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Un grande “Ranch” e un Campus culturale immersivo nel cuore dell’Alta Murgia

L'ing. Vito Labarile costruttore e filantropo con una visione futuristica per il territorio dell'Alta Murgia REDAZIONE ALTAMURA - ALTA MURGIA

Immagine di copertina

Un suggestivo centro polifunzionale  dove all’attività zootecnica e ai processi trasformativi dei prodotti sono abbinate altre  attività collaterali della gastronomia (cooking and food test); della cultura, dell’arte e del pensiero di una scuola neo rurale .

Un progetto futuristico che avrà il suo battesimo entro giugno 2024. Sarà fiore all’occhiello per la Capitale della Murgia.

L’estesa tenuta di circa 300 ettari  è situata nel cuore dell’Alta Murgia su un contrafforte, dalla cui  altitudine (450 m.s.l.) si domina  tutto il vasto orizzonte in direzione di  Bitonto, Palo del Colle, Grumo Appula; confina con la Foresta Mercadante ed è circondata dal Parco Nazionale dell’Alta Murgia.

Per i camminatori lenti, per gli appassionati di mountain bike, e per chi ama il relax assoluto per disintossicarsi dal traffico cittadino o da altre frenetiche attività urbane,   la località denominata “Donnapaola” è un gioiello che merita di essere scoperto per il godimento degli occhi  e dello spirito.

Le coordinate per raggiungere questa amena “location” sono: stazione ferroviaria della FAL/Ferrovie Calabro-lucane di Pescariello sulla statale 96 Altamura/Bari; si prende la  strada interprovinciale  di fronte che conduce a Cassano delle Murge/Foresta Mercadante, e dopo circa 800 metri  un totem posto sul lato sinistro indica che “Donnapaola” dista  2 chilometri. La strada sterrata, delimitata da due filari di muro a secco secolare, suggerisce che in passato è stato un tratturo.

Per la mia esperienza di scrittore e storico, comprendo che mi trovo nell’ex feudo dei Conti Sabini di Altamura; meglio noto come “Bosco Sabini”.

La landa che si presenta lungo il tragitto, in questi periodo di riposo della natura (18.1.2024), è desolante; in compenso l’aria fine e il cielo terso fanno immaginare che a primavera ci sarà un’esplosione di colori e  profumi di piante officinali ed aromatiche  che solo la Murgia regala nella sua ancestrale simbiosi; è terra di ricchi pascoli e funghi cardoncelli;  i querceti sono di casa in questo habitat naturale; esemplari secolari dalla ricca chioma ce ne sono tanti, sparsi nel perimetro della tenuta lungo circa  13 chilometri.

L’altamurano che conosce il territorio sa di essere di fronte ad una meraviglia del creato, ad un luogo incontaminato.

Ing. Vito Labarile

 Così, mentre con l’auto percorro lentamente  l’antico e ampio tratturo, l’occhio spazia tutt’intorno cercando di catturare quante più immagini possibili. E’ un momento  di fascinoso e sublime godimento per l’anima.

Giunto all’ingresso mi accoglie compiaciuto  il proprietario, l’ing. Vito Labarile;  un signore distinto che a primo acchito, col suo accento settentrionale  mentre è un materano doc, mi fa intuire che sono di fronte  ad una persona di alto livello culturale. Il nostro contatto è stato originato da un amico in comune che mi ha segnalato la sua proprietà, che personalmente  definisco un “Ranch”, con un  Campus culturale a “full immersion”, che scoprirò più avanti.

Una mia battuta inopportuna, piuttosto con l’intento di complimentarmi  per giungere in un luogo così internato ed eccelso  fuori dalle normali rotte, ha infiammato una piacevole conversazione condita da piccanti osservazioni sull’imprenditoria altamurana in generale.

Ai suoi occhi l’imprenditore murgiano, noto per il carattere levantino, ha dimenticato il suo passato agro-pastorale per entrare nel vortice della redditività d’impresa.

La filosofia del mio interlocutore  si pone su una frequenza d’onda molto alta; ingegnere edile  di professione, costruttore per necessità;  filantropo, per una  visione personale.

Suoi obiettivi imprescindibili sono due “concept”, di cui uno già realizzato: il “Ranch”;  e l’altro in fase di attuazione: un Campus culturale a 360°.

Va subito detto  che il suo progetto, geniale sotto diversi aspetti, non è da tutti.

Bisogna avere coraggio, determinazione,  idee chiare, vedere in prospettiva   per un ritorno economico a breve termine.

Corpo centrale della fattoria

L’ing. V.  Labarile, entrato in confidenza con lo scrivente e sollecitato dalla curiosità del giornalista che lo incalza con le domande, lentamente si lascia andare nel suo eloquio; lo scoglio del primo approccio viene superato.

E’ orgoglioso di dimostrare cosa ha realizzato e quanto ha in corso d’opera su questa vasta area dell’Alta Murgia, di cui si è innamorato sin dall’inizio della sua scoperta.

Confina con diversi  comprensori: la Murgia dei Trulli a sud; la Murgia di Castel del Monte a nord ovest; Matera Città dei Sassi Capitale europea 2019; Altamura al centro,  Capitale del distretto murgiano con  le vie  strategiche  di comunicazione, l’asse viario Matera-Bari, vicinanza al porto e all’aeroporto del capoluogo pugliese. Quale migliore occasione per un progetto che sogna da diverso tempo?

Da uomo del fare, ha coinvolto tre Dipartimenti dell’Università di Bari; la sua  prima regola è stata   quella di valorizzare l’attività antropica, dalla tutela del territorio col  ripristino dei pascoli; all’allevamento  podolico, con una zootecnia allo stato brado di   vacche e vitelli accompagnati da due mastodontici tori per assicurare la progenie;  la recinzione con il fondo chiuso per  impedire la caccia.

Data la vastità del territorio, l’istituto di Veterinaria attraverso il sistema GPS  ha realizzato una mappatura del suolo, in cui sono state individuate circa 230 essenze “pabulari” (piante speciali); sembra comunque che le piante officinali siano molto più numerose, quasi 500, afferma l’ing. Labarile; da qui l’indicazione della turnazione del suolo  con una   mucca ogni 3 ettari per avere sufficiente sostentamento alimentare.

Questa ricchezza vegetale presente nell’area, e la turnazione del suolo,  permette agli animali di avere erba sempre fresca e nutritiva.

“Donnapaola” è una società benefit; titolare è la figlia Paola, da cui prende il nome l’azienda; è una ragazza diversamente abile con  tre lauree in tasca,  di cui una in musicologia.  La ragazza  insomma  si nutre di cultura.

Il papà ha dedicato  questa fatica alla figlia, nonostante  l’avviamento non sia stato reddituale;  l’altro figlio è dirigente di un’azienda. Sono dei ragazzi molto intraprendenti.

Alle attività primarie sono connesse anche quelle collaterali: l’allevamento del bestiame  per carne da macello; produzione del latte con l’impianto di trasformazione in prodotti caseari; le piante officinali che hanno  generato l’installazione di un laboratorio e l’assunzione di un biologo per la produzione di infusi attraverso processi di essiccazione, triturazione, macerazione, distillazione, estrazione dei principi attivi.

Sala ristorante

In questo vuoto – aggiunge l’ing. V. Labarile – sono state trovate 4 strutture con  vecchi jazzi,  in parte  recuperate e altre sono state completamente trasformate per adeguarle alla ricettività; un vecchio jazzo, posto su un leggero pendio, è diventato un “relais” con  tutti i confort previsti all’interno, attorniato da un solarium all’aperto, una piscina a pochi passi; zona relax sotto antiche querce; una cucina sociale nella struttura.  Un vero paradiso, idilliaco per chi desidera rigenerarsi.

L’azienda, attiva da circa  7 anni, punta ad un  turismo di qualità esperienziale  coniugando il linguaggio  della natura, per formare un grande centro di cultura,   di analisi, di formazione  e di divulgazione;  in altri termini collegare l’arte al  gusto dell’antropologia.

Nella visione di questo vulcanico imprenditore murgiano, la sintesi del  progetto, nella regola di base, sono  le attività collaterali  con un modello policentrico che si concretizza nella zona centrale con la presenza della fattoria con tutte le strutture annesse agli animali, cavalli, vacche, vitelli;  processi trasformativi,  piante officinali; centro di vendita dei prodotti e  un bellissimo ristorante per accogliere circa 60 persone.

Mutuando il pensiero di uno scienziato tedesco, ha aggiunto Labarile, il contadino è il grande artista della terra attraverso il suo lavoro.

Quercia secolare

In conclusione, il modello policentrico, visto allo stato attuale, dispone di diverse decine di chilometri di  servizi primari: acqua rurale fornita dall’acquedotto pugliese;   fogna; energia elettrica; centraline della fibra ottica; e  una fonte energetica autonoma prodotta dal  fotovoltaico. Tutti questi servizi hanno ottenuto  le autorizzazioni idrogeologiche e paesaggistiche.

La “Piazza polifunzionale”, cioè la struttura in fase  di realizzazione, prevede una torre con la biblioteca,  un archivio e una sala di proiezione, la cui sezione sarà curata dalla prof.ssa Laura Marchetti di Gravina in Puglia. La terrazza che gira intorno al complesso sarà utilizzata per rappresentazioni culturali (teatro, danza, arte).

Temi di questo complesso sono:  arte, agricoltura, biodiversità  con un sistema di catalogazione digitale e di consultazione della cultura contadina della Murgia, in cui confluiscono mestieri, architetture rurali, tradizioni orali, riti, canzoni.

Inoltre sono previsti degli alloggi temporanei  per artisti noti ed  emergenti. Le strutture adiacenti prevedono un bar, laboratori didattici e aule; un  ristorante. E ancora, una piazza polifunzionale per visitatori e   ospiti occasionali.

Insomma, qui la natura assicura momenti emozionali da vivere e condividere.

    

 

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