Il Ghost Hunting è una ricerca o una moda?
Per quanti non avessero mai sentito questo termine, di origine statunitense, il Ghost Hunting è quella branca della ricerca parapsicologica che ha l’obiettivo di studiare tutti quei fenomeni definiti volgarmente paranormali, letteralmente si traduce con “cacciare fantasmi”, mentre i ricercatori (ghost hunters) sarebbero i cacciatori di fantasmi.
Anche in Puglia operano diversi gruppi di ghost hunters che, tra castelli infestati e masserie abbandonate pubblicano decine di video dei resoconti delle loro ricerche.
Mario Contino: tra i massimi esperti italiani sul paranormale
Per poter venire a capo di questo enigma ed entrare nel misterioso mondo del paranormale, abbiamo chiesto consiglio a Mario Contino, considerato tra i massimi esperti nazionali del settore, oltretutto autore di numerose pubblicazioni librarie di successo e noto come “lo scrittore del mistero”.
Contino risiede attualmente a Monopoli (BA) una delle città più belle a affascinanti della Puglia, oltretutto sede di una tra le più coinvolgenti leggende aventi come protagonista il famoso “fantasma del castello”.
Contino, lei è un ghost hunter o un ricercatore?
Personalmente mi definisco ricercatore, non perché mi faccia ribrezzo il termine ghost hunter ma perché al giorno d’oggi rappresenta quasi sempre un insieme di gruppi che non fanno ricerca.
Si spieghi meglio, cosa significa fare ricerca?
Fare ricerca significa partire dal presupposto che non si hanno certezze sui fenomeni che si intende rilevare, quindi definirli in partenza come conseguenze dell’azione di un fantasma è sbagliato in principio, anzi, è addirittura limitativo poiché esclude di fatto tutta una serie di altre possibilità altrettanto affascinanti.
Quindi lei è scettico?
Se intende dire che non credo ai fantasmi no, non sono scettico, io credo fermamente nell’esistenza di fenomeni che volgarmente vengono definiti fantasmi o comunque paranormali, solo che il mio scopo è quello di documentare uno di questi possibili eventi tramite una ricerca che possa definirsi, se non scientifica, almeno razionale e valida, cosa che purtroppo molti non fanno.
Allora cosa fanno la maggior parte dei ghost hunters ai quali fa riferimento?
Giocano con il paranormale un po’ come nel 1800 si giocava con l’occulto, infatti in quegli anni il mercato dell’occulto fioriva. Allo stesso modo di quei mercanti, che si arricchivano vendendo oggetti mistici, oggi molti ghost hunters perseguono l’unico scopo di ottenere visibilità, followers e quindi guadagno diretto o indiretto. In poche parole non sono ricercatori ma creators.
Ma i loro video sono affascinanti.
Ed è giusto che lo siano, il loro scopo è quello di intrattenere principalmente.
Quanti libri ha pubblicato fino ad oggi?
Sono autore di 14 pubblicazioni librarie, oltretutto scrivo per molte riviste di settore come “Mistero magazine” o la rivista “Sirio”, entrambe di rilevanza nazionale.
Lei ha mai ottenuto foto, video o audio che potrebbe definire come prova di attività paranormale?
Si certo ho molto materiale in archivio ma pochissimo di questo è pubblicato su libri, giornali o sul mio sito web (www.mariocontino.it), proprio perché il mio obiettivo è la comprensione del fenomeno e prima ancora quello di ottenere una prova incontestabile dell’effettiva esistenza dello stesso, prova che ancora non posseggo.
Grazie al ricercatore Mario Contino abbiamo quindi capito che il ghost hunting può anche essere una ricerca ma a patto che sia svolto con cognizione di causa, condizione che il più delle volte non si realizza, come lo stesso Contino ha dichiarato.