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Presentato il volume del prof. Ezio Ritrovato sulla storia dell’industria Cestaro Rossi & C. di Bari

Un'azienda fondata da tre pionieri dell'industria barese con origini liguri e lombarde REDAZIONE ALTAMURA - ALTA MURGIA

Immagine di copertina

Cento anni di storia industriale narrata nel volume del prof. Ezio Ritrovato, docente di Storia Economica e Storia d’Impresa presso il Dipartimento di Economia e Finanza dell’Università  “Aldo Moro” di Bari.

Una pubblicazione di circa 125 pagine, Franco Angeli Edizioni, corredata di immagini significative sull’evoluzione dell’azienda barese Cestaro Rossi & C. nel suo anniversario dei cento anni di ininterrotta attività  1921-2021.

La presentazione è stata fatta venerdì 19 gennaio 2024 nell’Aula Magna dell’Università di Bari davanti ad un pubblico attento a conoscere questa realtà industriale che ha cavalcato tutto il Novecento e tutt’oggi operativa,  partendo  in concomitanza con la nascita del Partito fascista.

L’introduzione è stata fatta dal prof. Federico Pirro, Presidente onorario e coordinatore scientifico del CESDIM – Centro Studi e Documentazione sull’industria nel Mezzogiorno, da lui promosso presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro.

Al tavolo dei relatori presenti anche il Magnifico Rettore Prof. Stefano Bronzini; il Presidente di Confindustria Puglia e Bari-Bat Sergio Fontana; il prof. M.G. Bascapè Sovrintendente  del Ministero dei Beni culturali;  il dott. Michele Dalla Serra erede con altri fratelli dell’attuale compagine aziendale.

Il prof. F. Pirro nell’introdurre i relatori, ha fatto presente che bisogna avere fiducia in questa terra; non è solo il  nord Italia o i paesi nord europei a dare occupazione, ma c’è futuro anche nella nostra regione.

Il lavoro di ricostruzione storica ha richiesto notevoli sforzi di ricerca, ha precisato l’autore prof. Ezio Ritrovato;  sono state fatte ricerche ad ampio spettro non solo negli archivi aziendali, ma anche tra le carte di famiglia degli eredi dei fondatori di Cestaro, dei  fratelli Rossi, degli attuali proprietari Dalla Serra e attraverso la stampa  regionale e nazionale che  nel tempo si è interessata dell’azienda con articoli e inserti pubblicitari, di cui si ha contezza nel volumetto.

Nella ricostruzione diacronica sono stati individuati tre periodi della storia aziendale della Cestaro Rossi:

1-la fondazione, 15 agosto 1921,  ad opera di Gismondo Cestaro nato in provincia di Vicenza e poi trasferitosi a Milano unitamente ai  fratelli  genovesi Matteo e Daniele Rossi negli anni del fascismo;

2-l’espansione nel secondo dopoguerra;

3-l’opera di Ruggero Dalla Serra; la diversificazione produttiva e l’internazionalizzazione sotto la gestione dei fratelli  Michele e Fabio Dalla Serra (figli di Ruggero).

La  venuta a Bari nel 1919  di Gismondo  Cestaro e dei fratelli Matteo e Daniele Rossi e il conseguente avviamento della loro attività nel capoluogo pugliese inizia da un  incontro  durante i  lavori di installazione presso il Mulino Tamma di un grande motore industriale e  del montaggio della condotta principale dell’Acquedotto Pugliese di Caposele a Canosa. Erano dei tecnici, detto in breve, ma col pallino di diventare imprenditori, visto il clima favorevole in quel periodo  degli investimenti su scala nazionale da parte dello Stato.

Perciò, i tre tecnici  formalizzarono la costituzione di una società in nome collettivo denominata Officine Meccaniche Liguri-Lombarde Cestaro Rossi & C. con attività nel settore delle riparazioni meccaniche, loro campo d’azione. Furono stabiliti i ruoli: i fratelli Rossi   avocavano a sé tutte le operazioni tecnico-produttive; mentre a  Gismondo Cestaro gli si assegnava  la procura generale per compiere tutte le operazioni commerciali e amministrative.

Aula Magna

Ovviamente tutti e tre si trasferirono a Bari con le rispettive famiglie. Seguirono anni di esaltante attività, tanto che nei decenni successivi la compagine societaria si trasformò in Cestaro Rossi & C. Spa/Società per azioni.

I soci fondatori, sempre attenti alle esigenze del mercato, individuarono altri  settori in cui poter operare, non più  nella sola  manutenzione, ma soprattutto nella costruzione e installazione di  impianti di nuova generazione puntando verso l’agroalimentare, introducendo nuovi macchinari in sostituzione dei mulini a palmenti (macine di pietra); furono realizzate attrezzature per l’essiccazione della pasta alimentare nei pastifici industriali; insomma, fu allargato il ventaglio dei dispositivi meccanici, con l’invenzione di nuovi brevetti, per migliorare le lavorazioni  in vari ambiti produttivi, tra cui neisettori vitivinicolo e oleario.

Molti gli attestati di benemerenza ricevuti in occasione di fiere e mostre. Cresceva in altri termini l’immagine e l’affidabilità.

Con la morte di due fondatori nell’immediato dopoguerra, iniziano le riflessioni di nuove scelte per diversificare l’attività.

Messa in liquidazione la Società in nome collettivo, fu costituita la Cestaro  Rossi & C. Spa con analogo comitato inserendo i nuovi eredi.

Nel 1963-64 c’è un rimpasto nella compagine amministrativa; subentrano i figli dei fondatori, con ulteriore avvicendamento dei nipoti; infatti a Italia Cestaro sposata Dalla Serra, subentra il figlio Ruggero che diventa Presidente con pieni poteri di firma; dei tre figli di quest’ultimo, due (Michele e Fabio) raggiunta la maggiore età entrano nella gestione amministrativa e tecnica  dell’azienda.

Con Ruggero Dalla Serra , il Gruppo Cestaro Rossi   scala le vette dell’industria italiana; è punto di riferimento nelle grandi commesse in collaborazione con gruppi industriali nazionali (ANIC, AGIP); è fornitrice di  impianti sofisticati.

La sede dell’azienda si trasferisce in un grande capannone di fronte alla STANIC. Il Gruppo industriale si attesta come una delle aziende più qualificate nella costruzione e installazione di sistemi ad alto contenuto tecnologico.

Le sue maestranze sono un patrimonio immateriale di immenso valore.

L’epopea del Gruppo Cestaro Rossi è solo a mezza strada negli anni Ottanta; sul piano sociale non mancano sostegni a favore di attività culturali. Verso la fine del secolo scorso e l’inizio del secondo millennio, l’azienda punta all’internazionalizzazione aprendo nuove frontiere con forniture di carpenteria pesante  nei settori delle acciaierie, raffinerie e industrie chimiche.

Vengono costituite delle “spin off”/aziende satelliti come la “Cierre”; Impiantistica Traversa; la C.R. Consorzio Impianti industriali.

Il “Company board” è costituito dai giovani eredi pieni di energie. L’era  dei frantoi oleari, degli impianti enologici, dei mulini e dei pastifici viene archiviata.

Oggi, sempre con un occhio attento  alle dinamiche di mercato e alla diversificazione, l’azienda strizza l’occhio al “green”, alle centrali nucleari, al fotovoltaico.

Attualmente alla plancia di comando c’è il dott. Michele Dalla Serra, Amministratore delegato, il quale ha dichiarato che il Gruppo  occupa circa 740 unità lavorative, più un centinaio  di unità nell’indotto.

Poiché il “core business” dell’azienda è l’installazione di impianti e la manutenzione, l’obiettivo  è di stare dietro alle normative nel seguire i progetti dei clienti più importanti, come nel caso dell’ENI  indirizzata alla riduzione dell’utilizzo dei combustibili fossili e alla trasformazione di prodotti con minore emissione di CO2; e all’utilizzo di biodiesel con miscele di residui di materie vegetali.

Il prof. Ezio Ritrovato, docente di Storia dell’industria presso l’Università di Bari a margine della presentazione della sua opera ha tenuto a precisare che è fondamentale conservare i documenti aziendali per tracciare in futuro la storia dell’impresa; una raccomandazione importante – ha chiosato – che mi permetto  di fare  agli imprenditori consapevoli e sensibili per consentire alle nuove generazioni di accedere ad un patrimonio collettivo.

   

 

 

 

 

 

 

 

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