Elezioni di Panama: José Raúl Mulino vince le presidenziali

Con il 90,92% dello scrutinio completato, José Raúl Mulino prevale sul resto dei candidati con il 34,46% dei voti. L’ex presidente Martín Torrijos (2004-2009), per il Partito Popolare (PP), ha ottenuto il 16% dei voti, mentre l’antisistema Ricardo Lombana, per il Movimento Altra Via (Moca), ha ottenuto il 25% dei consensi. Rómulo Roux, del Cambio Democrático (CD), ha ottenuto l’11,2%. Mentre il Partito Rivoluzionario Democratico (PRD) di Panama, al potere, ha ottenuto il peggior risultato della sua storia alle elezioni presidenziali, ottenendo il 5,8% dei voti con il suo candidato, il vicepresidente Gabriel “Gaby” Carrizo. In una giornata con una partecipazione superiore al 78%, i panamensi hanno eletto, oltre al presidente per i prossimi cinque anni, 71 deputati e governi locali. José Raúl Mulino nel suo discorso di domenica ha dichiarato: “Promuoveremo un governo favorevole agli investimenti e alle imprese private, ma senza dimenticare coloro che soffrono la fame, coloro che vogliono un lavoro e coloro che hanno bisogno di acqua potabile ogni giorno in tutto il Paese”.

L’economia

Le elezioni si sono svolte in un momento in cui Panama soffre una corruzione endemica, profondamente radicata, una siccità che ha ridotto il transito delle navi attraverso il canale, motore della sua economia, e un’ondata di migranti che attraversano la pericolosa giungla del Darien nel suo cammino agli Stati Uniti. Secondo la Banca Mondiale, Panama è uno dei paesi più diseguali al mondo, sebbene l’economia sia cresciuta del 7,3% nel 2023, quest’anno rallenterà al 2,5%. Il presidente uscente, Cortizo, lascia dietro di sé un deficit fiscale del 7,4%, un debito pubblico di 50 miliardi e un sistema di previdenza sociale al collasso. Nel Paese con uno dei PIL pro capite più alti dell’America Latina, ci sono comunità senza acqua potabile, elettricità, servizi sanitari e persino senza raccolta dei rifiuti.