Nino Sangerardi
“Sul giudizio inerente il complessivo funzionamento dell’Inps influisce il permanere di situazioni critiche in diversi ambiti di operatività dell’Istituto, che riguardano, tra l’altro, l’assetto manageriale non coerente con l’ordinamento attuale, e i requisiti e le modalità di accesso ai posti dirigenziali”.
Parole che si leggono nella relazione della Corte dei Conti, Sezione controllo sugli Enti, con oggetto la gestione finanziaria, anno 2021, dell’Inps.
L’esborso per gli organi dirigenti di quest’ultimo pari a 2.927.178 euro con una riduzione consistente rispetto al 2020 (3.531.513) dovuta ai minori compensi destinati al Collegio dei sindaci.
Al 31 dicembre 2021 si contavano oltre il direttore generale, 430 dirigenti, 684 medici e professionisti, 23.189 unità delle aree professionali e 22 insegnanti : totale 24. 325 con decremento di 1957 dipendenti tenendo conto l’anno 2020. Il personale in servizio costa 1,626 mld.
“Sebbene vi sia una riduzione quantitativa del contenzioso giudiziario e una valorizzazione di quello amministrativo—scrivono i Magistrati—quest’ultimo risulta ancora carente nella funzione di filtro rispetto all’accesso al primo e permangono notevoli inefficienze, soprattutto con riguardo alle procedure esecutive passive. Nel complesso appare ottimale la distribuzione del personale tra attività di prodotto e di supporto o di staff. Riguardo ai profili di vertice la carenza di qualificazioni professionali adeguate alle più evolute esigenze è confermata dal ripetuto ricorso agli incarichi esterni per l’assegnazione delle aree manageriali”.
Nel 2021 sono stati svolti 12.005 accertamenti ispettivi con un valore stabilito in 914.721.090 euro lordo di sanzioni contro euro 686.511.341 del 2020, indicativo della particolare incisività dei controlli e della loro pianificazione.
La redditività degli immobili sia in gestione che indirette è ” complessivamente negativa soprattutto per il peso degli oneri di gestione, mentre ancora nella fase di analisi e di reperimento delle risorse l’azione di valorizzazione, anche sociale, di quelli strumentali”.
I risultati finanziari ed economico-patrimoniali registrano una chiusura del conto economico con una cifra negativa di – 3,711(– 25,200 mld nel 2020) e una corrispondente diminuzione del patrimonio netto(10.848 mld dai 14,559 mld del 2020) che erode ulteriormente gli effetti del trasferimento voluto con la Legge di Bilancio anno 2018, a seguito della quale erano stati eliminati 88,87 mld di residui passivi.
In merito alla spesa, quella per l’erogazione delle prestazioni individuali—che costituisce la voce assolutamente prevalente nelle uscite correnti dell’Inps—ammonta a 359,83 mld ed è sostanzialmente uguale a quella del 2020.
Le pensioni, incluse le prestazioni assistenziali, a fine dicembre 2021 sono nella misura di 20,4 milioni. Di queste, quelle previdenziali, che rappresentano l’80% dei trattamenti erogati, sono 16,7 milioni con un andamento stabile considerati gli anni precedenti.
Per i servizi a tutela della disoccupazione agli operai agricoli nel 2021 ne hanno beneficiati 544 mila soggetti con un onere complessivo, inclusa la contribuzione figurativa, di 2,279 mld.
Le erogazioni delle indennità Covid 19(cosiddetto bonus) ha comportato una spesa di 2,323 mld( 6,002 mld nel 2020).
Nel 2021 il comparto dei lavoratori dipendenti ritorna in attivo(da –3,49 mld ai 14,700 mld) mentre continua la tendenza di aggravamento dei risultati degli aggregati degli autonomi(–3,231 mld) e pubblico(–14,435 mld).
“I riflessi della pandemia Covid 19 sui flussi contributivi—rileva la Corte—nel 2021 sono risultati meno rilevanti delle aspettative e, in attesa dei dati definitivi a rendiconto, i documenti previsionali e di assestamento nel 2022 preannunciano per il profilo delle entrate un risultato migliorativo al lordo degli incentivi al mercato del lavoro e all’occupazione”.
Il rapporto della Corte die Conti è stato inviato ai presidenti del Senato e della Camera dei Deputati.