Francesco nel cuore del Parco Tejo parla a braccio e chiede ai giovani, quasi un milione e mezzo, di camminare con costanza e senza paura, di rialzarsi dopo le cadute e di porgere la mano a chi arranca.
La Gmg dice papa Begoglio è «un evento di grazia che risveglia, allarga l’orizzonte, rafforza le aspirazioni del cuore, aiuta a sognare, a guardare oltre». Questa sera, nella Veglia della Gmg di Lisbona, sicuramente un milione e mezzo di giovani ha potuto verificarlo. Qui, nel cuore del Parco Tejo, lo spazio di 90 ettari così ribattezzato dagli organizzatori per gli atti conclusivi della Giornata mondiale in terra portoghese (domenica mattina alle 9 locali, corrispondenti alle 10 in Italia, la Messa di chiusura, presieduta dal Papa) gli orizzonti sono davvero ampi.
E con Bernanos, al termine di una settimana che sicuramente i partecipanti non dimenticheranno, si potrebbe dire che tutto è grazia. È grazia il bellissimo panorama del Parco, situato proprio sotto al lungo Ponte Vasco da Gama che attraversa il fiume Tago e collega Montijo e Sacavém. È grazia la gioia multicolore dei gruppi di giovani, che fin dal mattino si sono messi in marcia per arrivare fin qui. È grazia la musica e l’animazione che li hanno accompagnati lungo tutto il pomeriggio, fino al momento dell’arrivo del Papa, intorno alle 20,45, ora locale. E sono grazia, soprattutto, le sue parole, pronunciate quasi del tutto a braccio in spagnolo.
Francesco ha invitato i giovani a coltivare le radici dell’allegria, perché, ha detto, «l’allegria è missionaria». Quindi, li ha spronati a «camminare con costanza, ad allenarsi per questo cammino e a rialzarsi dopo eventuali cadute». Quando si sale, ha aggiunto, «ciò che importa non è cadere ma non restare caduti». Bisogna rialzarsi o farsi aiutare. «E l’unica volta in cui è lecito guardare una persona dall’alto in basso è per aiutarla a rialzarsi». Infine, ha sottolineato: «Nella vita niente è gratis, tranne l’amore di Cristo. E allora camminiamo nel suo amore con speranza e senza paura». Tutto era stato predisposto per arrivare a questo momento.
Il tema mariano, il cammino fatto, i discorsi del Papa in questi giorni benedetti, il suo invito per una Chiesa aperta a tutti, l’appello a sporcarsi le mani per i poveri, i prediletti di Dio, mettendo da parte una vita che assomiglia all’acqua distillata. Invece, il Papa raccomanda una vita per il Signore e i fratelli, all’insegna della gratuità. Una vita campo di grazia, appunto, come si può vedere fin dal pomeriggio, quando in un silenzio di preghiera la croce delle Gmg, portata a spalle da una quindicina di giovani, attraversa i viali tra un settore e l’altro. Un momento davvero intenso. Lo testimonia poi lo stesso svolgimento della veglia, che inizia con una preghiera attraverso l’arte, scandita da tre momenti: incontro, alzarsi e partire. Per ogni momento poi una testimonianza.
Quella di don Antonio Ribeiro de Matos, 33 anni, portoghese, ad esempio. È la storia di un’esistenza qualunque, senza senso, fino a un incidente stradale in cui, confida «avrei potuto morire». Di qui la revisione di vita. E la grazia che irrompe, con la chiamata a diventare sacerdote. Ma non è una vocazione facile, perché don Antonio entra ed esce dal seminario, finché – proprio dopo la Gmg di Panama nel 2019, compie la sua scelta definitiva, per essere ordinato due anni dopo. «Cristo non aveva chiuso con me, come non desiste con nessuno», commenta. La testimonianza dell’«alzati» è invece di Marta Luis, 18 anni, del Mozambico.
La sua è una storia di grande sofferenza, perché più volte il suo villaggio è stato attaccato dai terroristi e lei con la sua famiglia è stata costretta a rifugiarsi nella foresta, spesso senza cibo né acqua. Fino a doversi spostare a casa di parenti in una regione diversa. «Ma in nessun momento abbiamo perso la fede – dice -. Abbiamo pregato tanto e c’è la speranza che un giorno ricostruiremo la nostra vita». Tutto è grazia. Anche il partire di fretta, sull’esempio di Maria per aiutare chi è nel bisogno. Proprio papa Francesco, in mattinata a Fatima aveva ricordato, che la Madonna è «Nostra Signora che va in fretta» e sempre segnala a Gesù le nostre necessità.
Ora i ragazzi, dopo aver ascoltato la “catechesi” mariana del Pontefice, con Gesù si trovano a tu per tu nell’adorazione eucaristica, che costituisce il punto di approdo della veglia. Anche i più lontani dal palco di 3.250 metri quadrati. Tutti, nel silenzio della notte calata sul “Campo di Grazia”, possono parlare con Lui nel segreto del loro cuore. Perché davvero tutto è grazia nelle Gmg.
Marcario Giacomo
Editorialista de Il Corriere Nazionale
foto agenzia Agen Sir