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“Pelle di oliva, pane e miniera; l’identità socio culturale per riscoprirsi italiani “

STIGLIANO (MT)– Il 9 Marzo 2024 si è svolto a Stigliano presso l’ Hotel Antico Pastificio Sarubbi il tavolo di lavoro: “Pelle di oliva, pane e miniera; l’identità socio culturale per riscoprirsi italiani “

Un incontro molto interessante, moderato dalla giornalista e responsabile regionale ANIM (Associazione Nazionale Italiani nel Mondo’, Adriana Domeniconi che ha visto gli eminenti relatori, eccellenze nel settore operare una disamina ed una esegesi critica e rispondere ai numerosi stimoli di riflessione grazie ad un pubblico attento e partecipativo.

Scoprirsi italiani” è un viaggio emotivo, che passa ai raggi X le emozioni che albergano in quanti hanno lasciato l’Italia in cerca di fortuna, ma che non hanno mai abbandonato il desiderio di tornare. Il “mito del ritorno o la ritornanza”, come si suole definirla influenzano il viaggio e la partenza ancor prima di varcare l’uscio di casa. E questo ce lo insegna Ulisse con la sua Itaca.

E poi come non parlare della “casa al paese”, quella che magari cade a pezzi, chiusa, ma romanticamente simbolo di legame. E’ difficile partire ma lo e’ altrettanto tornare perchè Ulisse e’ tornato a casa solo e dopo essere stato “riconosciuto” da Penelope. Quindi ecco l’ importanza di riscoprirsi con una nostra identità e sentirsi parte integrante di una comunità come senso di appartenenza.

Rocco Simone

Nel turismo delle radici, chi torna verso il Paese di origine lo fa spinto da un grande interesse culturale e storico e dalla voglia di riappropriarsi delle tradizioni di un territorio, e in qualche modo di diventarne “Ambasciatore nel mondo”.
La sua ricerca riguarda luoghi, lingua, cucina, persone… ma è soprattutto la voglia di sentirsi parte di un mondo. Chi arriva in Italia con questo obiettivo, desidera portarsi a casa esperienze positive e relazioni umane. Il compito delle strutture ricettive e degli operatori turistici è quello di facilitare questo ritorno alle origini, nel promuovere percorsi alla riscoperta del territorio e delle tradizioni di un tempo.

Le opportunità offerte dal “Turismo delle Radici”
Risposta alla sfida digitale: Il Turismo delle Radici sfrutta canali innovativi, poichè la diffusione capillare delle informazioni e la ricerca dei documenti sulla storia familiare passerà dai siti web. Inoltre, gli amministratori dei piccoli borghi, i proprietari degli agriturismi, le famiglie attive nell’ospitalità diffusa possono utilizzare i social network per informare il turista delle radici.
Ecosostenibilità: il turismo delle radici lascia indietro le mete toccate dai flussi turistici tradizionali, valorizzando aree meno conosciute e meno sviluppate dell’Italia, che possono così colmare il loro divario di crescita economica nel rispetto della propria natura rurale, in maniera ecosostenibile.

Dott.ssa Vanessa Santoro
Dott.ssa Francesca Zinno

La valorizzazione dei piccoli centri e delle campagne consente da un lato la ristrutturazione e il recupero di abitazioni e infrastrutture in disuso, dall’altro favorisce anche i fornitori di servizi e prodotti locali (su tutti, quelli eno-gastronomici). Il turista delle radici è «ambasciatore» dei territori che custodiscono la sua storia familiare (solitamente i piccoli borghi).

Incentivo all’occupazione giovanile: l’operatore turistico specializzato in viaggi delle radici è una figura nuova: per garantire un’offerta turistica di livello, un importante obiettivo è quello di promuovere la formazione di operatori del turismo delle radici, in coordinamento con le amministrazioni centrali interessate, i centri accademici e di ricerca, gli enti locali, gli operatori economici del settore turistico e le associazioni attive sul territorio. In tal modo viene stimolata l’occupazione, in particolare quella giovanile, proprio in aree colpite da progressivo spopolamento, che sono quelle di predilezione per il turista delle radici.Correlata al Turismo delle Radici è la valorizzazione del ruolo della memoria.

da sx Antonio Peragine, Adriana Domenicano, Salvatore Maria Mattia Giraldi
e Francesca Zinna

Le storie di emigrazione, sacrificio e successo degli avi sono un fermo punto di riferimento per gli italo-discendenti nei cinque continenti. Le testimonianze che si sono raccolte fino ad ora riguardano l’interesse storico delle singole traiettorie umane raccontate nei documenti. Oltre all’interesse di presentare punti di vista diversi sui grandi avvenimenti storici, questo progetto si è posto l’obiettivo di raccontare il vissuto comune a tutte le esperienze migratorie, che costituiscono il nucleo principale della selezione documentale insieme ai racconti di viaggio o di lavoro temporaneo all’estero. Questo progetto rappresenta una ricca fonte di consultazione per i turisti delle radici, che potranno usufruirne anche prima di intraprendere il loro viaggio in Italia.

Il segretario regionale di Noi Moderati Francesco Cannizzaro

Perché il “Turismo delle Radici” è un’idea su cui puntare

È capace di coinvolgere le nostre comunità all’estero nell’individuazione delle strategie migliori per creare un’offerta turistica appropriata;
Può potenziare la rete dei musei dell’emigrazione italiana, favorendo la sistematizzazione delle attività dedicate all’approfondimento della storia locale, della lingua e della cultura italiana;
Favorisce la digitalizzazione degli archivi delle anagrafi italiane, aumentando la domanda di documenti genealogici e relativi alla storia familiare;
Crea degli itinerari standard a cui abbinare esperienze personalizzate (ad esempio degustazioni di prodotti tipici o possibilità di svolgere attività artigianali o ancora di partecipare a sagre e feste locali), che potrebbero in futuro essere inseriti in una APP, sulla falsa riga della “Guida alle radici italiane”, che permetta al viaggiatore delle radici di studiare e documentarsi sul proprio itinerario ancor prima di raggiungere la propria destinazione;
Promuove esperienze di working holidays in Italia per i nostri connazionali all’estero: il turismo delle radici consente di ripartire da esperienze autentiche a contatto con il territorio, da proporre ai giovani oriundi italiani, esperienze che sostengono il lavoro artigianale e le filiere produttive di cui a livello globale abbiamo riscoperto l’importanza.

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