Se agli occhi del mondo di giorno sono avversari, di notte si rivelano inaspettatamente complici. Un patto segretissimo sulla sicurezza dell’intelligenza artificiale, infatti, sarebbe stato appena siglato tra le due titaniche potenze globali, la Cina e gli Stati Uniti d’America.
L’inusuale sodalizio, che è stato portato alla luce dal Financial Times, grazie alle testimonianze di un intermediario parte dei colloqui (e che avrebbe richiesto l’anonimato), sarebbe stato caratterizzato da incontri molto riservati, che sarebbero andati avanti per diversi mesi e che avrebbero avuto luogo nel cuore della Svizzera, precisamente a Ginevra.
D’amore e d’accordo (sulle cose che contano)
Tra i partecipanti statunitensi pare che figurassero illustri scienziati, politici di lunga data e rappresentanti del settore dell’IA nordamericana. Per il Dragone, invece, sarebbero stati presenti ambasciatori dell’acclamata Università di Pechino e alti militari provenienti da diverse istituzioni statali. I meeting, avvolti nel più totale mistero, sarebbero stati organizzati con l’assenso delle rispettive intelligence e con l’ulteriore coinvolgimento degli agenti segreti britannici (i famigerati “007”).
Secondo quanto riferito dal quotidiano d’oltreoceano, inoltre, i presenti avrebbero concordato di far evolvere in maniera sicura – per loro – la tecnologia più avanzata nell’ambito della rielaborazione non umana. Sarebbero stati affrontati anche temi cruciali legati alla potenziale diffusione di cattiva informazione e ai pericoli che il “cervellone digitale” potrebbe comportare per la coesione sociale.
Cogliere ogni possibilità di controllo sociale?
L’organizzazione che ha mediato questi colloqui è risultata essere il Gruppo Shaikh, noto per organizzare summit tra chi è coinvolto in prima persona in situazioni belliche, il che di solito lo vede operare nella regione africana e mediorientale. Salman Shaikh, CEO del gruppo, avrebbe dichiarato: “Il nostro obiettivo principale era sottolineare le vulnerabilità, i rischi e le opportunità associati all’ampia diffusione di modelli di intelligenza artificiale condivisi in tutto il mondo. Abbiamo visto l’occasione di riunire i principali attori statunitensi e cinesi che lavorano sull’intelligenza artificiale e l’abbiamo colta”.
E quindi, mentre l’opinione pubblica è convinta che Cina e USA non riescano a trovare accordi su molteplici questioni, in realtà pare che i due Paesi siano sempre stati in sintonia su un particolare aspetto: il controllo della società attraverso la tecnologia. Un monitoraggio che viene praticato apertamente dal governo di Pechino e, in modo più “sottile” ma altrettanto efficace, in casa dello zio Sam. Tuttavia, il negoziatore non avrebbe potuto (o saputo o voluto) svelare al momento i dettagli del patto tra le due superpotenze, lasciando il mondo con l’angoscia per cosa potrà emergere quando, un domani – forse -, si passerà dalle parole ai fatti e i giochi saranno oramai decisi.
Fonti online:
ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Arianna Graziato dell’11 gennaio 2024), Il Sole 24 Ore, Financial Times, sito (inglese) dell’Università di Pechino, sito del The Shaikh Group (TSG), Tempi;
Canali YouTube: Pillole di Storia, Filosofia e…, Peter W. Kruge.
Antonio Quarta
Redazione Corriere di Puglia e Lucania