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Riflessioni sui temi della politica nazionale ed estera del Prof. Pietro Pepe, già Presidente del Consiglio Regione Puglia

Politica nazionale ed estera temi di grande attualità - Contributo del Prof. Pietro Pepe REDAZIONE ALTAMURA - ALTA MURGIA

Prof. Pietro Pepe, già Presidente del Consiglio Regione Puglia

Accogliamo e pubblichiamo con vivo interesse le riflessioni politiche, dal suo osservatorio, del prof. Pietro Pepe, già Presidente del Consiglio Regione Puglia.

Sono però sempre più convinto che riattivare i Percorsi Democratici per ridare un‘anima alla Politica è la strada obbligata per risvegliare la partecipazione dei cittadini, indispensabili a fare germogliare i semi di una Buona Politica, tanto attesa. Il segreto per riportare attenzione alle questioni politiche è legato alla qualità e alla modalità dei contenuti che si intende trasmettere.

I temi che in questa stagione meritano un confronto ed un approfondimento sono diversi e tutti legati all’attualità del periodo (2022-2023) preso in esame: in assoluto la Guerra in Europa; le Elezioni Politiche del 2022; le Decisioni del Governo Meloni; La Morte di Berlusconi; il P.N.R.R. ed il Mezzogiorno; la Transizione Energetica; la Giustizia sociale ed ambientale e la Crisi Economica.
Purtroppo il vuoto decisionale rispetto alle criticità che la Guerra ha fatto esplodere, ha determinato un continuo rinvio.

A mio giudizio, dunque, manca un “Programma Strategico” che indichi al Paese il Cammino, peraltro aggravato, anche dall’assenza di un dibattito nel Parlamento e nel Paese.
Andiamo in ordine:
Parto dalla Politica Estera: la Guerra Fredda tra gli Usa e la Russia, dopo l’invasione dell’Ucraina è sempre più viva. Lo scontro di civiltà tra l’Occidente e l’Oriente è tornato, con le ambizioni di sempre delle grandi potenze ad espandersi e il rischio di una Nuova Guerra Mondiale non è, purtroppo, da escludere, anche alla luce dello scontro tra Occidente e Islam in atto in Medio Oriente tra Arabi e Israeliani, e le minacce dell’Iran.

Il prossimo anno l’America eleggerà il Nuovo Presidente che sarà chiamato ad affrontare quello che più serve ad una Democrazia avanzata, ovvero la pace e la giustizia Economica da realizzare nel Mondo, Italia inclusa.
La Meloni e l’intero Centro Destra, spero, abbiano capito che per l’Italia è l’essenziale mantenere Buoni Rapporti non solo con gli Stati Uniti ed incontrare il Presidente Biden, per’ altro, interessato a conoscere l’atteggiamento del Governo Italiano verso Russia e Cina, ma anche verso l’Unione Europea. Infatti a differenza del 2018, la Meloni e Fitto hanno avviato una positiva collaborazione con i Burocratici e la Commissione Europea guidata da Ursula Von der Leyen. Tutti i Governanti sono chiamati perciò ad affrontare sia le differenze di genere, di razza e di cittadinanza, sia la povertà presente anche in molte Democrazie Europee.
Passo alla Politica Interna:
le elezioni politiche del 25 Settembre 2022 hanno premiato la Destra italiana che ha chiamato la Meloni a guidare il Governo; Il programma annunciato e quello realizzato è allo Stato lontano dalle promesse elettorali.

Alcune scelte politiche però sono state fatte in assoluto, due sono i provvedimenti adottati non condivisi: l’eliminazione del Reddito di Cittadinanza e la continua Rimodulazione del PNRR.
È passato un anno di governo, e la lettura di questa azione Politica e sociale è, a mio avviso, sconfortante; Hanno tolto i soldi al Sud e li hanno destinati al Nord giocando con la continua rimodulazione del Piano Nazionale di resilienza e di ripresa; Hanno rinviato la determinazione del salario minimo alla Legge sul Bilancio; Hanno ridotto le aliquote fiscali dei Professionisti e dei redditi più alti; Hanno avviato la discussione in Parlamento sull’autonomia differenziata che amplierà il divario Territoriale tra le Regioni più ricche del Nord e le altre.
Hanno detto, basta accise sulla benzina e il costo della stessa è arrivato a 2 euro a litro. Il blocco Navale annunciato e avviato ha portato a raddoppiare gli sbarchi. Con enfasi ha dichiarato, la Meloni che avrebbe cambiato l’Europa, ma l’Europa ha cambiato lei.
So che governare non è facile, specie se non ci si avvale del confronto tra Maggioranza ed opposizione.
L’ora della verità è la manovra finanziaria, l’autunno caldo dei sindacati e dei gruppi sociali, è già in piena allerta accanto a questi temi. Il vero evento politico di quest’anno è stata “La Morte di Berlusconi”.
Il 13 Giugno 2023 il Centro Destra è stato privato del suo fondatore, con la dipartita del Presidente di Forza Italia. Berlusconi è stato l’uomo che ha cambiato la storia imprenditoriale politica e sportiva di questo Paese, il costume degli italiani con le sue televisioni ed ha inciso nella Politica con la sua discesa in campo nel 1994. Finisce con Berlusconi l’alleanza tra Partiti e Politica, sostituito dalla alleanza tra politica e televisioni che mette in moto la tendenza populista.
Da Presidente del Consiglio riuscii a far incontrare il vertice Nato a Pratica di Mare (2002) Stati Uniti e Russia, è sempre stato amico dei Dittatori di Putin, Erdogan e Gheddafi. Conquistò con il suo fare la maggioranza degli Italiani insofferenti alle Regole, al fisco, alla Magistratura: un disastro sul Piano Politico e morale, la sua scomparsa pesa sulla alleanza di Centro destra.
Fu giudicato da Marco Follini (vicepresidente) un fuori classe però con pochi risultati.

Il cantiere delle Riforme Promesse non si è mai attivato, e la Rivoluzione Liberale è svanita. Saranno gli storici a fare il Bilancio: dalle ombre di Mafia, all’amicizia con l’On.le Dell’Utri, alle vicende di corruzione, al conflitto di interessi, al Partito aziendale.
Questioni che sono ancora aperte.
Sono tanti gli aspiranti eredi ed è stato indetto per la prima volta il Congresso Nazionale di Fratelli d’Italia con l’intento di provare a recuperare il Consenso che allo Stato è a favore esclusivamente del Partito di Fratelli d’Italia, guidati dalla Meloni.

Stiamo vivendo una vera transizione energetica e finalmente una maggiore consapevolezza ambientale si sta facendo strada con un distacco dall’utilizzo delle Fonti Fossili (carbone, petrolio) e un’attenzione verso le Rinnovabili (sole, vento, acqua) e l’Economia Circolare, che riducendo gli sprechi, punta ad una produzione in grado di rigenerarsi. L’idrogeno è il miglior modo di decarbonizzarsi, ma va altresì arrestato l’inquinamento che produciamo, ed intensificando la lotta alla invasione della Plastica. In sintesi evitare un conflitto tra Economia ed Ecologia: la prima deve rinnovarsi, la seconda deve essere un’opportunità.

Non meno importante il Ruolo e l’interesse per il Mezzogiorno nell’area Mediterranea.
Una prima proposta è arrivata dal varo delle zone economiche speciali dell’Unione Europea con la istituzione della Macro Regione del Mediterraneo ed è la prima per il ruolo strategico che deve esercitare e per la concentrazione delle principali sfide Geo-economiche e sociali che interessano l’Europa. Il varo della legge di Bilancio al di là dei Giochi o della Furbizia Comunicativa ha bisogno di bel 30 miliardi da trovare.

PNRR: tra i diversi strumenti finanziari di programmazione il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è essenziale per il rilancio dell’Economia Italiana, se ben orientato e ben gestito. Purtroppo il tempo passa è il PNRR è divenuto come la tela di Penelope. Prima Conte e poi Draghi nel 2021 inviarono alla Commissione Europea un Piano di Riforma e di investimento; Poi la Meloni e l’arrivo delle quote dei Fondi che, ha portato ancora una volta a rimodulare gli obiettivi che sposta purtroppo la scadenza. Tutti i progetti devono essere riattivati entro il 2026 pena la Restituzione.

Sta per iniziare una nuova fase politica e i partiti politici possono superare la loro crisi di legittimazione rimeditando sul loro ruolo e sulla grande responsabilità che pesa su di loro in presenza di un quadro del paese occupato dagli stessi e gravi problemi che vado ad evidenziare: la guerra, l’immigrazione, le riforme sui poteri del governo (premierato e presidenzialismo) e i temi economici.

La frammentazione politica diventa dominante contro la volontà degli elettori che partecipano sempre meno alla vita politica manifestata da un preoccupante astensionismo elettorale. Il distacco tra istituzioni e cittadini è sempre più mirato e prende quota l’idea di modificare l’assetto costituzionale con una serie di proposte che sono state presentate in parlamento: dal premeriato al presidenzialismo,

La prima riforma è vincere il senso di sfiducia dei cittadini verso le istituzioni a partire dalla difesa del sistema democratico. La democrazia italiana poggia su due pilastri: libere elezioni dei cittadini, l’utilizzo del referendum esercitato dai cittadini, espressione della democrazia diretta articolo 75 della Costituzione. Altresì questi due volti della democrazia italiana sono equilibrati da istituzioni di garanzia: il presidente della Repubblica e la corte costituzionale: ogni cinque anni i cittadini vengono chiamati al voto, manifestazione della sovranità popolare.
La parola decisiva è dignità da difendere dai trattamenti degradanti, o da torture, espressi in modo identico nella dichiarazione universale dei diritti umani (1948), nella convenzione Europea dei diritti umani 1950, nel Patto Internazionale sui diritti civili e politici 1966, nella

La seconda Repubblica attraverso il referendum fu segnata dal dibattito sul sistema elettorale maggioritario o proporzionale.
A prescindere dagli strumenti la prima riforma rimane la fiducia dei cittadini verso le istituzioni. Sin dal varo della Costituzione la preoccupazione maggiore è stata come conciliare le governabilità ed il rischio di concentrare il potere in una sola persona, anche se in 75 anni si sono avvicendati 68 governi con 13 Presidenti del Consiglio. La durata è importante, i governi precari si limitano ad usare la spesa corrente e non quella per investimenti.
Un esempio di politico, che oggi manca è la coerenza con la predicazione dei suoi comportamenti. Cominceremo a capire con la ripresa autunnale, anche perché sarà avviata la campagna elettorale per le elezioni europee e si entrerà nel vivo del confronto sui temi politici e su quali sociali e su quelli economici.

Prof. Pietro Pepe,

già Presidente del Consiglio Regione Puglia

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