Lasciatemi questo eufemismo di cioccolando, che è un più vicino a coccolando, per descrivere l’evento di ieri pomeriggio con i nostri amici di Falanthra Onlus di Taranto
Se c’è una cosa che, in tutti questi anni abbiamo capito è che non servono grandi simposi sanitari, né costosi e spesso inutili centri diurni, basta la famiglia, le volontarie di una associazione e la settimana si riempie di colore, sapori, dolci sguardi, carezze, emozioni che il parente affetto da Alzheimer ricorda sempre, perché l’anima non passa dai neuroni.
Ed ecco che l’Ipercoop di ieri diventa occasione di incontro, di condivisione, di dolcezza vera.
Nelle immagini casuali per ragioni di privacy alcuni istanti del pomeriggio.
Che dire, nella ripresa dopo la pandemia si riprende un ritmo coinvolgente anche grazie al supporto della Fondazione Duca e Duchessa di Valverde ogni due giorni alla settimana c’è un’ora di palestra (martedì e giovedì dalle 10 alle 11) e qui alle volontarie si aggiunge il personal trainer che aiuta a fare piccoli gesti a suon di musica, balli, trenini.
Il modo migliore per reagire all’Alzheimer è uscire di casa, creare la normalità nella eccezionalità, superare la solitudine nella condivisione, spazzolare l’umore crollato con l’amicizia e attraverso queste iniziative.
Domandiamoci perché da decenni, nelle realtà mondiali più attente ed evolute si è parlato di caffè Alzheimer? Ecco la risposta di ieri pomeriggio, cioccolando tra foto e pasticcini, un perfetto dessert di famiglia, quella che vuole sempre più allargarsi, per stare bene. Tutto qui.