Principale Arte, Cultura & Società Revenge porn e Non Consensual Pornography

Revenge porn e Non Consensual Pornography

Legislazione e iniziative per contrastare la diffusione non consensuale di immagini intime per  proteggere le vittime di abusi online.

Dal Mondo – Il revenge porn, noto come pornografia della vendetta, è la pratica di condividere pubblicamente immagini o video intimi su Internet senza il consenso dei soggetti coinvolti causando danni psicologici e sociali alle vittime. Le immagini o i video condivisi possono essere stati registrati con il consenso della vittima, senza che essa ne fosse a conoscenza, o in casi più gravi, durante atti di violenza sessuale.

Il revenge porn colpisce sia adulti che minori, ed è spesso legato al sexting, un tipo di comunicazione sessuale che è allo stesso tempo provocante ed eccitante, pratica che può avvenire attraverso l’invio di messaggi, immagini o video a sfondo sessuale, con l’obiettivo di creare una tensione sessuale tra i partner. 

Alcune Nazioni hanno leggi specifiche contro il revenge porn, tra queste l’Italia, dove è in vigore il “Codice Rosso” dal 2019. Questo codice prevede l’attivazione di misure di protezione per le vittime di violenza di genere o stalking, come l’allontanamento rapido dell’aggressore e il supporto delle forze dell’ordine.

Il Codice Rosso permette alle vittime di violenza di segnalare in modo immediato la propria situazione alle autorità competenti, garantendo un intervento rapido e mirato per prevenire ulteriori episodi di violenza e proteggere la vittima. Obiettivo del Codice Rosso è quello di contrastare efficacemente la violenza offrendo alle vittime un supporto tempestivo e mirato per garantire la loro sicurezza e protezione.

Sensibilizzare sull’importanza del consenso e della riservatezza nell’utilizzo di materiali intimi è fondamentale per evitare che il revenge porn possa danneggiare la vita delle persone coinvolte. La locuzione “porno-vendetta” si riferisce al caricamento di contenuti pornografici per fini vendicativi o di ritorsione dopo la fine di una relazione, ma può anche includere la distribuzione di pornografia senza il consenso della persona coinvolta. 

Le motivazioni dietro alla revenge porn possono essere varie, come la volontà di annientare sadicamente la persona odiata, il desiderio di provocare danni gravi, o anche il perseguimento di interessi economici, come nel caso di estorsioni o della vendita di materiale hot, fenomeno che si manifesta attraverso diversi canali, tra questi i social media, siti web e forum, coinvolgendo migliaia di utenti.

Alcuni esperti preferiscono evitare l’uso del termine “pornovendetta”, preferendo invece descrivere il fenomeno come “abuso basato su immagini sessuali”, tuttavia, l’Accademia della Crusca ha equiparato il revenge porn alla non consensual pornography utilizzando la locuzione italiana “porno-vendetta”.

La pubblicazione di questo genere spesso include informazioni personali che consentono di identificare la vittima, come nomi, posizioni geografiche e collegamenti a profili sui social media. Prima dell’entrata in vigore della legge 19 luglio 2019 n. 69, le condotte legate alla Non Consensual Pornography potevano essere perseguite in base a vari articoli del Codice Penale, come le interferenze illecite nella vita privata, stato di incapacità provocato mediante violenza, violenza sessuale, violenza di gruppo, violenza privata, atti persecutori, estorsione, accesso abusivo a sistemi informatici, sostituzione di persona, falso ideologico o documentale, diffamazione, simulazione di reato, ecc.

L’introduzione del reato specifico dedicato alla diffusione non consensuale di materiale intimo, art. 612 ter c.p. in Italia è stata promossa dall’emendamento presentato dalla parlamentare Federica Zanella portando alla presentazione di un disegno di legge da parte di Sandra Savino nel 2016. L’opinione pubblica italiana si concentrò su questo fenomeno dopo il tragico caso di Tiziana Cantone, diventata tristemente famosa in Italia nel 2016 a seguito di un video intimo condiviso online senza il suo consenso, video che diventò virale suscitando una forte reazione sui social media, con molti utenti che la insultarono e la derisero. Per via della grande vergogna e dell’umiliazione subita, Tiziana Cantone dopo aver cercato di combattere contro ansia e depressione, si suicidò nel settembre del 2016. La sua tragica storia mise in luce il problema del sexting non consensuale portando a una maggiore consapevolezza sulla protezione della privacy online e il rispetto delle persone nei confronti della propria immagine e della propria intimità. Tiziana Cantone è oggi, simbolo delle vittime di cyberbullismo e della violazione della privacy online.

Una petizione su Change.org raccolse oltre 100.000 firme, spingendo per l’introduzione del reato di revenge porn, con l’approvazione dalla Camera nel 2019, dell’articolo 612 ter del ddl ‘Codice Rosso’, criminalizzando la diffusione di materiale sessualmente esplicito senza consenso.

La legge 19 luglio 2019, n. 69, ha introdotto nuove disposizioni per la tutela contro la violenza domestica e di genere, punendo severamente chi diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito senza il consenso delle persone coinvolte, legge entrata in vigore nel 2019.

Nel campo della legislazione sul lavoro, l’articolo 26 del Codice delle pari opportunità vieta le molestie sessuali e le discriminazioni sul luogo di lavoro, equiparando i comportamenti indesiderati a connotazione sessuale a violazioni della dignità e creazione di un clima intimidatorio o offensivo.

La legislazione italiana ha compiuto passi significativi per proteggere le vittime di Non Consensual Pornography e molestie sessuali, introducendo norme specifiche e sanzioni più severe per chi commette tali reati. Le vittime di revenge porn e non consensual pornography devono essere incoraggiate a denunciare e chiedere aiuto. È di vitale importanza che le vittime non si sentano sole e che trovino il coraggio di parlare e ricevere supporto. Solo attraverso la denuncia è possibile porre fine a queste forme di abuso e violenza, e ottenere giustizia per il danno subito. Altrettanto fondamentale è diffondere consapevolezza su questo fenomeno e promuovere una cultura che respinga qualsiasi forma di violenza sessuale e di abuso.

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