Nella Concattedrale di Taranto ieri sera un concerto straordinario che ha vestito di magia l’atmosfera creata dalla grande musica di Mozart
Terzo appuntamento con la grande musica per la stagione invernale del Taranto Opera Festival! Protagonista, Mozart che, con la forza prorompente della sua musica, ha creato un’alchimia sottile, una magia che ha coinvolto il folto pubblico presente nella splendida cornice della Concattedrale di Taranto.
Una magia percepibile, palpabile, un respiro unico, che è stato la voce suggestiva di questa musica, già di per sé leggenda, mistero.
Mozart e il suo Requiem
Che in Mozart coesistessero demoni tumultuosi e fantasmi non ben definiti è ben noto a tutti. Ma ciò che stupisce in questo genio indiscusso della musica è la sua capacità di tradurli, di declinarli in una sonorità che è anche vita, descrizione.
Una musica che, specie nel Requiem, travolge l’ascoltatore, portandolo in una dimensione in cui l’anelito verso il divino si fonde con la consapevolezza della morte. E il mistero si fa luce, espressione musicale, mentre la preghiera è il tentativo estremo di un riscatto, di un perdono.
In Mozart tutto è estremo. La vita, la musica, la morte. E la leggenda prevale sulla storia, perché la sua musica parla, scuote, prorompe in un crescendo emozionale unico.
Un crescendo che ieri sera ha travolto tutti, portando i presenti in un’atmosfera surreale, certamente non onirica, ma straziante, lacerante, eppure densa di suggestioni.
Ieri sera, grazie soprattutto alla straordinaria performance del coro dei Tarenti Cantores, diretti mirabilmente da Tiziana Spagnoletta, il Requiem ha ritrovato la sua dimensione giusta. E Mozart ci ha unito in questa sua ultima preghiera, che è divenuta l’urlo lacerante di un’anima pervasa dalla paura dello spettro della morte.
Voci, suoni, suggestioni
Vocalità fuori del comune hanno accompagnato l’espressione corale, amalgamandosi perfettamente e creando estensioni musicali che si sono fuse simbioticamente, sino a creare un corpus unico. Indimenticabile.
Una straordinaria Aseel Massoud, soprano dalla voce potente e colorata di sonorità dolcissime, ha reso appieno i momenti dell’abbandono, quelli dello struggimento, quelli dell’invocazione.
A lei si sono unite, brillando di intensità, le voci del mezzosoprano Francesca Romano Iorio, del tenore Murat Can Guvem e del basso Alessandro Arena.
Tutti straordinari e perfettamente fusi, dal punto di vista vocale, con l’espressione sonora del coro che, in questo capolavoro di Mozart, ha un ruolo da protagonista.
La sacralità del luogo, inoltre, ha rappresentato un valore aggiunto alle suggestioni ed alle emozioni che questo concerto ha saputo creare e il tributo del pubblico è stato l’equo riconoscimento per un concerto davvero indimenticabile.
Le volte di questo gioiello dell’architettura moderna si sono caricate di sonorità del passato, e il tempo ha perso i suoi limiti, piegandosi alla forza della musica.
Un concerto, dunque, indimenticabile che si é avvalso di una valida direzione d’orchestra, ad opera del maestro Stefano Seghedoni, il quale ha saputo trascinare gli orchestrali del Taranto Opera Festival nella sottile alchimia del Requiem.
Standing ovation meritata
L’entusiasmo del pubblico si è concretizzato alla fine in una standing ovation meritatissima. Ma il grazie va agli organizzatori di questi eventi che da anni, tra mille difficoltà, lottano per regalare al pubblico tarantino la grande musica e l’opera lirica
Il Taranto Opera Festival è ormai una realtà collaudata sul nostro territorio. Una realtà che si migliora, si rimette in discussione, con la capacità autocritica dei veri musicisti.
Tutto per amore dell’Arte, per amore della bellezza, perché anche la musica e, soprattutto, l’opera lirica sono la grande bellezza. E in essa l’anima si nutre, si riscopre, trova voce.
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Concerto semplicemente stupendo in tutti i protagonisti e un plauso speciale al coro dei TARENTI CANTORES, oramai una realtà canora dì grande spessore nella realtà dì Taranto.