di Ilaria Solazzo –
La disponibilità di contenuti on-demand, l’interazione tramite social media, la creazione di prodotti da parte degli utenti e l’uso dell’intelligenza artificiale hanno ridefinito il modo in cui consumiamo e partecipiamo alla televisione. Questa evoluzione continua a plasmare il futuro dei media e ci offre un’esperienza del piccolo schermo sempre più personalizzata e coinvolgente. A questo argomento, quanto mai originale e contemporaneo, Armando Editore ha dedicato il volume “La Tv al tempo del Web 2.0”, scritto da Maurizio Gianotti.
Sulla pagina che la casa editrice ha dedicato al volume si legge: ”Grazie alle nuove apparecchiature elettroniche (smartphone, palmari ecc.) che consentono la trasmissione in tempo reale di materiale audio/video, si sta andando incontro alla nascita di una vastissima comunità di cittadini-reporter. Questo cambia in maniera decisiva anche il modo di fare televisione. Questo saggio vuole dare forma a una nuova Tv in cui cittadini e professionisti della comunicazione e dell’informazione lavorino alla creazione di un nuovo villaggio globale, nel quale a nessuno sia negata la possibilità di partecipare a un prodotto che sia insieme collettivo e professionale”.
Una grande novità
Negli ultimi decenni, l’avvento del “Web 2.0” ha trasformato radicalmente il modo in cui interagiamo con i media, inclusa la televisione. Questa evoluzione ha portato a una convergenza senza precedenti tra i contenuti tradizionali e le piattaforme online, ridefinendo il panorama mediatico. Il fenomeno ha influenzato la televisione, trasformandola da un medium passivo a uno interattivo e partecipativo. Uno dei cambiamenti più evidenti è la disponibilità di contenuti televisivi on-demand. Piattaforme come Netflix, Amazon Prime Video e Disney+ hanno reso obsoleta la tradizionale e rigida programmazione tv. Gli spettatori possono ora guardare i propri programmi preferiti in qualsiasi momento e luogo, grazie alla flessibilità offerta dallo streaming online. Questo ha sconvolto il concetto di appuntamento fisso con il piccolo schermo, permettendo agli utenti di personalizzare la propria esperienza tv. Il Web 2.0 ha inoltre dato vita a una serie di opportunità di interazione tra pubblico e programmi in onda: social media, come Twitter e Facebook, consentono di commentare e condividere le proprie opinioni sugli spettacoli in tempo reale. Le stesse reti televisive promuovono hashtag ufficiali, generando conversazioni online durante la messa in onda. Questa interazione ha contribuito a creare una comunità di spettatori più impegnata e appassionata.
Una delle più grandi trasformazioni apportate dal Web 2.0 è inoltre la possibilità di creare e condividere i propri contenuti: YouTube è diventato un’enorme piattaforma per video generati dagli utenti, permettendo a chiunque di diventare un “produttore” di materiale originale. Questa democratizzazione ha ampliato la gamma dei contenuti disponibili e ha dato voce a individui e comunità che altrimenti sarebbero rimasti nell’ombra. Grazie all’analisi dei dati degli spettatori, le piattaforme di streaming utilizzano algoritmi avanzati per consigliare prodotti personalizzati. Questo approccio ha rivoluzionato il modo in cui scopriamo nuovi programmi in onda. I servizi di streaming imparano dai nostri gusti e ci suggeriscono novità che potrebbero piacerci, aumentando la probabilità di scoprire contenuti interessanti.
L’autore
Maurizio Gianotti è stato uno degli autori storici di”Forum” e ha ideato e realizzato diversi programmi originali. Ha collaborato con “Non è la Rai” di Gianni Boncompagni, e attualmente oltre ad insegnare teoria e tecnica del linguaggio radiotelevisivo alla Link Campus University e Teoria e tecnica del format presso il Master in Creative Writing della Luiss, è autore di “Uno mattina” e cura presso Rai Lab il corso “La scrittura televisiva dal testo al prodotto” per autori e filmaker.