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Tra le onde della memoria: la caduta di mio prozio Giuseppe e il coraggio di mio nonno Giobatta

Riceviamo dal nostro amico Antonio Rossello, scrittore, un testo, che di seguito pubblichiamo. Le vicende della I GM portarono il nonno Giobatta nella nostra regione, da cui salpò destinato al fronte macedone. Contratta la malaria a Salonicco, fu rimpatriato con una nave ospedale per l’isolamento e la quarantena a Gioia del Colle. Dopodiché, fu altrove destinato a combattere.

Nel ricordo di mio prozio Giuseppe Siri, caduto senza degna sepoltura durante la Seconda Guerra Mondiale, e di mio nonno Giobatta Rossello, che compì un gesto di esasperazione verso il regime fascista, rifletto sulle influenze della morte e della lotta sulla nostra famiglia.

Nel Cimitero di Ellera (SV), nell’aiuola dedicata ai Caduti della Seconda Guerra Mondiale, una piccola lapide testimonia il nome del Soldato Giuseppe Siri, un Caduto senza Croce, disperso in mare il 19 aprile 1943. Fratello della mia nonna paterna, Rosa Siri, e cognato di mio nonno paterno, Rossello Giobatta, Giuseppe Siri è stato il mio prozio, una figura legata indissolubilmente alle vicissitudini della guerra.

Le ricerche sulla sua scomparsa mi hanno portato a scoprire le circostanze dell’affondamento del Francesco Crispi, un mercantile riadattato per il trasporto di truppe, colpito da tre siluri del sommergibile britannico HMS Saracen. Questo tragico evento ha portato alla morte di 943 militari del Regio Esercito, tra cui 534 granatieri e 409 militi di altre armi. Giuseppe Siri è stato uno dei Caduti di quella giornata, uno dei nomi incisi nella memoria del Monumento ai Caduti di Ellera. Tra i diversi articoli pubblicati in rete al riguardo, uno in particolare mi pare significativo (Gay).

In quegli anni, le navi riadattate per il trasporto delle truppe erano spesso utilizzate durante il conflitto. Il Francesco Crispi, originariamente un piroscafo postale degli anni Venti, è diventato un triste simbolo di quella guerra e delle perdite che ha causato.

Giuseppe Siri non era soltanto un soldato: era anche un marito e un padre di due figli in tenera età. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto nel cuore della sua famiglia, e la vedova ha dovuto affrontare enormi difficoltà nel far fronte alla sua assenza. Questo dolore è stato condiviso da parenti e fratelli, contribuendo a rendere ancora più drammatici gli effetti di una guerra ingiusta che aveva già arrecato sofferenze e privazioni alla famiglia a causa dei bombardamenti e delle limitazioni.

Questo dolore, insieme alla morte di Giuseppe Siri e alle esperienze già vissute durante la guerra, ha probabilmente contribuito all’esasperazione che ha spinto mio nonno, Rossello Giobatta, a compiere un gesto di dissacrazione contro il regime fascista. L’abbattimento del Fascio Littorio il 25 luglio 1943 a Savona è un atto che ha segnato la storia della nostra famiglia e della città stessa. Ho recentemente dedicato un mio articolo alle circostanze (Rossello, 2023).

In quella giornata di gioia popolare per la destituzione di Benito Mussolini, mio nonno ha espresso il suo profondo dissenso e la sua avversione al fascismo. Questo gesto coraggioso e ribelle, intrapreso in un clima di euforia e speranza, riflette la sua fede antifascista e la sua determinazione nel cercare una via diversa per il nostro paese.

Il ricordo di mio nonno, dei suoi valori e della sua lotta per la libertà, è diventato un faro guida nella mia vita. Sono orgoglioso di seguire le sue orme, di servire la mia patria come lui ha fatto, anche se in modo diverso. Il suo esempio mi insegna che la lotta per la giustizia, la libertà e i diritti umani è un impegno costante che non conosce confini di tempo.

Guardando indietro a quei momenti cruciali della storia della mia famiglia e della mia città, riconosco l’importanza di preservare la memoria di quegli eventi. Il ricordo delle sfide affrontate dai miei antenati diventa un faro di guida per il presente e il futuro. La nostra storia è intrecciata con la lotta per la libertà, e la comprensione di quel passato ci aiuta a costruire un mondo migliore.

Oggi, a ottant’anni di distanza da quei momenti, riaffermo il valore dei gesti di resistenza e dei sacrifici fatti dai miei predecessori. Il loro coraggio ci ispira a difendere sempre i valori fondamentali dell’umanità, a lottare contro l’ingiustizia e a perseguire la pace. La memoria di Giuseppe Siri, dei Caduti della guerra e dell’azione di mio nonno vive attraverso di me, guidandomi nel cammino verso un futuro di speranza e libertà.

Bibliografia:

Gay, G. (s.d.). L’AFFONDAMENTO DEL FRANCESCO CRISPI. Tratto da /www.azionemare.org: https://www.azionemare.org/crispi-saracen.php

Rossello, A. (2023, marzo 26). Savona, 25 luglio 1943. Mio nonno Gio Batta Rossello ed altro. Tratto da Il Corriere Nazionale: https://www.corrierenazionale.net/2023/03/26/savona-25-luglio-1943-mio-nonno-gio-batta-rossello-ed-altro/

Foto: Antonio Rossello

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