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Sanita’ pubblica addio

Non c’è che l’imbarazzo della scelta: fra pronti soccorso affollati, attese di anni per esami diagnostici, tickets Asl che costano come nel privato, ospedali con operatori costantemente sotto organico ecc…ecc…la sanità in Italia è ridotta al lumicino, come ognuno può constatare.

Un quarto di secolo fa un’infermiera scherzando mi disse una cosa che in quel momento mi parve eccessiva: “…beh, tanto ormai gli sponsor dei nostri ospedali sono le case farmaceutiche.” Rimasi perplessa, ma sembrava una battuta di spirito e non ci feci molto caso.

Del resto fino agli anni ’90 la situazione era migliore di adesso, certamente con molte cose da cambiare ma comunque migliore: qualcosa di buono c’era. Ma ora? La situazione è sotto gli occhi di tutti. Che sia un’abitudine tutta italiana, quella di buttare il bimbo con l’acqua sporca del bagnetto…? E’ accaduto anche per la scuola, ad esempio.

Il pretesto della mancanza di fondi non regge, visto che si contribuisce ampiamente ad una guerra inutile oltre che assurda; chi conosce la Storia sa che la Russia non ci ha mai fatto nulla di male, e anzi il nazismo ha perso lì la guerra nell’inverno fra il ’92 e il ’93 alla battaglia di Stalingrado (e, come scrisse Tiziano Terzani, i russi morti nell’ultima guerra ammontano a 20 milioni).

Cos’è allora che spinge questo paese a scelte così bizzarre?

Semplice: in barba al disturbo bipolare tipico della politica italiana, con tutto il classico teatrino parlamentare che conosciamo, la realtà nuda e cruda è che la politica (quella che conta davvero) non avviene nei parlamenti europei e men che meno in quello italiano, ma piuttosto in un altrove che sfugge alla comprensione  dei più, oscurato o manipolato com’è dalle fonti ufficiali.

In tal modo, poco importa che alla guida ci sia una forza politica piuttosto che un’altra perché al centro della scacchiera  non c’è il parlamento, purtroppo.

Niente di nuovo, da molto tempo l’economia ha vinto sulla politica.

E allora, via libera: si smantella lo Stato e si privatizza il più possibile.

L’infermiera che in realtà mi parlava di ospedali in mano al settore sanitario e farmaceutico non  scherzava e non esagerava affatto, a quanto pare.

E assistiamo impotenti di fronte al De profundis della Sanità pubblica. Amen.

SandraFallaci©

2 COMMENTI

  1. quella tale infermiera ha detto una cosa sacrosanta ma incompleta. Bisogna aggiungere che le case farmaceutiche non sono solo quei giganti economico-finanziari che mantengono i sistemi sanitari in gran parte del mondo (e non solo in Italia) ma finanziano, quindi hanno sul loro libro paga, i corsi di laurea in medicina, i corsi di formazione per il personale medico e paramedico, le riviste scientifiche specializzate nel settore medico con buona capacità di influenzare, come abbiamo visto nel periodo covid, tutta l’informazione mainstream.
    Da integrare il pensiero di quell’infermiera con la precisazione che un’altra infermiera fece in occasione del ricovero della mia anziana madre, ormai allo stato quasi vegetativo. Mi riferì che sarebbe stato meglio se avessi portato mia madre a casa dato che nella struttura ospedaliere i soldi sono pochi, insufficienti e pertando disponibili solo per degenti giovani o in età lavorativa attiva.
    A chi volete che interessasse migliorare(alleviare) le condizioni di salute di un’ultraottantenne allo stato teminale?! In parte lo capisco, se i soldi sono pochi, altre sono le priorità. IL fatto è che i soldi non sarebbero pochi, se fossero destinati alla sanità italiana piuttosto che al ministero della difesa di altri Paesi.

  2. Poveri italiani sempre tutti zitti. Ci hanno fatto il lavaggio del cervello che la privatizzazione era la manna dal cielo, ma il popolo lo fregano sempre. Guarda come vanno bene le bollette privatizzate.

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