“A Capodanno nessuno faccia empie ridicolaggini quali l’andare mascherati da giovenche o da cervi, o fare scherzi e giochi, e non stia a tavola tutta la notte né segua l’usanza di doni augurali o di libagioni eccessive.
Nessun cristiano creda in quelle donne che fanno i sortilegi con il fuoco, né sieda in un canto, perché è opera diabolica “che triste capodanno augurava Sant’Eligio (morto nel 659 o nel 660d.c.) al lascivo popolo delle Fiandre che invece, nel VII sec. aveva nelle usanze e costumi festeggiarlo dandosi a libagioni sfrenate.
Fonti storiche asseriscono che i primi popoli a festeggiare il capodanno sono stati i Babilonesi 4000 anni fa, festeggiavano il primo dell’anno con la prima luna nuova , dopo l’equinozio di primavera.
Una usanza che contraddistingueva il Capodanno babilonese era quella di porsi dei buoni propositi, da esaudire entro l’anno, ci si prometteva di restituire gli strumenti agricoli, presi in prestito, ai loro proprietari cosi che la cerimonia serviva a propiziare fertilità e ricchezza. Festeggiamenti simili, esistevano già nell’antico Egitto.
Mentre nella antica Grecia attorno al 600 a.C. l’anno nuovo è simbolicamente rappresentato da un neonato, tradizione che celebrava l’annuale rinascita di Dioniso, dio del vino, nelle vesti di un bambino.
La nostra civiltà impregnata di cristianesimo, invece ha riportato indietro il Capodanno ma ha mantenuto il rito babilonese attraverso la commemorazione della Pasqua, la resurrezione, spostandola alla domenica successiva.
Abbiamo adeguato gli eventi cosmici alle nostre esigenze, cambiando festa e luogo .ma mantenendo intatto il rito naturale, anche perché il primo di gennaio non esiste un inizio o una fine di ciclo naturale, se non quello ispirato dal ciclo solare che raggiunge il culmine minimo delle ore di luce.
Giulio Cesare nel 46 a.C. nel suo calendario chiamato per l’appunto Giuliano, decise di fissare definitivamente il giorno ponendo il Capodanno al 1°gennaio, anche se non da tutti veniva rispettato.
Ad esempio, in Francia fino al 1564 il primo dell’anno coincideva con la domenica della Resurrezione, in Spagna fino al XVI sec. con il 25 dicembre, giorno della Natività, mentre in Gran Bretagna e Irlanda fino al 1752 l’inizio dell’anno cadeva il 25 marzo.
Ma anche in casa nostra non era tutto uguale, a Venezia ad esempio cadeva il 1° marzo, in Basilicata, Sardegna, Puglia, Calabria il calendario Bizantino imponeva il primo settembre come inizio dell’anno.
Solo nel 1691 papa Innocenzo XII emendò il calendario del suo predecessore stabilendo che l’anno dovesse cominciare il 1º gennaio, cioè secondo lo stile moderno o della Circoncisione. L’adozione universale del calendario gregoriano fece sì che anche la data del 1º gennaio come inizio dell’anno divenne infine comune.
Infine, ci provarono i regimi totalitari a cercare di cambiare il primo dell’anno ma con scarso successo. Svariati regimi politici hanno istituito riforme del calendario di più o meno lunga durata.
Durante il periodo fascista in Italia il regime istituì il 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma, come proprio Capodanno, associato ad una numerazione degli anni parallela a quella tradizionale contando come “Anno I dell’Era Fascista” il periodo tra il 28 ottobre 1922 ed il 27 ottobre 1923, e gli altri a seguire.
Questa modalità, utilizzata nel Regno d’Italia durante tutto il ventennio fascista, fu portata avanti dalla Repubblica Sociale Italiana ed abbandonata con la caduta di quest’ultima il 25 aprile 1945.
Nonostante tutto le usanze e le tradizioni intrise di superstizioni non cambiarono molto nei secoli.
Ad esempio, dalla finestra si usa buttare le cose delle quali ci si vuole disfare, si fanno i fuochi d’artificio, si brinda con lo spumante e si mangia l’uva, in segno di prosperità. In alcune località italiane, la notte del 31, viene acceso un grande falò, ad accogliere il nuovo anno.
Questo fuoco non brucia soltanto le cose spiacevoli accumulate del vecchio anno ma sta a ricordare anche il Sole che col suo fuoco dona energia, fertilità e fecondità. E il Sole non è che il simbolo del Redentore.
Festeggiare allegramente in compagnia di parenti e amici, il più lussuosamente possibile è di buon auspicio, perché la tradizione vuole che, come si trascorre la notte di Capodanno, si trascorre tutto l’anno.
Pillole di Capodanno
In Spagna, alla mezzanotte si usa mangiare, uno per ogni rintocco, dodici chicchi d’uva. In Russia, al dodicesimo rintocco della campana, si apre la porta di casa per fare entrare il nuovo anno.
In Ecuador e in Perù, la sera dell’ultimo dell’anno, mettono fuori, ognuno dalla propria casa, dei fantocci di cartapesta, che saranno bruciati in strada, all’arrivo dell’anno nuovo.
In Giappone, prima della mezzanotte, le famiglie usano andare al tempio a bere del sakè, per poi ascoltare i 108 rintocchi del gong, che danno il benvenuto al nuovo anno. Si crede che ognuno, accumuli durante l’anno, 108 peccati; ogni colpo del gong, serve a purificare chi li ascolta, da questi peccati
Ricette
Sembra che i cannelloni siano il formato di pasta più antico, si usava tagliare dei rettangoli di pasta che venivano poi farciti, arrotolati su se stessi e cotti, gli antenati degli attuali cannelloni.
Cannelloni ripieni
Ingredienti 20 cannelloni 500gr carne macinata di bovino 50 g Burro 1 cipolla 150 g Parmigiano Reggiano
olio q.b. 500cc di besciamella 250 cc di salsa di pomodoro Pepe nero .
Mettete sul fuoco una pentola d’acqua, portatela a bollore,salatela e cuocetevi i cannelloni facendo attenzione a lasciarli molto al dente.
Scolateli e lasciateli raffreddare su uno straccio pulito ma umido, in modo da fermare la cottura ed allo stesso tempo mantenerli al dente. Per ottenere dei cannelloni più resistenti, una volta cotti inumidite con un po’ d’acqua fredda.
IL RIPIENO:
Preparate un soffritto con la cipolla tritata finemente, il burro e un goccio d’olio, e fateci rosolare insieme anche la carne.
A rosolatura avvenuta togliete la carne dal fuoco e aggiungete metà della besciamella il pepe e 100 gr di formaggio grattugiato.
Con la preparazione ottenuta, riempite i cannelloni e disponeteli uno accanto all’altro in una teglia che avrete imburrato per bene.
Versateci sopra la restante besciamella mischiata con la salsa si pomodoro, spolverizzate con il restante formaggio ed infornate il tutto a180° fino a quando sulla superficie dei cannelloni si formerà una leggera crosticina dorata.
Stinco di maiale stufato
per 4 persone: 2 stinchi di maiale 1 carota 1 cipolla 1 gambo di sedano 200 cl di vino rosso olio brodo farina sale pepe.
Infarinate gli stinchi e rosolateli per bene in una casseruola con l’olio. Tritate finemente tutte le verdure, unitele agli stinchi e lasciate cuocere per qualche minuto.
Sfumate con il vino rosso.
Versate il brodo caldo aggiustate di sale e pepe e lasciate cuocere a fuoco lento con il recipiente coperto per 2 ore, unendo altro brodo se necessario. Servite gli stinchi col fondo di cottura …
Insalata di lenticchie
300 gr. di lenticchie 300 gr. di pomodorini di pachino 1 cipolla di Tropea 283
1 ramo di rosmarino fresco un cucchiaio di vino cotto olio extravergine di oliva. Fate cuocere per circa un’ora le lenticchie in acqua leggermente salata.
Tagliate a fettine sottili la cipolla di Tropea Tagliate i pomodorini a fette sottili. Aggiungete i pomodorini e la cipolla alle lenticchie, il rosmarino fresco, condite con il cucchiaio di aceto balsamico mescolate, quindi aggiungete l’olio e aggiustate di sale.
Crespelle di castagne ripiene di ricotta al miele
come preparare le crespelle
In una ciotola mescolare con una frusta la farina di castagne, l’acqua, un filo di olio extravergine d’oliva e un pizzico di sale, fino a ottenere una pastella densa e liscia. Scaldare un padellino antiaderente e ungerlo con una noce di burro, versarvi un mestolo scarso di impasto e cuocere bene su entrambi i lati.
Continuare fino a completo esaurimento del composto. In un’altra ciotola lavorare energicamente la ricotta, aggiungervi un cucchiaio di olio extravergine d’oliva, un pizzico di sale e noci ben tritate.
Stendere il composto di ricotta al centro di ciascun crespella e arrotolare proprio come per un cannolo. servire con sopra, se piace un filo di cioccolato caldo.