I ministri europei responsabili dello Spazio si sono riuniti a Siviglia, lunedì 6 e martedì 7 novembre, per un vertice sul futuro del continente nello spazio, comprese le potenziali missioni esplorative e la crisi in corso dei lanciarazzi. “Nello spazio la posta in gioco è molto alta e la mia domanda è letteralmente: dove vuole andare l’Europa? Vuole partecipare al boom economico del settore spaziale o essere cliente dei servizi che altri offrono?“, lo ha detto il capo dell’Agenzia spaziale europea (ESA), Josef Aschbacher, prima del vertice.
L’UE finalizza il contratto con SpaceX di Musk
L’argomento più spinoso per il vertice rimane la mancanza di lanciarazzi in Europa: difatti si trova ad affrontare un gap temporaneo nella capacità di lancio a causa dei ritardi nel lanciatore Ariane 6, della messa a terra del più piccolo Vega-C italiano a seguito di un fallimento nel lancio nel 2022 e della perdita di accesso ai razzi russi Soyuz nel conflitto in Ucraina. In risposta a questa situazione, l’Agenzia spaziale europea, che comprende 22 nazioni europee tra cui la maggior parte degli stati dell’UE, si era precedentemente rivolta a SpaceX di Elon Musk. L’anno scorso hanno utilizzato SpaceX per lanciare il telescopio spaziale Euclid per rilevare prove della materia oscura e dell’energia oscura nell’universo. Inoltre, nel 2024, SpaceX sarà anche responsabile del lancio della sonda scientifica europea Hera. Questa sonda è il seguito della missione della navicella spaziale DART della NASA, che ha alterato con successo il percorso di una piccola luna nel 2021 come parte di un test per un futuro sistema di difesa planetaria. Nel quadro dell’accordo con SpaceX per lanciare in orbita i suoi satelliti, la Commissione Europea spenderà 180 milioni di euro.