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Maduro revoca osservatori UE

La dittatura di Nicolás Maduro revoca l’invito all’Unione Europea (UE) ad inviare una missione di osservazione elettorale per le elezioni presidenziali che si terranno il 28 luglio. Si tratta di una nuova violazione da parte del Chavismo dell’Accordo delle Barbados, in cui si impegnava a organizzare elezioni libere ed eque. “Per le ragioni esposte, si ratifica la decisione sovrana del CNE di revocare e lasciare inefficace l’invito rivolto all’UE a partecipare ad una missione di osservazione elettorale, poiché sarebbe immorale consentire la sua partecipazione conoscendo le sue pratiche neocolonialiste e interventiste contro il Venezuela”, ha affermato il presidente del Consiglio elettorale nazionale controllato dal chavismo, Elvis Amoroso. L’organismo è controllato in pratica dal presidente Nicolas Maduro, candidato al suo terzo mandato.

Maduro revoca osservatori UE

Maduro, che sta cercando un terzo mandato, ha raggiunto un accordo con l’opposizione lo scorso anno per tenere elezioni, che hanno portato gli Stati Uniti in ottobre ad allentare temporaneamente le sanzioni petrolifere contro il Venezuela. Le elezioni del 28 luglio sono le prime in un decennio in cui l’opposizione, che non si è presentata alle elezioni del 2018, partecipa a una competizione presidenziale. Ma ad aprile gli americani hanno imposto nuovamente alcune restrizioni, perché ritenevano che il governo venezuelano non si fosse impegnato abbastanza per rendere giusto il processo elettorale. A marzo il Venezuela aveva invitato l’Unione Europea ad inviare osservatori. Oltre all’Unione Europea sono stati invitati anche rappresentanti del Centro Carter, della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi, esperti dell’ONU e del blocco BRICS. L’osservazione internazionale delle missioni tecniche dell’UE e dell’ONU, tra le altre organizzazioni internazionali, rientra tra i punti dell’Accordo di Barbados, firmato tra il governo del Venezuela e la Piattaforma Unitaria Democratica dell’opposizione nell’ottobre 2023, in cui “sono state garantite garanzie elettorali stabilito” per le elezioni presidenziali. In ogni caso, il 20 maggio, dopo che l’UE ha deciso di revocare solo le misure restrittive contro il presidente del CNE, Elvis Amoroso, e altre tre persone, il deputato e “numero due” del chavismo, Diosdado Cabello, ha definito il blocco comunitario una “mafia” senza moralità per via delle sanzioni nei confronti dei funzionari venezuelani. Il blocco, tuttavia, mantiene le sanzioni solo contro più di 50 venezuelani accusati di atti di repressione o tentativi di minare la democrazia, ma non contro il governo nel suo insieme. A loro avviso, i Ventisette intendono “proteggere” lo Stato venezuelano con la loro politica di sanzioni, anche se le misure – ha chiarito l’Ue – sono rivolte esclusivamente a un elenco limitato di persone della sfera politica, a cui è vietato recarsi nel territorio di del blocco comunitario, ma senza alcun effetto sull’economia delle aziende statali o dei beni che incidono sulla cittadinanza. L’ufficio dell’Unione Europea a Caracas quindi, si è rammaricato della decisione e ha chiesto al Consiglio elettorale venezuelano di rivalutare la decisione.

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