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Aeroporto di Crotone: quando la svolta genera polemica

di Mario Franzin

Crotone si sa, è una città del Sud Italia con particolari problemi accentuati da vari fattori: dispersione scolastica, infrastrutture pressoché inesistenti, riconversione industriale mai avviata totalmente, e tanto altro. Una terra, assieme alla Calabria, quasi totalmente dimenticata dalla politica che, per anni, ha letteralmente mangiato sulle spalle dei cittadini creando disagio sociale e continue divisioni; alimentando, di fatto, la cultura del “io so tutto e tu non sai niente”, una rivisitazione in chiave ancora più saccente del più famoso:” Io sono io e voi non siete un…” di Totò memoria. Se, da un lato, quest’aspetto avrebbe potuto generare un sano dibattito all’interno della società crotonese, cercando di elevare lo spessore degli argomenti trattati, si è trasformato nel più classico boomerang, avviando a un decadimento dell’agone oratorio di tutta la popolazione; fatta salva una sparuta porzione di cittadini.

Nel mare magnum di punti di vista discordanti, ve n’è uno che ha raggiunto dei picchi incredibili di assurdità: la presunta conoscenza del modello perfetto di aeromobile su cui viaggiare.
Crotone è una città ricca di cultura e, negli anni ’70, assieme allo splendore delle industrie metallurgiche, è salita agli onori della cronaca per essere un avamposto dell’allora compagnia Itavia, che scelse proprio l’Aeroporto di Crotone, Sant’Anna, come propria base (il proprietario della compagnia intitolò anche un resort alla propria moglie, Tiziana, da qui la nascita del “Costa Tiziana Hotel&Resort che è stato aperto sino al 2012, ma che ora è di proprietà del patron del Crotone Calcio, dopo tre aste andate deserte, ndr). Collegamenti in ogni parte d’Italia che generavano introiti economici nella città che fu di Pitagora paragonabili a quelli di Roma, in termini di mobilitazione di passeggeri, ma la strage di Ustica del 1980 cambiò tutto quanto: la compagnia dovette chiudere battenti e l’aeroporto ne seguì infaustamente le tracce.

Proprio in questi giorni si è ritornato a parlare di quel tremendo episodio della storia italiana contemporanea e, assieme ai parenti delle vittime, coloro che dovrebbero richiedere verità in modo accorato sono proprio i cittadini di Crotone che videro spezzarsi il sogno di una città finalmente europea. Al di là di qualunque considerazione, da quella data l’infrastruttura posta a dodici chilometri dal centro, si avviò non solo al declino, ma a una storia travagliata fatta di società per azioni che ne hanno decretato aperture mirabolanti, ma anche chiusure talmente repentine da gridare al danno erariale e all’associazione per delinquere (alcuni ex dirigenti sono ancora a processo per tali accuse, ndr). Si arriva ai giorni nostri quando la Regione Calabria, visti i continui fallimenti delle società di gestione degli aeroporti di Crotone e di Reggio, decide di accentrare la gestione delle infrastrutture a una controllata in house: la SACAL (Società Aeroporti Calabria) con l’obiettivo di razionalizzare le spese folli delle direzioni precedenti e creare collegamenti integrati ognuno secondo le conformazioni geografiche dei territori. Su Crotone decide di investire Ryanair, la compagnia low cost più famosa, che crea i collegamenti bisettimanali con Bologna, Treviso e Bergamo Orio al Serio.

L’aeroporto incrementa del quasi il 200% il traffico passeggeri rispetto al passato, ma con un grande problema: gli oneri di servizio in merito alla torre di controllo che, se si butta un occhio ai bilanci dell’infrastruttura e al costo degli stessi non si può non evincere la totale mancanza di visione di sistema: solo 100.000€, infatti, basterebbero per attivarla con il sistema ILS che consentirebbe ai voli di atterrare anche in condizioni meteo avverse (senza dover fare 10 volte giri su se stessi, oppure dirottare su Lamezia, nei casi migliori, o Brindisi in quelli peggiori con l’attivazione di navette autobus sostitutivi per l’arrivo a destinazione incrementando disagi nei viaggiatori, ndr). Qualcosa si è mosso nell’ultimo anno, quando, di concerto Amministrazione Comunale di Crotone e Regione Calabria, in conferenza di servizi, hanno lavorato all’emanazione del bando per l’istituzione del volo da e per Roma (in quanto in città vi sono molti casi di neoplasie, con conseguenti cure fuori regione e in modo particolare nella Capitale, ndr). Nel primo avviso pubblico l’offerta per le compagnie era di voli A/R con velivoli da 250 posti con partenza dal Sant’Anna e atterraggio a Ciampino e viceversa. Bando deserto con giustificazione addotta dalle compagnie con mancanza di offerta significativa del quantitativo richiesto (per le stesse si aggira attorno ai 70 passeggeri per tratta) e conseguenti polemiche -feroci- politiche e botta e risposta Regione – Comune di non aver reso appetibile il bando.

Tutto da rifare. Si arriva al Maggio del 2023 col l’emanazione del nuovo bando, stavolta sul tavolo del Governatore Occhiuto giungono ben tre buste. Vince la neonata trentina (con base a Trento) SKY – ALPS, pioniera dei cosiddetti voli green, che ha accettato di mettere a disposizione la propria flotta e di voler creare su Crotone un vero e proprio hub, come si augura l’amministratore delegato della società, in coordinamento coi tour operator.
Detto ciò, si ritorna alla disamina iniziale, del “tuttologismo” dilagante fra i cittadini di Crotone. Lo scorso cinque settembre sono stati resi noti i prezzi dei biglietti: Tante le agevolazioni previste: la tariffa per i residenti in Calabria, così come per bambini (fino a 11 anni) ed anziani, e i lavoratori abituali a Crotone, sarà di 45 euro più IVA; i biglietti saranno acquistabili on line sul sito del vettore  o attraverso il numero telefonico 0471 060950 in modalità completamente gratuita, così come gratuiti saranno le bevande calde o fredde e gli snack distribuiti a bordo dell’aeromobile durante il volo. Il costo del biglietto da Crotone è di 64,24€ (50,84€ è il costo del biglietto, mentre 13,40€ è la tassa aeroportuali) per i residenti in Calabria, mentre partendo da Roma, la tariffa agevolata è di 83,03€ (52,49€ costo del biglietto, 30,54€ tasse aeroportuali). Un’andata e ritorno quindi costerà 147,27€. Ogni passeggero potrà portare un bagaglio a mano (55x40x20 cm) con un peso massimo di 10 kg e un bagaglio da stiva con un peso massimo di 20 kg.

Prezzi che hanno scatenato l’opinione pubblica con commenti al vetriolo rivolti alle autorità politiche, colpevoli secondo i cittadini, di aver messo a posta quelle tariffe in modo tale da non aver riscontri in termini di prenotazioni e, quindi, far fallire il volo e non investire sul territorio quasi a dire:” noi abbiamo fatto il possibile, la colpa è vostra che non siete appetibili”, altri hanno rincarato la dose adducendo a un falso in atto pubblico al momento della presentazione dell’offerta. Ma la crême de la crême della discussione si è incentrata sul modello dell’aeromobile. Si tratta, nello specifico, di un velivolo di media grandezza alimentato da un sistema a turbo elica (con vista esterne delle pale a contrario delle turbine degli aerei classici inserite all’interno del motore, e dunque più facilmente gestibili). Molti si sono affrettati a commentare, quasi a gara, spiegando le differenze fra un sistema e l’altro, quando magari l’università da loro frequentata è quella “della vita” o “della strada” e di come invece di fare in avanti, in realtà se ne siano fatti moltissimi indietro, paragonando i velivoli ai mezzi utilizzati appena terminata la II Guerra Mondiale, cercando di disprezzare l’azione che è stata condotta sulla e per la città.

Proprio vero che quando si ha la ricchezza fra le mani, la si disconosce sempre: fino a un mese prima tutti sul piede di guerra per l’assenza del volo da Crotone a Roma, quello successivo tutti ad aggredire tutti circa le modalità di utilizzo del volo, quando magari le aspettative sarebbero state quelle pari all’avere un’Emirates qualsiasi con anche il bagno incorporato al sedile. La realtà è che molti, sono persino arrivati a invitare tutti gli altri, all’utilizzo dell’autobus con ben sette ore di viaggio e decine di fermate intermedie che rendono la tratta molto scomoda e snervante, quasi ad augurarsi il fallimento.

Se è proprio vero che una maledizione di Pitagora esiste, la si può rintracciare nell’individualismo spietato di chi pensa di avere la verità in tasca, ma non possiede neanche una coscienza propria, fomentata da chissà chi. “Divide et impera” dicevano gli antichi romani. A Crotone è l’unica cosa che riesce benissimo, più di qualunque altra attività produttiva.

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