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La Verità è sempre complessa: alcune riflessioni su Bari e dintorni

Antonio Decaro, ingegnere e sindaco di Bari dal 23 giugno 2014 e della sua città metropolitana dal 1º gennaio 2015. Dal 12 ottobre 2016 è anche presidente dell'ANCI.

Percepiamo. E nelle verità difficilmente c’è chi ha ragione in maniera netta ed inequivocabile e  chi invece ha torto.

Cosi’ accade nelle relazioni private, cosi’ accade nelle vicende che riguardano le istituzioni. Cosi’ mi pare stia accadendo a Bari.

Le verità, spesso, hanno  molte facce e molte chiavi di lettura.

A Bari c’è  un sindaco, De Caro, molto bravo e molto amato. E anche molto intelligente, perché è riuscito a trasformare un duro attacco subito, in un bagno di folla  che lo applaudiva. Insieme a lui, e per lui, c’è stata una campagna di comunicazione che meriterebbe di essere raccontata nelle scuole di comunicazione politica.

La maniera in cui chi sta all’esterno percepisce i fatti che accadono e si fa la propria idea, dipende moltissimo dalle modalità con cui i fatti ci vengono raccontati, cioè appunto dalle campagne di comunicazione. In questo caso la campagna di comunicazione, lo ripeto, è stata mirabile, ed è riuscita ad alimentare coesioni comunitarie, identità e sensi di appartenenza in tanti. 

Innanzitutto nei baresi: una città, sentitasi attaccata e offesa dal Governo nazionale, si è unità attorno al proprio sindaco, per rivendicare la propria estraneità culturale ad un sistema mafioso.

Poi nel popolo di centro sinistra che ieri, proveniente da tutte la parti della Puglia, si è incontrato a Bari rivendicando una questione di appartenenza ideologica e culturale:  uomini e donne che, contro l’attacco (o almeno cosi’ percepito) di un governo di destra,  si sono riuniti a sostegno di quello che da tempo hanno individuato come il loro vero leader, appunto Antonio De Caro.

Un’appartenenza culturale e ideologica accompagnata, per molti, da onestà intellettuale  e per altri (che avevano necessità  di segnare la presenza,  di rivendicare la vicinanza e l’appartenenza) di farsi vedere dall’attuale Presidente di Regione e da quello che da piu’ parti viene ritenuto il possibile futuro presidente, De Caro appunto.

Fatta questa lunga premessa, pero’ se  la Politica non è solo sottolineatura dell’appartenenza e dell’identità ma puo’ essere anche sforzo di onestà intellettuale e ricerca di verità, la storia è un po’ piu’ complessa.

La Verità, non è mai cosi’  nitida. Spesso invece ha piu’ facce. In questo caso  c’è sicuramente l’onestà intellettuale di tanti, l’estraneità di De Caro e di Bari a fenomeni mafiosi, l’avversione (ricambiata) del governo di centro destra verso la regione ( e la città di Bari) di centro sinistra, ma c’è molto altro.

Chi conosce la storia delle amministrazioni regionali e locali sa bene che esse sono spesso un misto: da un lato  di proclami indirizzati verso obbiettivi nobili e assolute coerenze e dall’altro di scelte e di uomini che qualche volta vanno dall’altra parte del sentiero.

Chi conosce i nomi, le appartenenze e le storie dei protagonisti della Politica sa che vale tutto: ci sono tante persone pulite, autenticamente interessate al bene comune e tanti altri che invece rappresentano interessi totalmente differenti e sono valorizzati perché hanno portato consensi (non sempre di mondi puliti) o perché hanno portato risorse. Altrimenti se tutto fosse basato sui meriti, sull’etica e sulle competenze, in molte delle nostre giunte, locali e regionali la presenza di, alcune presenze proprio non potrebbe spiegarsi.

Noi dobbiamo decidere da che  parte stare: se vogliamo stare, al riparo, nel gruppo, ed essere eco ridondante del pensiero della folla, o  se vogliamo provare ad essere intellettualmente onesti.  Dobbiamo decidere se appassionarci alla retorica che ci vede sempre immuni da colpe e da responsabilità e che ci porta ad accusare gli altri come cattivi e usurpatori, o invece umanità in cammino che, sia pur di parte, tenta sempre di cconservare la lucidità del pensiero senza farsi travolgere dalle emozioni.

Dobbiamo, certo difendere le nostre comunità da attacchi generici ed ingenerosi, ma questo  non  ci esime dal dire che a monte (nella comunità), prima ancora che a valle (nelle istituzioni) occorre educare al bene e al bello, e trovando il coraggio di mettere da parte chi fa del bene comune una questione di interessi personali.

Stare nel gruppo è molto piu’ facile, cercare la verità piu’ difficile, ma solo attraverso la ricerca appassionata della verità e l’onestà intellettuale che  possiamo provare a cambiare veramente le nostre comunità.

Gianni Liviano

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