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Fondazione Einaudi presenta il libro: “Il diritto dei controlli societari” del Prof. De Nicola

Il 30 di Ottobre presso l’aula Malagodi a Roma la Fondazione Luigi Einaudi presenterà il libro “Il diritto dei controlli societari” del Prof. Alessandro De Nicola, Senior Partner delle sedi italiane dello studio legale internazionale Orrick, Herrington & Sutcliffe, nonchè componente del suo board mondiale. È inoltre Presidente e componente di Organismi di Vigilanza e di Consigli di Amministrazione di numerose società italiane, tra cui primarie imprese quotate, bancarie, assicurative e finanziarie. Docente di Diritto commerciale e di Comparative Business and European Law presso l’Università Bocconi di Milano. Autore di libri e pubblicazioni scientifiche, è editorialista de La Repubblica e de La Stampa. Parteciperanno all’evento: Giuseppe Busia, Presidente A.N.A.C. Giuseppe Benedetto, Presidente Fondazione Luigi Einaudi, Margherita Bianchini, Vice Direttore Generale, Assonime, Alessandro De Nicola, Senior Partner, Orrick Giorgio Martellino, Presidente AITRA e General Counsel AVIO Daniele Santosuosso, Professore Diritto Commerciale, Università La Sapienza, Stefano Toschei, Consigliere di Stato e Presidente Comitato Scientifico AITRA.

Fondazione Einaudi presenta il libro “Il diritto dei controlli societari” del Prof. De Nicola

Il diritto dei controlli societari” è un volume di carattere accademico ma anche di divulgazione giornalistica, nel quale il Prof. De Nicola, analizza il tema della responsabilità degli organi di controllo delle società e i rischi penali dei vertici dell’impresa. L’opera si confronta in chiave critica con la giurisprudenza più recente nel tentativo di recuperare i fondamentali principi costituzionali di legalità e correttezza. Inoltre, vengono analizzati possibili modelli alternativi di prevenzione degli scandali finanziari, in particolare l’opportunità del modello monistico. Quindi, quando si parla di governance societaria è impossibile evitare il tema dei controlli. Infatti, la conduzione dell’impresa collettiva non è solo questione di definire il processo decisionale e i poteri all’interno della società, ma anche di determinare il controllo che i vari organi sociali e numerosi altri attori esercitano sulla gestione. Il Prof. De Nicola sottolinea dunque, che si tratta di controlli a più livelli; di legalità, di opportunità, di correttezza dell’agire imprenditoriale e di merito. Inoltre precisa che per svolgere tali verifiche il legislatore ha previsto che le società per azioni siano dotate di un certo numero di organi, uffici, organismi funzioni che non sono uguali per tutti. Invero, le fonti del diritto non si limitano alle norme primarie ma spesso intervengono anche fonti secondarie come i regolamenti di Banca D’Italia o della Consob o codici disoft law come il Codice di Corporate Governance di Borsa Italiana. In generale – chiarisce De Nicola – si può affermare che le società quotate e quelle operanti in mercati regolamentati (bancario, finanziario, assicurativo), a causa degli interessi generali in gioco, hanno una trama di controlli piuttosto fitta che a volte si sovrappongono o quantomeno richiedono notevoli sforzi di coordinamento. A tal proposito sostiene: se prendiamo come esempio una banca quotata che adotta il sistema cosiddetto tradizionale (consiglio di amministrazione e collegio sindacale), si può constatare che le funzioni deputate al controllo sono veramente numerose. All’interno del CdA esercitano il loro ruolo di “advice and supervision” gli amministratori non esecutivi ed in particolare gli indipendenti. Esiste inoltre una terza categoria di amministratori eletti dalle minoranze azionarie che possono essere a loro volta indipendenti o semplicemente non esecutivi. Il Consiglio provvede inoltre a costituire dei comitati interni con funzioni consultive e propositive: controllo e rischi (e ora sostenibilità), nomine, remunerazioni e, dotato di particolare incisività, quello per le operazioni con parti correlate. Figura sempre più presente è quella del Lead Independent director, con funzioni di coordinamento e rappresentativa degli amministratori indipendenti. Permane l’organo tutto italiano del collegio sindacale (che nel settore bancario e finanziario assume anche il ruolo dilonga manus delle autorità di vigilanza) le cui funzioni -vigilanza sul rispetto della legalità e della correttezza imprenditoriale- sono state completamente separate dalle ultime riforme legislative per le società quotate e regolamentate da quelle del revisore, che oggi ha un ruolo di controllo dei conti. Il quadro è integrato dal Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili (previsto dalla legge 262/2005) il quale si assume la responsabilità della loro veridicità e che deve tra i suoi compiti porre in essere adeguate procedure per la formazione del bilancio. Ormai presente da più di 20 anni è l’Organismo di Vigilanza ex D.lgs 231/01 il cui compito è la prevenzione di comportamenti delittuosi da parte di esponenti societari. L’OdV e il collegio sindacale sono supportati dalle funzioni di revisione interna (Internal audit), conformità normativa (compliance), gestione dei rischi e antiriciclaggio. Non si deve poi dimenticare il ruolo dell’assemblea e delle minoranze azionarie, destinatarie di informazioni e dotate di poteri quali la delibera di azione di responsabilità nei confronti di amministratori e sindaci o la richiesta di convocazione dell’assemblea. A livello più operativo si trova il responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP) incaricato di svolgere ruoli rilevanti in tema di sicurezza sul lavoro nonché il DPO (Data Protection Officer) istituito dal Regolamento europeo sulla Privacy (GDPR). Questa breve panoramica ci fa capire i problemi di coordinamento e di spreco di risorse che questa ragnatela di organi, ruoli, funzioni comportano. Alcune società stanno provando a razionalizzare il quadro con gli strumenti che offre l’ordinamento. Non è un caso che grandi banche come Intesa Sanpaolo e Unicredit abbiano optato per il sistema monistico il quale -come nei paesi di common law – prevede un consiglio di amministrazione con un comitato di controllo interno rafforzato e composto prevalentemente di amministratori indipendenti, eliminando così il collegio sindacale. Tuttavia, invece che produrre riformette come quelle contenute del DL Capitali recentemente approvato che si concentra su aspetti quali il voto maggiorato e la lista dei candidati al CdA, il legislatore dovrebbe ripensare in modo più sistematico l’impianto complessivo dei controlli interni delle società (cui si affiancano, non dimentichiamolo, quelli pubblici) avendo come guida il principio dell’attrattività del mercato dei capitali per gli investitori, la trasparenza del mercato e la migliore efficienza possibile dal punto di vista dei costi.

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