Principale Arte, Cultura & Società Alessandro De Nicola: “Il Ducetto Anno XXX dell’Era Fascista”

Alessandro De Nicola: “Il Ducetto Anno XXX dell’Era Fascista”

Quello della distopia, è un dominio letterario caratterizzato dalla preposizione “contro”, di un lontano futuro-post: “Il Ducetto Anno XXX dell’Era Fascista”, il libro dell’Avvocato Alessandro De Nicola edito da Rubbettino, ci racconta appunto, un’immagine deformata dell’Italia negli anni Cinquanta. La vicenda generatrice viene interrogata in modo molto diverso dall’evento storico realmente accaduto. Il romanzo restituisce a noi lettori un Paese popolato da fascisti senza camicia nera. Difatti l’autore, non esalta il fascismo vittorioso, e non ne illumina soprattutto la pulsione razzista.

La storia risale dunque a Mussolini che evita di entrare in guerra perchè in quei giorni è in preda a malesseri di ogni genere, quindi continua a governare, per poi morire di malattia. A quel punto viene sostituito da Ciano, il Ducetto. L’Italia descritta da Alessandro De Nicola, è tuttavia, una sorta di “isola felice”, nella misura in cui è possibile esserlo in un Paese retto da un regime totalitario, in cui i personaggi, tra complotti e intrighi internazionali, per assassinare il Presidente del Consiglio Gian Galeazzo Ciano, sono incorniciati ironicamente in una spy story. In un’Europa devastata dalla guerra, intenta a edificare città nuove, De Nicola riconduce la deviazione ucronica sul binario della storia come la conosciamo attraverso un’accurata ricostruzione del periodo, con la differenza che narra una storia italiana alternativa. In questo modo la sua storia alternativa funge da lente deformante che mostra ingranditi tanti vizi del carattere nazionale. Una lente che ci consente di vedere il nostro presente con sconcertante nitidezza, per quanto straniato e anamorficamente rappresentato. Ancora una volta, la rappresentazione del passato, anche alternativo, ha molto a che fare col presente che lo ricorda e in misura variabile, certo massiccia quando si parla di ucronie, lo reinventa. Un libro da leggere, che riesce a unire con la genialità ideativa dell’autore e la maestria compositiva di un linguaggio sempre in bilico tra ironia e tragedia, la ragione e i sentimenti, la precarietà e la stabilità, l’incedere di una quotidianità, anche se lontana. La rivelazione di un talento narrativo.

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