Un “Caravaggio” a due voci, si è rivelato un grande successo l’esperimento di mettere insieme spettacolo teatrale e cultura ai massimi livelli per spiegare il genio inquieto, ma assoluto, di Michelangelo Merisi, volendolo chiamare per il suo nome di battesimo. E dunque una prima teatrale nazionale di un “Caravaggio. Di chiaro e di oscuro”, per l’intenso monologo di un bravissimo Luigi d’Elia a interpretare il tormentato artista, e poi, a seguire, un “Ecce Caravaggio. Da Roberto Longhi ad oggi” una lectio magistralis da palco – sempre nel solco di un ludendo docere di cui è maestro indiscusso – di Vittorio Sgarbi.
Così sold out scontato, domenica scorsa, al Teatro Kismet Opera di Bari, per le oltre tre ore di spettacolo che hanno raccontato, e come meglio non si poteva, tra Ragione (Sgarbi) e Passione (D’Elia). il forse più contemporaneo dei massimi pittori al mondo di tutti i tempi
Un titolo, quello scelto da noi ricordando un suo famoso libro, anche a ribadire la assoluta caratura culturale del noto critico ferrarese, ma ora al centro di una insensata bufera mediatica verosimilmente scatenata contro di lui soprattutto per il ruolo istituzionale che riveste nell’attuale Governo. Ma quasi totalmente dimenticando, però, chi è e cosa rappresenta, e ha rappresentato da sempre, nel mondo della Cultura per la difesa e promozione del nostro inarrivabile patrimonio nazionale.
Non che abbia bisogno di noi per difenderlo, Sgarbi sa benissimo farlo da solo – e fa altrettanto bene a farlo in tv e sui giornali per respingere il tentativo in atto per delegittimarlo – è un repetita pressoché doveroso il nostro, e anche in questa circostanza, perché potrebbe risultare inspiegabile, altrimenti, la sobria puntualizzazione, fatta dal palco, circa la sua partecipazione a titolo gratuito a questa kermesse, venendo da lontano e dovendo pure ripartire subito dopo.
Al di là di questo e concludendo, un vero e proprio evento, questo di Bari cui non è davvero mancato nulla. E neppure, visto il luogo, un inatteso e improvvisato coup de théâtre: e cioè quando l’attore D’Elia (a piedi nudi per il suo Caravaggio) ha raggiunto uno Sgarbi a piedi nudi per tutta la rappresentazione e si è tolto le scarpe pure lui per un saluto al pubblico, sùbito accolto dal lungo, scrosciante applauso che ha chiuso questa davvero indimenticabile serata.
Enrico Tedeschi