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Ex Ilva, tutto in alto mare

Siamo ormai, calcisticamente parlando, nei minuti di recupero per capire quale sarà il futuro della ex Ilva di Taranto. A questa decisione è legato il futuro di migliaia di lavoratori che, nel colosso franco/indiano hanno il loro posto di lavoro. Tre sono le ipotesi che si prospettano al momento: nazionalizzazione, un nuovo socio, o il commissariamento.

Nessun risultato concreto negli incontri avuti prima di Natale, è stato tutto rinviato agli ulti giorni dell’anno. Rocco Palombella, segretario della UILM, è stato molto chiaro, il Natale è stato molto incerto per i lavoratori, la speranza che il capodanno sia migliore, per tutti noi, ci riempie di fiducia. Il nuovo incontro, da tenere a Palazzo Ghigi, ci sarà, presumibilmente fra il 28 ed il 29 dicembre, visto che quello tenuto il 20 non ha portato a nessun risultato. Siamo in una fase in cui le decisioni saranno fondamentali, o l’ex Ilva viene rilanciata, o si deciderà per la chiusura, con tutto quello che questa decisione potrebbe comportare. Uno dei principali problemi da risolvere, è quello della decarbonizzazione, fondamentale sotto il profilo ambientale.

Altro problema, evidenziato dai sindacati, ma sotto gli occhi di tutti, è quello della manutenzione, ordinaria e straordinaria degli impianti, ormai obsoleti, se la manutenzione non venisse attuata, da tre forni in funzione, nel 2024 si passerebbe a uno solo, con gravissime conseguenze sulla produzione, già attualmente ridotta. Ma per fare tutto questo occorrono dei soldi, chi aprirà i cordoni della borsa? Acciaierie d’Italia, la società proprietaria della ex Ilva detiene il 63% delle quote in capo ad Arcelor Mittal franco-indiana, ed il 37%  in Invitalia, quindi lo Stato. Mittal, ha già fatto sapere che non ha nessuna intenzione di sborsare dei soldi, piuttosto reclama dei crediti che avanzerebbe dallo Stato, anche se è noto che la proprietà privata non abbia investito nella struttura. È questo anche il motivo dello scontro fra Mittal ed il Governo.

Negli ambienti governativi, circolano con insistenza alcune ipotesi da attuare, la prima è quella della ricerca di un nuovo partener privato, si fanno i nomi di Metinvest dell’Ucraino Rinat Akhmetov e dell’indiana TATA la seconda è quella della nazionalizzazione, che non dovrebbe essere definitiva ma a carattere temporaneo, la terza è il commissariamento per mettere in liquidazione la AdI per poi ripartire con una nuova società. Da tenere ben presente che, la volontà del Governo è quella di tenere aperta la ex Ilva, industria strategica a livello nazionale e internazionale, che continuerà a produrre acciaio, questa volta, con la speranza che venga rispettato l’ambiente ma soprattutto la salute dei cittadini tarantini.

Antonello Giusti

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