L’umanità è stata rimandata in storia
di Giovanni Lonoce
Il 6 agosto 1945 fu sganciata la prima bomba atomica, di matrice americana, a guerra praticamente conclusa. Un’azione “giustificata” dall’attacco a sorpresa giapponese alla base di pear harbor e dalla loro estrema perseveranza militare.
Un atto di prepotenza americano, teso a sottolineare il suo predominio tecnologico oltre a quello bellico; è proprio su questa direzione che gli USA pongono l’allunaggio come uno dei principali obiettivi, durante la Guerra Fredda.
È forse da tale attacco che inizia effettivamente il periodo di tensione per eccellenza, dato il rifiuto ideologico russo verso questa sottomissione.
A distanza di più di 70 anni, il dibattito politico riprende quindi argomenti che si credevano consegnati alla storia: la questione nucleare, visti i continui confronti poco pacifici, seppur verbali, tra gli stati occidentali quelli orientali; i confini Nato, in continua evoluzione, andando a sfiorare gli stati satellite dell’ex URSS e, non per ultima, l’influenza europea in Africa, definitivamente rigettata, la cui conseguenza è una visuale posta sempre più a oriente dagli stati afro.
L’uomo è stato nuovamente impreparato circa il suo turbolente passato, forse ci si poteva aspettare questo nuovo ciclo: è la “Belle Époque” (1871–1914) che ci ricorda le conseguenze di una sfrenata corsa agli armamenti, svegliandoci dall’idilliaca idea che essa possa non avere fine bellico.
L’umanità è stata rimandata in storia, nuovamente, al prossimo evento periodizzante.
Redazione Corriere di Puglia e Lucania