Principale Attualità & Cronaca Violenza I patriarchi e il femminicidio

I patriarchi e il femminicidio

Che questo Paese sia incapace di qualsiasi riscatto lo dimostrano le reazioni isteriche che un’accorta e cinica campagna di stampa ha trasformato in arma mediatica per mettere sotto accusa l’insieme dei rapporti affettivi di gran lunga preminenti e quelli sociali e culturali che essi sottintendono. Certo questa sorta di pantomima è servita a distrarre dai massacri di Gaza e dalla sconfitta in Ucraina o magari all’avviso di garanzia a Speranza, insomma è molto utile con la sua scia di manifestazioni a coprire i sussurri e le grida per l’omicidio massivo di verità perpetrato ormai dal 2020 dall’informazione padronale.  Sono quindici anni almeno che con l’invenzione della parola femminicidio si cerca di alludere in qualche modo alla prospettiva di liquefare i rapporti regalando agli uomini una sorta di ruolo potenzialmente omicidiario, ma ogni tanto quando serve,  l’ isteria viene portata al diapason. Fatto sta che il numero di omicidi compiuti da compagni, mariti e fidanzati rimane sempre sul livello di 150 – 160  circa all’anno, senza aumentare in modo significativo  e senza nemmeno diminuire, dando la prova che queste convulse operazioni  non hanno alcun concreto effetto, sia nell’arginare il fenomeno, sia nel mettere in crisi quella che viene chiamata società patriarcale.

Si potrebbe dubitare dell’esistenza concreta di tale società  visto che oggi alcune donne detengono il massimo potere in molte situazioni anche quando sono palesemente impari al compito come sappiamo bene in questo Paese, ma anche in Europa. ma diciamo che sì, una cultura fondamentalmente focalizzata sull’uomo, è ancora quella prevalente e uno dei modi per conservala è proprio quello di mettere fedeli esecutrici al potere o inscenare  episodiche  proteste di fronte ai casi tragici come quello di Giulia . L’omicidio  è sempre un evento speciale al di fuori della logica sociale:  sostenere che tutti gli uomini in quanto tali sono potenzialmente assassini è una banale fesseria, tanto che le stesse pasionarie con contratto a scopo  o a tempo indeterminato le quali invocano la sorveglianza a tappeto della polizia. Peccato che le forze dell’ordine siano composte in grandissima prevalenza da maschi e di certo non tra i più mansueti e adusi al pensiero o alla temperanza, quindi si tratterebbe di mandare le donne in bocca al lupo se chi fa queste affermazioni sulla natura maschile strutturalmente e culturalmente prevaricante fino all’estrema violenza fisica, credesse davvero a quello che dice.

Naturalmente ci dovrebbe essere una legislazione articolata capace di proteggere le donne (e in qualche caso anche gli uomini) quando i comportamenti dei partner possano prendere una brutta piega. Per esempio la possibilità di divorzio immediato nei casi di violenza fisica, ma i modi potrebbero essere tanti e dovrebbero essere le persone che operano in questo settore a dare suggerimenti concreti e non vittime di ideologismi. però il fatto è che qualsiasi causa femminista e anzi qualsiasi causa in generale, non può essere portata avanti  facendo leva su singoli episodi, per quanto essi possano colpire l’emotività. Sono le strutture di pensiero, di logica, di cultura che devono semmai essere decostruite. E questo non mi sembra che avvenga perché le donne stesse sono in mezzo al guado anche se si costruiscono mille alibi per dire di essere sull’altra riva. L’esempio di scuola potrebbe essere quello di una giornalista che per rialzare le quotazioni del quotidiano che andava a dirigere approvò una pubblicità basata sul lato B femminile, salvo dare addosso ogni giorno a un premier per le sue cene eleganti, popolate di escort, scelte principalmente in ragione di quel lato.  Tanto poco sono servite queste battaglie la condizione di molte donne che non vivono situazioni privilegio, che devono lottare per un lavoro, per essere madri, per non dipendere da un uomo,  sono nel frattempo peggiorate. Ma è chiaro che sia così:  il sinedrio globalista che possiede l’informazione e che propende per  queste campagne sa che l’emotività è una benda sugli occhi: dentro questa cupola, le donne nemmeno esistono, sono meri oggetti di scarso valore. Loro vogliono più di una società patriarcale, vogliono essere dei Patriarchi .

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