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Enrico Emanuelli – Curriculum mortis

Quello di oggi più che un libro appare una sorta di diario

L’autore lo scrive su carta da lettera dell’hotel Lexington a New York cominciando nel 1958 e finendo nel 1967, ma quando stava per porre la parola fine muore.

Ecco spiegato il titolo. Enrico Emanuelli non è stato solo uno scrittore. che giovanissimo lavorò con Mario Soldati e Mario Bonfantini, ma, con i suoi reportage e diari di viaggio, fu uno degli inviati speciali tra i più autorevoli in Italia, accreditato prima al quotidiano La Stampa, dal 1949 al 1962 e in seguito, dal 1963, al Corriere della Sera, come redattore della pagina letteraria.

Quello di oggi è proprio questo: una serie di spunti di viaggio, sensazioni provate al Grande Nord, dove non tramonta mai il sole, in America latina, in Africa.

Sono scene vere, cronache di giornata che non centrano con il lavoro, che non dovevano essere il servizio stampa richiesto, quindi corredo di vita vissuta, vicende collaterali, impressioni colte dalla fotografia della mente. +

Personaggi locali e situazioni particolari, riporti della giornata o ricordi, anni 1943 in una pagina e 1954 in un altra.

Non c’è una trama ma è come sfogliare un album di ricordi e vedere con la mente, più che leggere.

Anche frammenti: “Cemento grazianesco. Durante la riconquista della Cirenaica intorno al ’30 si disse che alcuni ribelli furono eliminati con una pozione a base di cemento a presa rapida. Lo stomaco ne scoppiava”

Immagine cruda sugli orrori della guerra, che dire di quello che sta avvenendo ora nelle striscia di Gaza o Ucraina?

Ma se vi trovate al Grande Nord: ” …E poi, verso mezzanotte, riprende a brillare più forte, più calda, come fosse il riflesso di un alba che noi non vediamo. E’ inutile mettere ai vetri delle finestre giornali e coperte: anche nel poco buoi così fabbricato si continua a sentire che fuori c’è luce, c’è luce, c’è ancora luce”

Ci sono impressioni di viaggio, certo ma anche Salvator Dali incontrato ad una mostra nel 1954, e poi si passa ad un marittimo clandestino incontrato nel 1935 su una petroliera.

Appunti di pace e di guerra, episodi, annetodi di un giornalista.

Un po come leggere Biagi, che verrà anni dopo, Emanuelli però nello stile sembra più vicino al realismo di Svevo.

Continuamo a leggere: poi ti trovi nel 1956 a Sciangai, dove oriente ed occidente già si mescolavano, oppure in un paesaggio di favole nella piazza di Marrakesc che si chiama, letteralmente la riunione dei morti.

E’ un libro particolare, per questo si legge subito, perché l’album della memoria si sfoglia ed ingoi ricordi su ricordi, abitudini di cristiani e mussulmani.

Lui gira il mondo e noi andiamo insieme a lui, in questo diario, che per strana coincidenza è finito a chiamarsi curriculum mortis, forse lui sapeva di finire in una soffitta e di essere dimenticato e come tutti i neofiti spera che un giorno il curriculum venga letto e non cestinato.

E noi lo leggiamo, anzi lo facciamo leggere. Cercatelo nelle cassette dei libri di occasione e nelle fiere paesane lui, il suo curriculum, l’ha scritto.

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