Principale Economia Bruxelles: le nuove regole fiscali UE richiederanno tagli alla spesa pubblica

Bruxelles: le nuove regole fiscali UE richiederanno tagli alla spesa pubblica

Lunedì si è conclusa la riunione dell’Eurogruppo, un incontro particolarmente importante perché ha segnato il quadro di governance economica. Le istituzioni comunitarie hanno chiesto agli Stati membri che per i conti di quest’anno vengano ritirate le misure di aiuto straordinario e che i risparmi vengano utilizzati per ridurre il deficit e debito pubblico. Pertanto, l’Eurogruppo ha lanciato le sue linee di base per il prossimo anno e propone che siano “leggermente restrittive”, seguendo le linee guida delle nuove regole fiscali. Si richiede, cioè tagli alla spesa o aumenti delle tasse per iniziare a ridurre il deficit e il debito e, allo stesso tempo, combattere l’inflazione. L’attenzione dovrebbe essere sul taglio delle spese meno produttive, in particolare, sulle  misure di sostegno energetico, e sulla riduzione (tagli) degli  investimenti pubblici. Da un lato gli Stati dovranno “perseguire riforme strutturali ambiziose”, mentre dall’altro, a livello europeo c’è la disponibilità “a preservare e, ove opportuno, aumentare il livello di investimenti, anche in settori di priorità comune, come il green e le transizioni digitali, nonché le capacità di difesa, finanziate attraverso fonti nazionali e dell’UE, compreso lo strumento per la ripresa e la resilienza”.

Bruxelles: le nuove regole fiscali UE richiederanno tagli alla spesa pubblica

A Bruxelles dunque, si comincia a parlare di come dovrebbero essere i conti del 2025. L’entrata in vigore delle regole fiscali quest’anno – se il Parlamento Europeo darà la sua benedizione – implica l’assunzione di un calendario molto impegnativo. Come recita il testo approvato questo lunedì dall’Eurogruppo, i bilanci dei 20 paesi che compongono l’Eurozona dovranno adeguarsi alla raccomandazione di essere “leggermente restrittivi”. Ma prima, i paesi che superano la soglia del debito pubblico pari o superiore al 90% (il riferimento è all’Italia, seconda solo alla Grecia per debito pubblico) devono ridurre il loro deficit in media di un punto percentuale all’anno, mentre quelli con livelli di debito compresi tra il 60% e il 90% del debito annuo devono ridurre il loro rapporto debito/PIL in media di 0,5 punti percentuali ciascuno anno. Inoltre, tutti gli Stati membri devono puntare a un livello di deficit inferiore all’1,5% del PIL annuo, per fornire un “buffer fiscale” al di sotto del limite ufficiale del 3%. “Ci avviamo verso un’estate interessante per il coordinamento delle politiche fiscali”, è la premessa di Paolo Gentiloni, commissario Ue agli Affari economici. “perché introduciamo, ovviamente dopo il voto parlamentare, questo nuovo quadro di regole in tempi molto ristretti”. I tempi stretti sono “ovviamente una sfida”, alla quale però non si scappa: “Lavoreremo intensamente durante l’estate sui piani a medio termine con gli Stati membri, fissando il 20 settembre come scadenza per la presentazione di questi piani”.

 

 

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