Principale Estero L’Iraq blocca l’app di Telegram per preservare la “sicurezza nazionale”

L’Iraq blocca l’app di Telegram per preservare la “sicurezza nazionale”

Il ministero delle telecomunicazioni iracheno ha dichiarato di aver bloccato l’app di messaggistica Telegram per motivi di sicurezza nazionale e per preservare i dati personali degli utenti. La decisione nasce dalle preoccupazioni per la cattiva gestione dei dati personali e potenziali rischi per l’apparato di sicurezza del Paese. La misura ha attirato critiche sui canali vicini alle fazioni filo-iraniane. Telegram un’app di messaggistica ampiamente utilizzata nota per la sua enfasi sulla privacy e la crittografia, ha guadagnato un’immensa popolarità tra gli iracheni non solo come strumento di comunicazione ma anche come fonte di notizie e condivisione di contenuti. Con la sua interfaccia user-friendly e le robuste funzionalità di crittografia, è diventato una parte essenziale del panorama digitale per molti iracheni, facilitando la comunicazione in un paese con un ambiente socio-politico complesso. Telegram è stato precedentemente bloccato in diversi paesi tra cui Azerbaigian, Cina e Cuba. Nell’aprile di quest’anno, il Brasile ha ordinato una sospensione temporanea dell’app di messaggistica fino a quando la società non ha ottemperato all’ordine di condividere informazioni sui gruppi estremisti e neonazisti che utilizzano la piattaforma.

L’Iraq blocca l’app di Telegram per preservare la “sicurezza nazionale”

Telegram è ampiamente utilizzato in Iraq, anche da gruppi di milizie sostenute dall’Iran collegate a gruppi politici in parlamento. Alcuni canali contengono grandi quantità di dati personali inclusi nomi, indirizzi e legami familiari degli iracheni. Gli esperti affermano che l’app è stata fondamentale per consentire ad alcuni gruppi paramilitari di pubblicizzare i loro attacchi, anche alle basi militari che ospitano le truppe della coalizione che combattono i resti dell’ISIS. Tra il marzo 2020 e il 2021 sono emersi quasi due dozzine di canali Telegram, di cui oltre il 75% erano affiliati alle milizie, secondo il Carnegie Endowment for International Peace. Il canale Telegram Sabereen news è affiliato a gruppi sostenuti dall’Iran ed è una delle principali fonti di informazioni sull’attività delle milizie nel paese. Ha regolarmente pubblicato notizie di attacchi della milizia, inclusi razzi lanciati contro le basi della coalizione e l’ambasciata degli Stati Uniti in seguito all’assassinio statunitense del generale iraniano Qassem Suleimani a Baghdad tre anni fa. Tuttavia, l‘app di messaggistica istantanea crittografata è anche ampiamente utilizzata da politici e ministeri governativi ufficiali in tutta la regione. Le organizzazioni terroristiche usano anche Telegram per trasmettere annunci a grandi gruppi contemporaneamente. Questa settimana, l’ISIS ha confermato tramite l’app la morte del suo leader Abu Hussein Al Husseini Al Quraishi. L’anno scorso, un seguace dell’ISIS è stato condannato a più di otto anni di carcere da un tribunale di Londra per aver condiviso propaganda terroristica sull’app.

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