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Viaggi geografici. E non solo

…Il camminare svela la natura e rivela il mondo. L’impulso a conoscere, che nessuna conoscenza può placare. L’arte di viaggiare come arte di vivere… Queste le parole di Herman Hesse che si leggono in “Camminare”, un testo – o una sorta di diario – nel quale l’autore annota i suoi punti di vista. Ridondante sarebbe portare l’attenzione all’importanza del camminare, o in senso più ampio, del viaggiare con la giusta calma, e non voglio definirla “dovuta” perché mi sembrerebbe di chiudere questa piacevole azione in un rigido perimetro linguistico. Voglio, invece, condividere una nuova prospettiva che si è delineata durante un mio recente viaggio, una sorta di cammino moderno, diciamo così, che mi ha portato a percorrere con la mia vettura l’altrettanto moderno manto stradale. Ed essere alla guida è stato un po’ come sperimentare il viaggiare che ci racconta Hesse.

Alla partenza saluto il fianco di un monte, non molto alto, che apparentemente potrebbe sembrare una classica cresta montuosa. In realtà, guardando la cresta del monte Chegul, che sbircia instancabile sulla città di Trento, si può incappare nella scoperta di un ritratto: il profilo del sommo poeta Dante Alighieri. Come la strada che da Trento porta verso Verona, l’incontro con Dante prosegue e un altro richiamo ne punteggia il fianco stradale. Nei pressi di Rovereto, sassi bianchi sparsi qua e là ricordano la ruina che nel fianco di qua da Trento l’Adice percosse e le parole dantesche invitano a intraprendere un parallelo viaggio tra i versi del XII canto dell’Inferno.

Gli occhi scoprono panorami alternativi, se così li possiamo definire, perché è noto che viaggiare sia una scoperta, ma la voglia di scoprire permette allo sguardo di aprirsi ancora di più. Come è accaduto in un altro luogo d’Italia, dove la strada scorreva tra dolci curve, specchio dei dolci colli. Sul fianco collinare del Monte Soratte, nel Lazio, ho intravisto e incontrato il profilo dell’uomo che dorme, o forse quell’uomo è adagiato sulla collina come custode dell’ameno panorama dove il traffico stradale regala vivace modernità.

E che dire poi del tratto di autostrada che da Venezia conduce verso la Lombardia, io ho trovato tutta la bellezza del nostro paese. Sembra uno scrigno in cui, chilometro dopo chilometro, si estrae una tipicità italiana unica: dalla pianura lagunare, ai colli per poi incontrare vigneti e panorami che sono anteprima alla natura lacuale del territorio del Garda. E poi via verso centri più antropizzati fino alla grande città, e chissà quanto altro c’è da scoprire. Sono scoperte che ho fatto, alcune note altre meno, e si possono fare o incontrare in un viaggio, in un cammino, e non è importante se ci si trova a piedi o a bordo di mezzi di trasporto. Oggi gli spostamenti che facciamo, mossi da diverse motivazioni (ad esempio, per lavoro o per piacere), possono essere visti come cammini attraverso territori nei quali scovare insoliti itinerari nel bello. Importante è aprire la mente ed essere propositivi per scoprire le meraviglie nascoste.

Insomma, al di là della scelta del cammino, lo spostamento può regalare quella sensazione che, a volte, si prova da piccoli nel volgere gli occhi al cielo, e anzi, è una sensazione entusiasmante a cui anche i più grandi non sono indifferenti. Pensiamo alle nuvole, a chi non è mai accaduto di perdersi nella loro vista? …La loro caratteristica è non ripetersi mai in forme, sfumature, pose, disposizione… così ce le descrive Wislawa Zymborska in un verso della sua poesia intitolata proprio “Nuvole”.

Il mondo è ricco di scoperte affascinanti e inusuali che attendono sguardi attenti alla strada e occhi desiderosi della meraviglia che in ogni istante possiamo scorgere. Certamente altri profili di Dante si potranno scoprire, altri giganti dormienti, altre forme regaleranno la piacevole sensazione di incontri inaspettati che ci parlano e di cui noi poi potremo scegliere di parlarne a nostra volta. Magari qualcuno vedrà la stessa forma, qualcun altro non vedrà nulla, e qualcun altro scoprirà nello stesso profilo, qualcosa di diverso. In fin dei conti, il significato di ogni messaggio o comunicazione è dato dal ricevente, no?

…Ma chi è l’inventore? Il cammino, felice di vedermi, oppure sono io che, rianimato, sveglio, illumino un momento del paesaggio?… Quando una strada assume importanza ai nostri occhi, occupa un posto nella nostra memoria… Queste le parole di Pierre Sansot in “Passeggiate. Una nuova arte del vivere” e un richiamo a non perdere le opportunità. Oggi giorno siamo stimolati da una varietà di esperienze preconfezionate, che ci dicono già cosa andremo a vedere o fare. Va benissimo, ma quanto sarebbe più ricco il nostro viaggio se accanto a quanto ci viene proposto, intravedessimo una bellezza, uno spunto, una scoperta tutta nostra? Diventiamo inventori del mondo e ascoltiamo i linguaggi dei panorami. Un panorama credo sia la copertina di un libro all’interno del quale andremo noi a sottolineare e ricordare quella specifica caratteristica che ci ha regalato un’emozione.

Francesca Girardi

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