Per parlare della scrittrice romana, originaria del quartiere popolare del Testaccio, Elsa Morante ( 1912 -1985) dobbiamo immaginarla anche accanto al marito, Alberto Moravia
una coppia che, al di là della loro vicenda personale – si separarono nel 1961 – rappresenta, a mio avviso, il vertice della narrativa del novecento.
Lei è una scrittrice che si è molto dedicata all’infanzia, le sue filastrocche e favole sono state pubblicata a partire dal 1935, a 23 anni,. sul Corriere dei piccoli, Meridiano di Roma, I diritti della scuola.
Nel 1936 conobbe lo scrittore Alberto Moravia che sposò il 14 aprile 1941; insieme incontrarono e frequentarono i massimi scrittori e uomini di pensiero italiani del tempo, tra cui più spesso Pier Paolo Pasolini (nel cui film “Accattone” fa un’apparizione e col quale viaggiò in India), Umberto Saba, Attilio Bertolucci, Giorgio Bassani, Sandro Penna ed Enzo Siciliano.
Proprio nel 1941 esce una raccolta di storie giovanili, con Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina.
Il primo romanzo che Elsa Morante pubblicò fu “Menzogna e sortilegio”, uscito presso Einaudi nel 1948 tramite Natalia Ginzburg, e che vinse il Premio Viareggio.
Il romanzo fu dunque pubblicato negli Stati Uniti col titolo “House of Liars” nel 1951
L’altro capolavoro, fu il nostro romanzo di oggi, “L’isola di Arturo”, uscito in Italia nel 1957 riscuotendo grande successo di pubblico e di critica (vinse il Premio Strega).
Ne fu tratto anche un film omonimo, diretto da Damiano Damiani che vedete giù per intero, con con Reginald Kernan, Vanni De Maigret, Kay Meersman, Luigi Giuliani.
Per ovvie ragioni di spazio ci limitiamo a queste notizie, non potendo in alcun modo, riassumere una storia umana e professionale di una straordinaria narratrice.
Va solo detto che nel panorama italiano, autrici come Elsa Morante, un po’ anarchiche e contro corrente, innamorate del mito, della immaginazione e della favola, contrastano con il razionalismo della cultura occidentale.
Più proiettate verso la cultura americana che, come insegnano Conrad, London ed altri sul mondo del mito disegnano scenari indimenticabili.
La storia del libro e quella di un adolescente del 1938
L’isola è Procida, isola napoletana, dove il ragazzo è nato e vive solo con un mezzadro, perché la mamma muore durante il parto.
Il padre, che il ragazzo aspetta sempre, vive lontano e raggiunge l’isola solo nel tempo libero.
Questa lontananza sublima l’immagine del padre in qualcosa di sacro e misterioso, come se fosse un eroe da accomunare ai condottieri che riempiono di gesta eroiche i libri e che il ragazzo segue nei loro viaggi osservando in penombra atlanti.
E’ il viaggio che con la mente fanno tutti i ragazzi, prefigurando i loro viaggi futuri. E l’isola è quella dell’infanzia, separato dal mondo reale, dal mistero del continente mai visto e conosciuto, che è la vita futura, che per un ragazzo è una forte attrazione.
La prima parte del romanzo è tutta legata ai primi quattordici anni, quindi al mondo fantastico dell’infanzia.
Nella seconda parte il racconto si colora di sentimenti quando il padre arriva con un donna, creando quel misto di attrazione e repulsione, tipico atteggiamento dell’orfano, che diventano anche turbe puberali per un ragazzo che non ha mai visto una donna cosi da vicino.
Nelle lunghe assenze del padre sono loro soli a vivere nella grande casa. Nunziata cerca di instaurare un rapporto con Arturo, ma lui, geloso delle attenzioni che Wilhelm le riserva nei primi mesi di matrimonio, oppone un muro impenetrabile.
La storia ha risvolti psicologici, ed anche momenti di disperazione giovanile…, per attirare l’attenzione di Nunziatella, decide di tentare, per fortuna senza esito, il suicidio ingurgitando delle pastiglie di sonnifero lasciate incustodite dal padre.
Alla fine, deluso dalle donne e da tutti, anche la figura del padre scema, in effetti non è mai andato oltre Napoli, il ragazzo trova conforto in un amico e con lui si arruola volontario nella seconda guerra mondiale per non rimettere mai più piede a Procida, lontano dalla splendida favola dell’infanzia.
La Rete
Potete sentire la lettura del romanzo da radio rai a puntateChiudete gli occhi entrate nell’isola di Arturo