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Intervista a Stefano Centonze, uno dei massimi esperti italiani di intelligenza emotiva

 

FOTO DI STEFANO CENTONZE

Stefano Centonze è un esperto poliedrico che si è dedicato con passione e impegno alla promozione dell’intelligenza emotiva e della creatività per la crescita personale. Laureato in Scienze della Formazione e dell’Educazione con specializzazione in Esperti della Formazione, ha ulteriormente affinato le sue competenze con un Master in Tecniche di Analisi della Persona, con gli studi di Psicologia e con una formazione Artiterapica, che rendono unica la sua competenza.

Il suo eclettico percorso lo ha portato a svolgere diverse attività, tra cui Formatore, Scrittore, Autore, Editore e Arti Terapeuta per la Musicoterapia. La sua ricerca si è focalizzata sui linguaggi artistici e narrativi come mezzi per sviluppare l’intelligenza emotiva, un impegno che dura dal 2007.

Nel 2011 ha dato vita al Metodo Autobiografico Creativo, un approccio che ha applicato con successo alla formazione degli adulti. Ha fondato e, attualmente, dirige numerose iniziative di rilievo, tra cui Artedo Network, un Ente Accreditato dal MIUR per la formazione e l’aggiornamento dei docenti. Inoltre, è alla guida della Casa Editrice Edizioni Circolo Virtuoso, un punto di riferimento per pubblicazioni in ambito artistico e formativo.

È anche il fondatore e il direttore della Scuola Diffusa Artedo di Arti Terapie, una rete nazionale che collega scuole di Musicoterapia, Danzamovimentoterapia, Teatroterapia e Arteterapia. Ha esteso la sua influenza fondando e dirigendo la Scuola di Intelligenza Emotiva per l’Empowerment, integrando le tecniche artistiche e narrative del Metodo Autobiografico Creativo.

Nel mondo accademico svolge il ruolo di docente a contratto presso l’Università Telematica e-Campus. A livello istituzionale, dal 2012 è referente di Confartigianato Imprese Nazionale per la Normazione Volontaria presso l’UNI, contribuendo alla stesura di Norme Tecniche per nuove professioni.

Stefano Centonze ha dimostrato il suo impegno anche nel contesto legislativo, collaborando alla stesura di proposte di legge e mozioni parlamentari volte a introdurre l’educazione emotiva nelle scuole italiane.

Autore prolifico, ha scritto numerosi libri e pubblicazioni di rilievo, spaziando dalla psicologia all’arte terapia, e ha diretto opere teatrali di successo.

La sua passione, competenza e dedizione hanno lasciato un’impronta significativa nel campo dell’arte terapia, della formazione e dello sviluppo personale, continuando a influenzare positivamente chiunque entri in contatto con il suo lavoro.

Che cosa si intende per intelligenza emotiva?

L’ intelligenza emotiva è la competenza di vita probabilmente più importante, tanto per l’individuo in quanto persona, quanto per l’operatore economico dal punto di vista professionale.  Essa è definibile come la somma di altre due forme di intelligenza: l’intelligenza intrapersonale e quella interpersonale.

Secondo la prima, una persona dovrebbe essere capace di riconoscere, nominare, comprendere, esprimere e utilizzare a proprio vantaggio le emozioni che esperisce e, conseguentemente, gestire al meglio il rapporto con se stessa. In breve, significa che una persona che sia in grado di dare il giusto nome alle emozioni e che sappia riconoscere quello che prova, ha un miglior rapporto con sé.

Questo comporta, d’altro canto, anche il riconoscimento di sé in quanto parte di una collettività, di un contesto sociale allargato, la qual cosa obbliga l’individuo a riconoscere le emozioni che albergano all’interno questo contesto sociale, con l’annesso impegno di gestire al meglio i rapporti con gli altri, le relazioni interpersonali.

In altre parole, l’intelligenza emotiva è realmente una competenza fondamentale per avere un dialogo sereno con se stessi e, di conseguenza, avere un miglior rapporto con gli altri e con il mondo circostante. Per estensione, potremmo addirittura dire che la vera intelligenza emotiva è la chiave della felicità e del successo personale e che è per questo che alcuni autori importanti parlano di intelligenza emotiva in azienda, visto che è così importante saper intessere relazioni e mantenerle nel tempo. Spesso il successo dipende proprio da questo: dall’empatia, dal comprendere gli altri, dall’ascoltarli e dall’avere delle relazioni gratificanti con gli altri e con il contesto sociale.

Che legame ci può essere fra fede e intelligenza emotiva?

Mi capita spesso, quando sono in Chiesa per delle funzioni religiose, di notare che i sacri testi sono impregnati intelligenza emotiva.

Ammetto di non essere un esperto conoscitore di questi testi ma, se dovessi fare una differenza, direi senz’altro che ciò che separa l’intelligenza emotiva dalla fede, nel senso stretto del termine, è proprio la mancanza dello spirito del “porgi l’altra guancia” nell’intelligenza emotiva.

Si tende a confondere, appunto, il missionariato e il buonismo, che spesso viene accostato alla fede, con l’intelligenza emotiva. Semmai l’intelligenza emotiva, proprio perché ci aiuta a riconoscere le emozioni che passano tra le persone, è anche quella competenza che ci aiuta a dire di NO quando qualcosa che viene dagli altri ci fa soffrire, ci fa stare male o potrebbe essere potenzialmente pericolosa per noi e per le persone a noi care. In tal caso abbiamo tutto il diritto di esternare un’opinione contraria e ferma.

Perché, se è vero che l’intelligenza emotiva è avere un buon rapporto con gli altri, è anche vero che, in premessa, il primo rapporto dev’essere con se stessi. Per cui, se qualcosa che accade mi fa stare male, non devo per forza far qualcosa perché questo fa star bene gli altri, principio sul quale spesso si fondano le sacre scritture.

Nel processo educativo di un bambino in che maniera può essere applicato il concetto di intelligenza emotiva?

Se vogliamo, su questo concetto si basa la proposta di legge che ho contribuito a scrivere, che vorrebbe introdurre l’intelligenza emotiva tra le metodologie didattiche da utilizzare nel contesto scolastico. Questo perché l’intelligenza emotiva è, da una parte, fatta di tutti quei processi più noti come educazione emotiva, ciò di cui ha necessità un bambino per crescere. Nella scuola, d’altra parte, l’insegnante non può soltanto occuparsi dell’educazione emotiva ma deve anche finalizzarla agli apprendimenti. Quest’ultimo passaggio è più complicato, perché richiede una preparazione ad hoc e la conoscenza profonda del ragazzo (ciò a cui gli insegnanti della scuola odierna possono dedicare sempre meno tempo). Ma se l’insegnante conosce un po’ della storia del suo  studente, sa con quali valori sia stato educato, se riesce a mettere nel suo insegnamento un riferimento a quei valori, a quello che suscita emozioni piacevoli, certamente riuscirà ad agire meglio sul sistema dell’apprendimento. Perché quando noi ci emozioniamo, e questo lo dimostrano le neuroscienze, impariamo meglio, di più, e ricordiamo più a lungo.

Anche laddove i valori sono messi in discussione da sistemi culturali retrogradi, le storie emozionali dei ragazzi offrono degli assist molto importanti per gli insegnanti, affinché possano agire in senso educativo.

Concetto su cui si basano, peraltro, le metodologie innovative ed inclusive d’insegnamento e di apprendimento di cui parlo nella didattica dell’intelligenza emotiva che ho descritto nel mio libro “A Scuola di Intelligenza Emotiva”.

Come si può essere “emotivamente intelligenti” nel mondo digitale?

Ormai bisogna riconoscere che l’era digitale è tra noi, nel senso che in realtà siamo totalmente immersi nell’era digitale, perciò dobbiamo considerarla come una delle tante modalità di intrattenere le relazioni con gli altri. Essendo lo strumento digitale molto delicato da utilizzare e che si offre un po’ troppo anche agli attacchi, all’aggressività, l’ intelligenza emotiva diventa indispensabile per la garanzia di un uso etico e responsabile dello strumento tecnologico. Oggi bisogna, tuttavia, ammettere che poche persone sono veramente dotate di questo tipo di competenza che, spesso, è solo presunta. Bisogna sapere, invece, che è una competenza che si va perdendo, senza esercizio, ma che la stessa può essere allenata, mantenuta e sviluppata con pratiche apposite, come la meditazione o la pratica artistica.

Pratiche, queste ultime, che sono al centro del Metodo Autobiografico Creativo con il quale svolgo da anni ricerca e formazione proprio per il rinforzo dell’intelligenza emotiva delle persone.

Maggiori informazioni sono disponibili sul mio sito personale o su www.scuolaintelligenzaemotiva.it

Giovanna Quarta

 

 

 

 

 

 

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