Principale Estero Georgia: la Chiesa ortodossa appoggia il governo per legge sugli “agenti stranieri

Georgia: la Chiesa ortodossa appoggia il governo per legge sugli “agenti stranieri

In una dichiarazione, il Patriarcato della Georgia ha espresso il suo sostegno al disegno di legge sugli “agenti stranieri” nonchè alle iniziative politiche del partito al governo, volte a limitare le attività della società civile e della comunità LGBTQ+. Il disegno di legge, se approvato, richiederebbe alle organizzazioni che ricevono più del 20% dei loro finanziamenti annuali dall’estero, di registrarsi come “agenti stranieri”, quindi “portatrici degli interessi di una potenza straniera”. Sarebbero inoltre monitorati dal ministero della Giustizia della Georgia e potrebbero essere costretti a condividere informazioni sensibili, o rischiare multe pesantissime. Il governo sostiene che si tratti di una misura intesa a promuovere la trasparenza, e respinge l’idea che ciò sia contrario ai valori europei – o che dietro la legislazione ci sia la Russia. Tuttavia molti georgiani credono che sia uno strumento inteso a mettere a tacere le voci critiche nei confronti del partito al potere in vista delle elezioni parlamentari previste per questo autunno.

Georgia: la Chiesa ortodossa appoggia lo Stato per legge sugli “agenti stranieri

Finora, la gerarchia della Chiesa ortodossa si è schierata con il governo dominato dal Sogno Georgiano riguardo alla legge sugli “agenti stranieri”. Nel comunicato si afferma che i recenti sviluppi nel Paese sono “un riflesso dei più importanti cambiamenti geopolitici globali” e che “per una combinazione di ragioni, non abbiamo il diritto di commettere errori oggi”. Rilevando che il progresso della Georgia dovrebbe basarsi sulle parole: “terra, lingua, fede”, il Patriarcato dichiara che “i fatti e gli argomenti sono sostituiti dalla percezione creata dai media e dai social network, da una realtà alternativa”. La dichiarazione sottolinea che “non si deve permettere che azioni affrettate ed emotive possano compromettere la stabilità e la pace” e chiede “una deliberazione approfondita e una sana discussione”. Secondo il patriarcato, il governo “dichiara chiaramente” che il suo vettore politico, nonché il desiderio di gran parte della popolazione georgiana, è l’integrazione europea, sostenuta anche dalla Chiesa. “Tuttavia, è un dato di fatto che per anni la campagna discreditante della Chiesa è stata portata avanti da organizzazioni non governative e da emittenti televisive finanziate dall’estero, e ciò è avvenuto parallelamente alla crescente tendenza della propaganda dello stile di vita LGBT e del peccato “, si legge nel comunicato. “L’adozione di ideologie straniere, insolite e pericolose per la popolazione della Georgia intensifica il processo di polarizzazione nella società. Non ci aspettiamo aiuto da nessuno in questioni ideologiche, non ne abbiamo nemmeno bisogno. Notiamo che il governo ha chiaramente intrapreso la strada della tutela dei valori tradizionali”, – afferma il Patriarcato. La Georgia è uno dei paesi cristiani più antichi del mondo, in cui la religione spesso si mescola con la politica, pertanto non sorprende che venga invocata da entrambe le parti nella battaglia sulla controversa legge. Tuttavia, il presidente della Georgia Salome Zurabishvili, come promesso ai manifestanti, metterà il veto sulla legge e quindi tornerà in Parlamento, dove i membri della squadra al governo (che hanno la maggioranza dei voti) lo supereranno.

La Georgia è scossa dalle proteste

“Siamo sull’orlo di un grave conflitto civile”, ha detto l’analista  Khukhashvili. Siamo a un bivio: andiamo in Europa o torniamo nell’impero russo – l’Unione Sovietica, e le autorità mostrano chiaramente che stiamo andando nell’Unione Sovietica”. La Georgia è scossa da settimane di proteste sulla questione. Le quali sono iniziate a metà aprile, con molti georgiani che temevano che le misure del governo avrebbero deviato la Georgia dal suo percorso verso l’adesione. Difatti, alla Georgia è stato concesso lo status di candidato all’UE lo scorso dicembre e i sondaggi indicano che circa l’80% della popolazione è favorevole all’adesione. Numerosi leader europei, tuttavia, hanno avvertito che la proposta di legge è “incompatibile” con le norme e i valori europei. Ma il governo del primo ministro georgiano Irakli Kobakhidze resiste. Non è una coincidenza che, oltre alla legge sugli agenti stranieri, il “Sogno Georgiano” stia contemporaneamente cercando di approvare una legislazione che vieti la “propaganda LGBT”, che vede come un’altra manifestazione della dirompente influenza occidentale. Intanto mercoledì scorso, il Parlamento georgiano ha sostenuto in seconda lettura la legge “Sulla trasparenza dell’influenza straniera” – 83 deputati su 150 hanno votato a favore, mentre il giorno prima, ci sono stati scontri e arresti dei partecipanti alla protesta, davanti al palazzo del Parlamento in viale Rustaveli. La terza udienza finale, che non è stata ancora fissata ma dovrebbe svolgersi il 17 maggio, resta prima dell’approvazione della legge. Pertanto il Patriarca Ilia II ha annunciato che sarà “la giornata della santità della famiglia e del rispetto dei genitori”.

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