Principale Arte, Cultura & Società Alexandre Dumas e la sua prigionia

Alexandre Dumas e la sua prigionia

Taranto scopre Alexandre Dumas, l’uomo vittima di un destino crudele, in un suo epistolario immaginario 

Alexandre

Taranto scopre Alexandre Dumas, l’uomo vittima di un destino crudele, in un suo epistolario immaginario

 

Uno squarcio di storia e di vita ieri sera al Museo Diocesano di Taranto. Protagonista Alexandre Dumas, l’uomo che ha dato i natali ad uno degli scrittori più significativi del panorama letterario internazionale.

Un’iniziativa lodevole,  volta alla divulgazione culturale di scorci di storia scarsamente conosciuta che hanno avuto come teatro il nostro territorio.

Alexandre

Una lettura teatralizzata che ha raccolto i favori del pubblico presente in sala e che ha aperto il sipario su un personaggio chiave della storia di quegli anni di fine ‘700. Anni in cui l’eco degli ideali della rivoluzione francese era ancora radicato in una ristretta fascia di uomini al seguito di Napoleone.

 

L’evento, promosso dalle associazioni Nobilissima Taranto, che ha in Carmine De Gregorio un leader indiscusso, e Taranto Gran Tour, che vanta un direttore artistico di alto profilo e spessore culturale, quale Fabrizio Iurlaro, ha rappresentato un passo strategico per la conoscenza della città di Taranto. Del suo significato e della sua storia.

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Un racconto denso di pathos

Intenso, drammatico, il racconto di quei tempi che videro l’ascesa al potere di Napoleone Bonaparte, accecato dalla sua megalomania e incurante di quanti fossero, al suo seguito, animati da ideali reali.

Un’epoca in cui l’astro folgorante del cittadino Bonaparte illuminò i cieli di tanta parte della nostra Europa e dell’Africa. Un astro che lampeggiò e si spense dopo una manciata di anni, rivelandosi nella sua effettiva dimensione.

Ed è proprio in quel periodo che s’inserisce la triste vicenda del nostro Alexandre Dumas, cui hanno dato voce ieri sera lo straordinario Mario Calzolaro e Giuseppe Colamucci Manitta, regista anche della lettura teatralizzata.

Attraverso un epistolario immaginario, ideato da Heléne Claude Francés, storicamente puntuale, ha preso corpo quindi la figura di questo generale francese, vittima di un destino crudele.

Dumas e Taranto

Il suo approdo casuale in una Taranto dilaniata dalle logiche di sfruttamento borboniche, il suo arresto, la sua prigionia nel Castello Aragonese, hanno percorso due anni terribili. Due anni, dal 1799 al 1801, in cui Alexandre Dumas, il mito delle truppe francesi, ha conosciuto l’onta della prigionia e il dramma di un avvelenamento costante, continuo.

Intrighi, delusioni, ma soprattutto l’abbandono da parte di Napoleone di questo eroe troppo scomodo sono stati portati ieri sera sulla scena. E il Dumas uomo, con i suoi ideali e la sua amarezza, è emerso in tutta la sua forza, ma anche nella sua fragilità.

Il rapporto epistolare con la madre, interpretata da Valentina Colleoni, nonché quello con la moglie, cui ha dato voce ed intensità emotiva Barbara Galeandro, hanno fotografato il dramma di quest’uomo che ha conosciuto anche la tortura.

Poi, la libertà, ma niente è stato più come prima. Difficile infatti ritornare ad essere l’uomo di una volta. Impossibile credere in valori cancellati da una storia scritta da un uomo assetato solo di potere, quale Napoleone.

E l’amara vicenda di Alexandre Dumas, probabilmente ispiratrice del Conte di Montecristo, scritto dal figlio, ha coinvolto tutti, lacerando lembi di storia sconosciuta.

Un plauso, dunque, agli organizzatori che hanno creduto in questo progetto, ma anche e soprattutto a Helene Claude Francés.  Colei che, dopo anni di  costanti ricerche, ha dato voce ad un eroe troppo spesso dimenticato.

https://www.corrierepl.it/

https://www.corrierenazionale.net/

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