Principale Arte, Cultura & Società Università, Formazione & Scuola L’efficacia del servizio scolastico italiano

L’efficacia del servizio scolastico italiano

L’efficacia del servizio scolastico si aggira sull’80% (stima Invalsi): livello determinato sommando gli abbandoni con la dispersione implicita.
Gravi sono le responsabilità dei governi che si sono succeduti negli ultimi decenni: non hanno correttamente indagato sull’origine del disservizio. L’Istat ha rilevato che il 40% circa degli abbandoni deriva dall’ansia da prestazione.

L’origine dell’inefficacia appare in tutta evidenza se si associa tale informazione al momento della sua massima intensità: nel passaggio dalla scuola primaria alla secondaria di primo grado e da questa a quella di secondo.

Il progressivo cambiamento della qualità del servizio erogato produce la disaffezione. Inizialmente le competenze, oggetto dell’insegnamento, facilitano l’interazione dei bambini con l’ambiente; coinvolgimento che pian piano si affievolisce con le sempre più pressanti richieste d’adeguamento ai contenuti disciplinari, che non appartengono al loro mondo.

La motivazione dell’apprendimento da intrinseco diventa estrinseco: inizialmente si lavora per il risultato, poi per il voto, non attinente all’attività svolta.

Un cambiamento carico di significato, dalla partecipazione alla cieca ubbidienza: non conoscono, infatti, il perché della trasformazione delle cose del mondo in oggetti disciplinari.

Due sono gli interventi richiesti. Il primo ha natura organizzativa e riguarda la dirigenza: deve operare sui Consigli di classe imitando l’azione di un allenatore di una squadra di calcio che, nel potenziamento della sinergia trova la sua professionalità (si veda in rete “Quale formazione per il dirigente scolastico?”). Il secondo riguarda la didattica. Si richiamano gli inascoltati programmi della scuola media del 79 che finalizzano tutti gli insegnamenti alla capacità di compiere scelte. Un traguardo rivoluzionario: la proposizione di un tipico problema disciplinare deve segnare l’inizio dell’attività scolastica; gli studenti, in gruppo, ne ricercano la soluzione. Queste sono presentate alla classe, discusse, sintetizzate dall’insegnante che sistematizza i concetti con la tradizionale lezione frontale. (Si veda in rete: “All’origine della dispersione scolastica”).

Enrico Maranzana

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