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I Pooh regalano una serata indimenticabile al Palaflorio di Bari – Una sera di nostalgia e magia musicale

Il Palaflorio di Bari è stato il palcoscenico di una serata indimenticabile ieri, quando i leggendari Pooh hanno fatto vibrare il pubblico (per la seconda volta: il primo round è toccato l’altro giorno) con un concerto che ha toccato le corde dell’anima. Questo eccezionale spettacolo è stato un viaggio musicale nel tempo, un tuffo nella nostalgia e un omaggio alla storia della musica. Un live di tre ore, forse più, che ha visto la presenza di ben quattro generazioni tra il pubblico il cui affetto verso il gruppo storico è stato straordinario.

Roby Facchinetti, al comando di tre tastiere, ha fatto rivivere atmosfere vagamente anni ’70 in chiave moderna. Il maestro delle tastiere sembrava un vero e proprio Rick Wakeman con la sua abilità straordinaria nel manipolare i suoni e creare melodie avvolgenti da vero compositore musicale. Il pubblico ha potuto godere di una performance musicale incredibile grazie alla sua maestria.

E’ difficile assistere a concerti contenenti cinquanta brani: ebbene i Pooh ci sono riusciti e ci riescono ancora alla loro età non più giovanissima, del resto così come ha ricordato Red Canzian “Abbiamo scritto più di 400 canzoni, non è che possiamo accontentare tutti, tuttavia proviamo ad impegnarci affinché tutti rimangano contenti mettendoci tutti i colori della nostra musica”.

Il concerto si è aperto con “Si può essere amici per sempre”, quasi a voler dimostrare che dopo 60 anni di vita professionale comune (ma anche di amicizia), loro lo sono ancora tra momenti felici ed altri tristi e difficili, dimostrando di esserci sempre l’uno per gli altri. Molte le frasi piene di affetto e di sincera amicizia tra i quattro che non hanno dimenticato di coinvolgere Stefano D’Orazio al quale è stato dedicato il concerto, e Valerio Negrini, scomparso nel 2013, principale artefice della fondazione dei Pooh a fine anni ’60 nonché paroliere e primo batterista del gruppo prima di Stefano D’Orazio.

Ma non è stata solo la musica a far brillare questa serata. Red Canzian ha saputo conquistare il pubblico barese con parole dolci dedicate alla Puglia e alla città di Bari (“Amo questi luoghi che per me sono di casa, ci son venuto persino in viaggio di nozze”). Il suo carisma e la sua empatia hanno fatto sentire il pubblico ancora più vicino alla band.

Dodi Battaglia, il più riservato dei quattro, ha dimostrato una straordinaria padronanza del linguaggio, comunicando con il pubblico con eloquenza e tracce di umorismo. Prima di ogni canzone, i membri della band hanno condiviso aneddoti e pensieri personali, creando un’atmosfera intima e coinvolgente tra loro e il pubblico. Lo stesso chitarrista, definito da Riccardo Fogli, esageratamente “il più bravo chitarriste del mondo”, ha ricordato che nei primi anni 70 loro erano sul pezzo, erano su ogni copertina o su fogli di giornale ed anche amati dal pubblico che cominciava a scoprirli con quel loro genere “beat” “prog rock” che andava di moda all’epoca, ma ciononostante c’era qualcuno che li criticava dicendo che le loro erano niente altro che canzonette, nell’accezione vagamente offensiva. E fu allora che si sono ingegnati qualcosa di altamente musicale tale da farli ricredere. Fu così che venne fuori “Parsifal” che proprio quest’anno spegne le 50 candeline, un’opera che voleva far scendere dal piedistallo la figura wagneriana del cavaliere della Tavola Rotonda.

Riccardo Fogli ha fatto delle apparizioni speciali durante il concerto, scomparso e riapparso a seconda della scaletta. La sua presenza ha aggiunto una nota di sorpresa e mistero alla serata. Visibilmente emozionato ed anche un po’ “acceso” nei movimenti, ha contribuito a rendere il concerto ancora più memorabile.

Le canzoni sono andate avanti seguendo segmenti precisi di carriera: “Ci penserò domani”, “Cercando te” e soprattutto “Pierre” che ha mandato in visibilio il pubblico, un brano che sin dal ’76 scrutò il futuro, quindi “Uomini soli”, il brano col quale sbancarono Sanremo nel 1990.

I brani cavalli di battaglia dei Pooh, tra aneddoti, ricordi e sentimenti come l’amicizia che “spesso è maggiore di quello dell’amore”, secondo Canzian, si son rincorsi nel finale facendo risuonare il Palaflorio, scatenando una valanga di emozioni tra il numeroso pubblico presente. Canzoni come “Tanta voglia di lei”, “Pensiero”, “Piccola Katy” e “Chi fermerà la musica” hanno riportato tutti indietro nel tempo, riaccendendo ricordi e storie personali legate alla musica dei Pooh.

Se c’è stato un elemento che ha reso questa serata straordinaria, è stato il pubblico. La maggior parte degli spettatori era composta da persone over 50, fan di lunga data dei Pooh, ma c’erano anche alcuni giovani che hanno avuto l’opportunità di vivere l’emozione di un concerto di una delle band più iconiche della musica italiana.

Il concerto dei Pooh al Palaflorio di Bari è stato un evento che ha fatto rivivere la magia dei tempi passati, celebrando la storia della musica italiana e regalando emozioni indelebili a tutti i presenti. La band ha dimostrato di essere ancora in grado di incantare il pubblico con la loro musica senza tempo, creando una serata che rimarrà impressa nei cuori di tutti coloro che erano presenti.

 

Massimo Longo

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