Principale Arte, Cultura & Società Musica, Eventi & Spettacoli BOUTE’, il giovane cantante urban di Cassano delle Murge

BOUTE’, il giovane cantante urban di Cassano delle Murge

INTERVISTA – Christian Cice, in arte Boutè, è nato nell’agosto del 2003 e vive a Cassano delle Murge (BA). Nella sua quotidianità si divide tra il mestiere di fabbro e la musica. Il suo più grande sogno è far sì che quest’ultima diventi una professione a tutti gli effetti. All’attivo ha già qualche freestyle, due canzoni e una in uscita. Conosciamolo meglio.

Quando è nata la tua passione per la musica?

Fin da piccolo ho sempre ascoltato tante canzoni neomelodiche napoletane e pian piano ho iniziato a cantarle per gioco. Questo nel tempo mi ha portato ad accrescere il desiderio di cimentarmi nella scrittura di pezzi miei, perciò ho cominciato a dedicarmici fortemente seppur da autodidatta. In seguito ho conosciuto per caso un artista del rap old school, DELTA, che è stato mio mentore e maestro nella metrica e grazie a lui, da che scrivevo di getto senza regole, ho imparato ad usare la tecnica di scrittura corretta. Dal nostro incontro in seguito è anche nato un pezzo, “Take one”, che ha coronato questa fratellanza.

Boutè è il tuo nome d’arte. Che significa?

Deriva da “bottiglia” detto nel nostro dialetto ed è un soprannome di famiglia che mi hanno da sempre affibbiato. L’ho tradotto in francese e abbreviato per renderlo più incisivo ed efficace sulla gente ma soprattutto per lasciare anche un tocco della sua versione originale.

E l’intero progetto com’è sorto?

È nato un annetto fa, quasi per casualità, quando parlando con un amico ho scoperto che mentre io scrivevo testi nella mia camera, lui in casa sua stava mettendo su un piccolo studio per dedicarsi alla produzione di basi e beat. Abbiamo così pensato di unire le forze e creare musica insieme, partendo da dei freestyle come “Mami”. Successivamente si è aggiunto un altro amico con la passione per la fotografia e il videomaking, a cui ho scelto di affidare la registrazione e il montaggio del mio primo videoclip. È stato in sostanza un vero inizio per tutti e tre, che abbiamo avuto il piacere di condividere e che ha portato alla realizzazione di “Wait for me”.

Che brano è? Di cosa tratta?

“Wait for me” si chiama così per un plugin in cui mi sono imbattuto durante l’elaborazione del pezzo. Con il brano parlo della mia famiglia – sia quella in senso letterale sia quella che ti scegli, ossia gli amici – che ha sempre supportato le mie idee e mi ha molto spronato a dare il massimo e poi anche della strada, il luogo in cui sono cresciuto e a cui devo tutto, e canto come se stessi parlando e “svarionando” con la mia comitiva in una delle nostre classiche serate divertenti.

Come descriveresti la tua penna?

Nei miei pezzi inserisco sempre riferimenti al mio paese e al 167, quel quartiere che nel bene e nel male mi ha tanto formato sia musicalmente che a livello personale. L’obiettivo che mi sono posto è raccontare il mio vissuto per lanciare dei messaggi e cercare di essere un esempio per i più piccoli. Non voglio usare la mia penna come strumento di denuncia perché tutti dobbiamo essere liberi di esprimerci come desideriamo, ma mi dissocio da quegli artisti che scrivono qualcosa che può indurre il ragazzino incosciente a compiere scelte sbagliate e circondarsi di persone da evitare. Mi è capitato di essere fermato da chi segue il mio progetto mentre lavoravo a Cassano ed è stata un’emozione unica sapere di essere riuscito ad aiutare qualcuno o semplicemente a dargli degli input. Voglio essere la voce di chi grida ma non viene ascoltato, dei ragazzi di strada che ogni giorno si fanno le ossa da soli.

L’ispirazione ti parte di qui?

Fino a qualche mese fa ti avrei detto di sì cioè che parte totalmente dai miei pensieri e dalle storie della vita quotidiana, ma da quando ho incontrato una ragazza di cui sono molto innamorato posso affermare che ora è lei la mia musa. Infatti gli ultimi brani che ho scritto, come “22 freestyle”, parlano d’amore e sono una dedica a lei, all’inizio della nostra storia. Ed è naturale per me perché la penna si sta evolvendo insieme ai cambiamenti e alle nuove emozioni che sto provando.

Che genere di sound che hai scelto per veicolare i tuoi messaggi?

Dovendo trovare una definizione direi “urban” ma non mi piace etichettarmi in un genere specifico, perché preferisco far musica con spontaneità e seguendo il mood del momento. Spazio appunto tra il rap e il reggaeton con tutte le loro innumerevoli sfumature e sottogeneri.

Prossima canzone in uscita?

Sta per uscire un featuring con un cantante di Santeramo in Colle, LUCIO, intitolato “Ma cherie” ed è un pezzo nato una notte di agosto a Ginosa Marina ed è pensato proprio per far portare nei cuori delle persone l’estate tutto l’anno.

Come si vede nel futuro Boutè?

Compatibilmente con le difficoltà di fare musica da noi, Boutè nel suo futuro si vede promotore – musicalmente parlando – delle bellezze e della cultura della sua terra, la Puglia. Voglio farla crescere e ‘portarla in alto, rimanendo con le mie radici ben salde qui. Il successo non si cerca per forza altrove e io desidero raggiungerlo tra la mia gente e la mia famiglia e, perché no, anche coinvolgendola attivamente nel mio progetto. So che è ambizioso, ma le sfide difficili mi stimolano e mi rendono più determinato. “LA ZONA È FRESCA”, questo è il mio motto.

 

ASCOLTA QUI BOUTE’: https://www.youtube.com/@BOUTE167?fbclid=PAAaYG5nXAZ5tYAa8v8AP_dEm5HNUX6HdvHw9ceoWdycs6_S9hi7x_goRqJMI

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