Principale Politica L’altra Bari di Tommy Attanasio

L’altra Bari di Tommy Attanasio

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BARI – Parcheggio e l’ampia “Sala delle Scuderie” di Villa Romanazzi piena, e giusto «qualche imbucato di sinistra» ad annusare l’aria che tira, la destra di Bari e di Puglia c’era. E c’era praticamente tutta per sentire Tommy Attanasio, ex consigliere regionale di AN, e l’unico finora ad averci messo faccia e nome a ufficializzare una sua candidatura a Sindaco, alle prossime amministrative di Bari 2024, con la sua lista “Bari Rinasce” e sulla scorta del suo manifesto “L’Elogio del possibile” racchiudibile in 4 punti prioritari ed essenziali: Sicurezza, Semplificazione amministrativa, Decoro e Solidarietà ed etica delle buone prassi. Lì sul palco, con lui ed altri importanti candidati in lista, anche  parte della sua squadra ad impronta fortemente tecnica, quasi a ribadire il pragmatismo anche organizzativo cui Attanasio si ispira come linea guida necessaria per un buon governo della sua città, ma basato su figure operative «scelte esclusivamente per merito e competenze»: due consulenti del lavoro, un funzionario di polizia, un ex assessore al commercio e un medico di famiglia in pensione – per capirci – di quelli che hanno onorato il loro ruolo con visite a casa durante il Covid, e cioè curando i propri pazienti con scienza e coscienza professionale, cioè al di là delle rivelatesi quantomeno inadeguate linee guide dettate dal Ministero competente all’epoca.
In prima fila difronte a lui, in una platea di centinaia di persone, i rappresentanti dei principali tre partiti della coalizione di centrodestra: per Fratelli d’Italia, forte di un gruppo parlamentare pugliese di assoluta rilevanza nazionale, il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, il consigliere regionale Michele Picaro, il capogruppo al comune Antonio Ciaula e il consigliere e commissario EIPLI  Luigi Decollanz; per la Lega, l’on. Davide Bellomo, il consigliere regionale Fabio Romito e quello cittadino e coordinatore Pino Monaco; per Forza Italia il vice coordinatore metropolitano Giuseppe Carrieri. Accanto a questi, e in prima fila, impossibile non annotare anche la partecipazione di Noi Moderati, la cosiddetta “quarta gamba del Governo”, lì rappresentata dal vice presidente nazionale Luigi Morgante e coordinatore regionale in compagnia dell’omologo metropolitano Luigi Barnabà , la presenza di Fabrizio Tatarella, figura di spicco insieme alla Fondazione omonima, quella del console onorario e presidente dell’internazionale  Orbita,  Luigi De Santis,  per poi andare a finire al coordinatore barese Nino Monterisi del movimento Io Sud, forte testa di ponte del centro destra pugliese nelle contemporanee amministrative di Lecce del prossimo anno, oltre che  importante appuntamento con le Europee, come per Bari.
Un pupazzo di Pinocchio a prima vista, e in foto su un originale e inedito pamphlet rosso distribuito ai presenti dal titolo “Sembravano sogni, ma erano le solite bugie della sinistra. Dedicato ai baresi che in buona fede ci hanno creduto – programma 2019 – 2024” (insomma una sorta di cahiers de doléances magari «da leggere con calma a casa») non si è certo risparmiato verso l’attuale sindaco metropolitano e il Governatore Emiliano, Tommy Attanasio, che in circa 40 minuti di discorso appassionato, e dritto al cuore e alla mente dei baresi, ha riscosso applausi da tutti. Persino un percepito spirito di servizio in ossequio alla politica intesa nella sua accezione più etimologica e letterale, insomma è una “candidatura aperta” quella di Attanasio, per quello che ci è sembrato di cogliere, se in condivisione di idee e di obiettivi concreti da raggiungere. D’altronde “ruit hora”, e non solo per Bari, dunque più che motivato il suo appello all’intero centro destra a sciogliere riserve e far presto a cercare un candidato unitario e forte, considerando che “l’altra propaganda” è in moto praticamente da sempre e ora sta pure cercando di far suoi persino temi universali, volendolo, nemmeno totalmente propri delle sue corde. Dunque un appuntamento importante quello di domenica scorsa, poiché teso a invocare un impegno a un civismo attivo non solo per recuperare la parte distratta o confusa dell’ elettorato di destra, quanto e soprattutto ad attrarre quella vasta area di centro (e non solo) che si riconosce negli ormai quasi afoni valori tradizionali culturali, e persino religiosi, che sono patrimonio della maggior parte dei baresi in una visione più che possibile, come Attanasio ha sintetizzato in conclusione, di «una Bari del Terzo Millennio, Ponte di Pace e Capitale del Mediterraneo».
Tutt’altro che un’utopia, visto che stiamo parlando della universale “Città di S. Nicola”, cioè della ancora perfetta “Porta d’Oriente” dell’Italia (e dell’Europa) di un’altra illuminata visione, ma soprattutto della “Capitale della Pace nel Mondo” per come la vollero l’allora premier Giulio Andreotti e il Papa e Santo Karol Wojtyla nel 1990. E, con un Armageddon alle porte, scusate se è poco.
Enrico Tedeschi

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