Poco dopo aver agitato il mondo degli affari con una tassa sugli extraprofitti delle banche, annunciata nella più grande confusione e modificata due volte in 24 ore, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, di fronte a un pubblico scettico di investitori, imprenditori e altri partecipanti, ha utilizzato un discorso programmatico all’annuale Forum Ambrosetti a Cernobbio, in difesa della controversa tassa sulle banche annunciata in agosto. “Può darsi che la tassa sia inadeguata, sicuramente migliorabile… ma non accetto che sia considerata una tassa ingiusta”, ha dichiarato il Ministro. Il prestigioso think tank, che ogni anno invita sulle sponde del Lago di Como l’élite dell’industria italiana e degli investitori internazionali, non ha usato mezzi termini per criticare un provvedimento che ha fatto precipitare i prezzi delle azioni bancarie.
Forum Ambrosetti. Il Capitalismo schiaffeggiato da Giorgetti
Il Forum Ambrosetti ha fornito una piattaforma di discussione sulle sfide economiche e sulle decisioni politiche dell’Italia. La tassa sugli extraprofitti delle banche, insieme alle domande sulla prospettiva economica del paese, sono state oggetto di un intenso dibattito tra investitori e politici. La tassa, introdotta come parte della strategia economica del governo, ha generato reazioni contrastanti e preoccupazioni circa il suo impatto sul settore bancario. Il governo italiano tuttavia, prevede di utilizzare quei proventi per sostenere i mutui e tagliare le tasse, in un momento in cui l’aumento dei tassi di interesse ha esercitato ulteriore pressione sulle famiglie. La decisione, che secondo gli analisti potrebbe costringere le banche a donare collettivamente fino a 4,9 miliardi di euro, ha inferto un duro colpo a sorpresa agli Istituti bancari del Paese. Il Ministro Giorgetti afferma che: “La tassa può essere migliorata. È giusto; lo Stato dà e lo Stato riprende”. E poi: “Il problema resta l’offerta, la sua ricostruzione per via di intenti pubblici sani e decisioni private efficienti. La nostra capacità produttiva deve aumentare e occorre accrescere la produttività. Ma se insistiamo a far fare allo Stato la parte del Re Sole che distribuisce prebende, non andiamo lontani”.
Incertezza economica
Il discorso di Giancarlo Giorgetti ha attirato una notevole attenzione da parte degli investitori che cercano chiarezza su come l’Italia intende finanziare il prossimo bilancio in un contesto di deterioramento delle prospettive economiche. A peggiorare le cose, l’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha annunciato che il calo del prodotto interno lordo (PIL) nel secondo trimestre ha raggiunto lo 0,4% invece dello 0,3% inizialmente previsto. La performance dell’economia italiana è quindi nettamente inferiore alla crescita dello 0,3% registrata in media dalla zona euro tra aprile e giugno. Gli investimenti sono diminuiti dell’1,8% rispetto al primo trimestre. I consumi delle famiglie sono rimasti stagnanti, mentre la spesa della pubblica amministrazione è diminuita dell’1,6%. Anche il commercio estero ha mostrato segnali di debolezza. L’Italia soffre il contraccolpo della Germania, suo principale partner commerciale, che solo nel secondo trimestre è riuscita a uscire dalla recessione invernale con una stagnazione del PIL. Il calo del Pil italiano “è chiaramente preoccupante, è il riflesso di una persistente mancanza di produttività, in un momento in cui il debito pubblico è gigantesco”. Un clima economico, al punto da far temere alcuni analisti a una recessione in Italia quest’anno.
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