Principale Economia & Finanza Fisco, Giustizia & Previdenza Ultima udienza del caso Saman Abbas

Ultima udienza del caso Saman Abbas

Torna in aula il fratello di Saman Abbas, la ragazza pachistana uccisa dalla famiglia perché contraria ad un matrimonio combinato.

Il clima è teso. In quell’aula ci sono tutti, o quasi: il padre Shabbar, i due cugini Ikram e Nomanulhaq e lo zio Danish. Manca la madre, Nazia, ancora latitante.

Il ragazzo, coperto da un telo per evitare di incrociare lo sguardo dei parenti, è tornato in Aula, affiancato dall’avvocata Valeria Miari, per confermare o smentire le precedenti dichiarazioni esposte alla magistratura. Queste, infatti, sono state considerate inutilizzabili dalla Presidente della Corte d’Assise di Reggio, Cristina Beretti: al tempo dei fatti il ragazzo, minorenne, aveva parlato senza la presenza di un avvocato.

Quello che emerge dalle nuove dichiarazioni conferma per la maggiore la prima versione. Con qualche piccola correzione.

Il giovane, ormai maggiorenne, avrebbe ammesso di aver mentito al giudice circa la colpevolezza dei due cugini: “Ho affermato che i miei cugini non c’entravano perché mio padre in una telefonata mi disse di non dire niente di loro. Era una bugia dire che non c’entravano, l’ho detta perché da piccolo avevo paura di mio padre e di mio zio e non potevo dire niente…”.

“Dissi ai carabinieri – continua – dove poteva essere seppellita Saman quando andammo a Novellara per cercare il corpo. Me l’aveva detto Norman, glielo avevo chiesto io dove fosse perché volevo abbracciarla un’ultima volta”.

Nel corso dell’udienza, il fratello della vittima, provato e a tratti confuso, ripercorre gli eventi salienti che hanno portato all’omicidio della sorella.

Rispondendo alle domande dell’avvocato Luigi Scarcella, legale di Noumanulhaq, parla dei piani dei suoi parenti per eliminare Saman: “Ho sentito una volta mio padre dire ‘scavare’. In una riunione durata mezz’ora parlavano di scavare e di ‘passare dietro alle telecamere”.

Nel descrivere gli ultimi momenti della sorella maggiore, il ragazzo cerca di salvare, per quanto possibile, la madre Nazia. “Mentre mio zio prendeva Saman per il collo, lei guardava. La mamma però non avrebbe mai ammazzato Saman ma nella nostra cultura le donne non contano niente. Ogni volta che diceva qualcosa, mio padre la ammutoliva”, ha dichiarato.

Durante l’udienza vi è stato anche un momento di forte commozione, nel momento in cui l’avvocato Scarcella ha mostrato diversi video raffiguranti scene di vita quotidiana. In uno Saman da anche uno schiaffo al fratello. “Scherzi tra fratelli, litigavano per cosa vedere in tv”, il commento. “Sto male, sto troppo male a vedere questi video” dice il ragazzo tra le lacrime.

L’esame continuerà venerdì, e intanto la Procura dei Minori di Bologna fa sapere durante l’udienza che il ragazzo non è indagato e che sta vagliando l’ordinanza della Corte d’Assise che lo ha trasformato da teste a imputato per concorso in omicidio.

Il fratello di Saman conclude ammettendo: “Sentivo che c’era qualcosa di strano ma mai avrei immaginato che l’avrebbero ammazzata”.

foto telesanterno.it

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.