Il Parlamento europeo, il Consiglio dell’UE e la Commissione europea hanno raggiunto questo giovedì un accordo politico sulla controversa legge per la tutela della biodiversità. La legge obbligherà i paesi dell’UE ad attuare misure di recupero che coprano almeno il 20% degli habitat terrestri e il 20% delle aree marine entro il 2030. Tuttavia, negli ultimi mesi il testo ha dovuto far fronte ai tentativi del Partito popolare europeo (PPE, conservatori), il gruppo più numeroso del Parlamento, di ribaltarlo. I popolari sostengono che la legge minaccia la sicurezza alimentare, costringe gli agricoltori a rinunciare a parte della loro terra per preservare la biodiversità e compromette lo sviluppo di infrastrutture per le energie rinnovabili, mentre l’estrema destra sostiene che sia un prodotto del “fanatismo climatico”. Nel campo opposto, i socialdemocratici, i verdi, la sinistra e la maggioranza dei liberali hanno difeso il testo, così come le ONG ambientaliste, altre piattaforme agricole, la comunità scientifica, i cacciatori, le aziende di energia rinnovabile, che hanno firmato una petizione a favore della legge.
UE raggiunge un accordo sulla controversa legge per la tutela della biodiversità
La Legge sul Ripristino della Natura fa parte di una proposta lanciata nel dicembre 2022 dalla Commissione Europea per tenere il passo con gli accordi sulla biodiversità raggiunti alla COP15 delle Nazioni Unite. A complemento di altri strumenti giuridici dell’UE, come le direttive Habitat e Uccelli o la rete Natura 2000, i nuovi regolamenti mirano a riparare almeno il 20% degli ecosistemi terrestri e marini degradati dell’UE entro il 2030 e tutti entro il 2050. L’obiettivo è invertire il declino degli habitat naturali europei, l’81% dei quali sono classificati in cattive condizioni. La legge, inoltre, in linea con lo storico accordo firmato alla COP15 sulla biodiversità, prevede che gli Stati membri adottino misure per ripristinare 60% degli habitat negli ecosistemi che sono in cattive condizioni, entro il 2040, e il 90% entro il 2050. Pertanto i paesi avranno requisiti specifici per correggere il declino degli impollinatori e l’obiettivo di ripristinare il 30% delle torbiere svuotate per uso agricolo entro il 2030; mantenere il legno morto nelle foreste per migliorare la biodiversità degli ecosistemi forestali; non ridurre gli spazi verdi urbani ed eliminare le barriere artificiali dai fiumi. Tuttavia, per superare il controverso ostacolo finanziario, è stato concordato che la Commissione presenterà una relazione sulle risorse finanziarie disponibili a livello comunitario, sui bisogni e, se opportuno, presenterà una proposta per aumentare gli stanziamenti nel bilancio comunitario. E per gli agricoltori, il testo concordato prevede la sospensione delle misure del regolamento fino a un anno.