Un viaggio che vuole essere anche una scoperta della storia di Puglia e Basilicata
Ripercorrere i sentieri della storia, scritta sulle vestigia di castelli, antichi palazzi e chiese, dà sempre un’emozione incredibile. Specie se si tratta del proprio territorio, talvolta lacerato dall’incuria dell’uomo, talvolta ancora sconosciuto ai più.
E questo nostro viaggio ha per protagoniste Puglia e Basilicata, due regioni che sono anche scrigni preziosi di tesori architettonici. Due regioni che oltre a scorci paesaggistici mozzafiato, regalano al visitatore squarci di una realtà contadina, ancora presente in loco.
Sono le terre dello splendore feudatario che si contrapponeva a una massa quasi sempre indigente, animate da quello spirito tipicamente popolare che trovava in miti, leggende, e un cieco fideismo l’alternativa alla propria realtà di vita.
Tutto si spalanca in una luce nuova quando si ha voglia di scoprire, di conoscere, di leggere pagine di un libro dimenticato. E’ il libro della nostra identità, del nostro passato che permea e vivifica il presente.
Gli obiettivi
L’obiettivo principale di questo nostro viaggio nella storia è appunto questo: far conoscere buona parte del nostro territorio. Quella più trascurata, ma che rivela tesori incredibili di arte, di cultura.
Tutto comincia da qui, da questa voglia di immergerci in un universo che travalica i limiti temporali e spaziali per portarci un una dimensione unica. Quella della conoscenza.
Prima tappa
La prima tappa di questo viaggio è Fragagnano, un paese di circa 5.000 abitanti, ma che vanta una storia millenaria, grazie alla fertilità della sua terra, irrorata da acque sorgive.
La geografia stessa di Fraganano inoltre ha rappresentato, sin dal neolitico, una meta ambita per i primi agricoltori della storia e gli scavi archeologici, condotti in loco, hanno portato alla luce reperti di notevole interesse, arricchendone l’importanza.
Poi, nei secoli successivi, l’agricoltura ha continuato ad essere la fonte primaria dell’economia. Un’economia, però, pilotata dagli interessi e da una logica di sfruttamento feudataria che oggi troviamo testimoniata dagli splendidi palazzi che arricchiscono questo paese.
Del resto questa è una caratteristica del nostro Sud che si è contrapposta al processo graduale di industrializzazione del Nord Italia, ma in un ‘area di così piccole dimensioni, questa disparità economica è ancora più tangibile.
Ancora oggi sono visibili infatti i fasti e la ricchezza delle famiglie nobili che hanno primeggiato in Fragagnano. Il palazzo baronale, dalla splendida e massiccia architettura cinquecentesca, oggi proprietà di un privato, e una serie di palazzotti, purtroppo in un notevole stato di degrado.
Un degrado che appare ancora più visibile nel palazzo marchesale, edificato nel 1701. Il palazzo, allo stato attuale, è puntellato nella parte superiore, ma pare sia prossimo il suo restauro che, come ci dice il sindaco, dott.Giuseppe Fischetti, dovrebbe riportarlo al suo antico splendore.
Il nostro percorso continua attraverso le vie in salita del paese e a farci da guida, due donne , animate da una grande ed evidente volontà di dare un contributo concreto alla rinascita di questo territorio.
Lucia Traetta, assessore alla cultura di Fragagnano, ci parla degli usi, dei costumi e delle antiche leggende di questa realtà contadina, proiettandoci in un mondo per molti versi a noi sconosciuto. Poi, il supporto storico-artistico della Presidente della Pro loco, Nunzia Di Giacomo ci conduce all’interno di chiese che, pur con le molte manipolazioni architettoniche subite nei secoli, preservano, nella loro struttura e negli affreschi gravemente danneggiati, la loro struttura originaria. Una struttura risalente, nel caso della Chiesa madre, al IX sec. d.C., quando i Longobardi diedero vita e alimento a una religiosità che divenne parte integrante della vita degli ultimi.
Tipicamente settecentesca invece, ma un gioiello dell’arte barocca è la chiesetta della Madonna del Carmine, la cui facciata domina la piazzetta circostante. Insomma un tripudio dell’arte barocca che testimonia l’evidente splendore di Fragagnano in quell’epoca remota.
E, travolti da questo clima di arte e cultura, il tempo sembra non esistere, ma forse il sibilo del vento ci riporta alla realtà e ci rendiamo conto che è giunto ormai il momento dei saluti. Dei grazie detti con la sincerità delle emozioni provate e dei tanti perché che rimangono inespressi.
E il nostro viaggio, per oggi, termina qui.