C’è un libro che ti cambia la vita, è questo lo dice di sé l’autrice ed anche coloro che affermano di averlo letto più volte, c’è una serata piacevole in Biblioteca Acclavio per parlarne e questo lo diciamo noi, senza alcun pregiudizio.
Si, davvero un paio di ore di gradevole compagnia tra persone gioviali e pacate, senza retropensieri, di fronte ad un personaggio della prima metà del secolo scorso, in parte controverso, che ha lasciato però una scia luminosa di affetto, di amici, di circoli.
La giornalista Mara Macrì ha fatto una operazione straordinaria, ha sdoganato un personaggio inserito in una nicchia di adepti, sparsi in tutto il mondo, producendo un focus letterario in evoluzione che mette insieme fede, medicina e misticismo.
Mara spiega la genesi del suo interessamento su Bruno Gröning, da giornalista accreditata al Vaticano, attraverso un’iniziativa sulla storia delle religioni. E ciò è avvenuto 13 anni fa. Arriva a Bruno Gröning attraverso la sociologia e la metafisica e sviluppa l’attività di ricerca che la porta a conoscere i circoli degli amici di questo mistico tedesco e tesse il mosaico che la porta a questo libro.
Va detto che i mistici di questo periodo sono perfettamente ignorati dalla Chiesa. Lo è stata Maria Valtorta (Caserta, 14 marzo 1897 – Viareggio, 12 ottobre 1961) una scrittrice cattolica italiana. Fu una terziaria francescana e in una sorta di visione letteraria ha scritto in 12 volumi la Vita del Uomo Dio, con una puntigliosa vividezza di particolari che danno l’idea di una veggenza traslata nel tempo.
Qual’è il fattore del ‘miracolo’ in Gröning? Al di là dell’approccio razionale che ci porterebbe allo scetticismo, va detto che la scienza ha dimostrato che noi abitualmente non utilizziamo tutto il nostro cervello, basti pensare al cosiddeto ‘pensiero laterale’.
Quindi il mistico tedesco e gli amici di oggi propugnano la scelta di utilizzare questo potere cosmico e trovare l’energia cristica.
Ivi compreso quel buono umore che allunga la vita. Ma anche l’approccio alla stessa malattia, come accadde alla nostra amica la giornalista Nadia Toffa che parlò del ‘dono’ del cancro suscitando scalpore tra i suoi fans, ma il suo riferimento era all’overdose di amore che la circondava.
Ogni impulso positivo racchiude quella energia…
In sostanza, per concludere, senza voler essere opportunamente esaustivi di tutte le cose dette, possiamo dire che è stata una bella iniziativa di riflessioni sulla vita e i suoi risvolti, credere negli obiettivi, cercare di meditare sulle nostre potenzialità, cambiare il paradigma dei punti di vista, osservare gli altri con occhi diversi, insomma energia o no, cosmica o meno, stare in piedi al cospetto del potere Divino. In silenzio, come suggerisce Papa Francesco.
foto © RDG Cpl- Macri Taranto