita “alla moda” che spesso vengono proposti come vincenti.
I giovani non sono il futuro ma il presente della Chiesa, corresponsabili del cambiamento.
foto chiesa di Milano