Nessuno sconto, e lo scriviamo noi che abbiamo sempre patteggiato con i ragazzi che gettavano le pietre nelle ‘Intifade’; che ammiravamo con prudenza, perché era un personaggio controverso, Yasser Arafat, prima capo di al-Fatḥ confluita successivamente nell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP)
La sua discussa figura finì con il diventare il simbolo stesso della causa palestinese. Ma non evitò che nel 1994 ʿlo stesso Arafāt, insieme a due leader israeliani Shimon Peres e a Yitzhak Rabin, venissero insigniti del premio Nobel per la pace.
Chiunque, oggi, tifi Hamas in ragione di quel simbolo è un ipocrita o ignorante. Questo non assolve Israele di Benjamin Netanyahu che non è certamente Peres, ma non può giustificare Hamas.
Quanti miliardi di dollari sono arrivati ai palestinesi da tutto il mondo? Tanti, anche dall’Italia e dall’Europa
Sono serviti per la popolazione?
Sono serviti per costruire un sistema industriale, una rete economica, case e infrastrutture?
No! Hamas ha gestito quei soldi per creare chilometri di una città sotterranea per edificare e mettere in programmazione le condizioni di un assalto.
Ecco, quello che è accaduto in questi giorni è proprio questo, un tradimento dei palestinesi che oggi pagano in prima persona lo smacco di Hamas verso tutto il mondo!
Non discutere su questo, tralasciare la messa al bando di Hamas e dei suoi capi e difensori, rende persino sterile e inconcludente ogni dialogo sulla Palestina.
In questo momento l’occidente non ha altra scelta che difendere Israele, non isolarla politicamente
Scegliere la guerra con determinazione per la risoluzione di un rapporto difficile del popolo palestinese con Israele provoca solo un disastro economico e sociale, sarebbe stato meglio, e non è detto che questo potrebbe essere il futuro, puntare alla guerra economica, arrivare all’autosufficienza energetica, risollevare il tenore di vita della popolazione.
Questo è lo scenario cui auspichiamo, il contrario è buio totale.
