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Istat: 50 mila residenti persi dal Mezzogiorno negli ultimi dieci anni

Leonarda Manna
Sono 50 mila i residenti persi dal Mezzogiorno nel decennio 2014-2023 nei confronti del Centro-Nord. E’ quanto si riferisce l’Istat nel rapporto sulle “Migrazioni interne e internazionali della popolazione residente anni 2022-2023”. Circa 1 milione e 150 mila i movimenti in uscita verso il Centro-nord, mentre circa 600 mila sul rotta inversa. Il Nord-est continua a essere l’area del Paese più attrattiva, con un tasso migratorio medio annuo per gli anni 2022-2023 pari al +2,4 per mille. All’interno di tale area geografica spicca l’Emilia-Romagna che consegue un tasso migratorio interno netto del +3,6 per mille. Si registra il tasso migratorio interno medio anno inferiore (+1,8 per mille) nel Nord-ovest, dove gioca un ruolo determinante l’attrattiva’ esercitata dalla Lombardia (+2 per mille).
 Positivo, ma di livello inferiore, il tasso migratorio del Centro (+0,6 per mille), mentre riportano segno negativo i tassi migratori di Sud e Isole (rispettivamente, -3,5 e -2,7 per mille nel biennio 2022 -23). Nel Mezzogiorno pesa, in particolare, la presenza di un numero di cancellazioni non riequilibrato da altrettante iscrizioni in Basilicata (-5,7 per mille), Calabria (-5,3 per mille), Molise (-4,4 per mille) e Campania (-4 per mille). A livello sub-regionale, Pavia e’ la provincia con il piu’ alto tasso di migrazione interna (5,1 per mille nel biennio 2022-23), seguono Bologna e Ferrara (rispettivamente, +4,4 e +4,3 per mille), al contrario, le province meno attraenti sono Caltanissetta (-7,1 per mille), Reggio di Calabria (-6,7 per mille) e Crotone (-6,3 per mille). Rimane stabile la composizione della mobilita’ interna rispetto alla distanza dello spostamento: sei movimenti su 10 avvengono all’interno della provincia, uno su 10 interessa un movimento all’interno della stessa regione e tre su 10 uno spostamento verso un’altra regione. Tra questi ultimi, oltre un terzo coinvolge i movimenti che dal Mezzogiorno si dirigono verso il Centro-nord.
Nel biennio 2022-23 si sono registrati complessivamente 253 mila trasferimenti di residenza da un Comune meridionale verso uno centro-settentrionale (con una media annua pari a 127 mila movimenti, +13,3 per cento rispetto al 2021). I movimenti sulla traiettoria opposta nel 2022-23 sono stati in totale 124 mila, e confermano una perdita di popolazione del Mezzogiorno a vantaggio del Centro-nord pari a circa 129 mila residenti. Complessivamente, nel corso del biennio osservato, tre partenze dal Mezzogiorno su 10 si dirigono in Lombardia, la meta di destinazione preferita tra i residenti di molte regioni meridionali. Fanno eccezione Abruzzo e Molise i cui flussi in uscita si dirigono prevalentemente nel Lazio.
In valore assoluto, la Campania e’ la regione da cui si parte di piu’ (28,8 per cento delle cancellazioni dal Mezzogiorno), seguita da Sicilia (24,1 per cento) e Puglia (18 per cento). In termini relativi, rispetto alla popolazione residente, il tasso di emigratorieta’ piu’ elevato si ha in Calabria (quasi nove residenti per mille emigrano verso le regioni centro-settentrionali). Tassi sopra il sette per mille si registrano per Basilicata e Molise. A livello provinciale, Crotone ha il tasso di emigratorieta’ piu’ elevato con 11,5 residenti su mille che si spostano al Centro-nord. Viceversa, la provincia centro-settentrionale più attrattiva per chi arriva dal Mezzogiorno e’ l’area metropolitana di Bologna (6,7 per mille).

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