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Taranto – A San Paquale Baylòn Letizia Lisi premiata per suo percorso artitistico

Il frate guardiano Francesco Zecca, a conclusione della rassegna di mostre d’arte a rotazione della parrocchia San Paquale Baylòn di Taranto, parla di andare ‘oltre’, per esprimere il senso dell’evento di ieri, con la pittrice Letizia Lisi

Il dottor Antonio Santoro, scultore e rettore dell’Accademia Belle Arti Arcaissta, dopo aver illustrato il percorso artistico di sessant’anni di attività, ha voluto premiare Letizia Lisi, come si può vedere nella foto in evidenza.

Andare oltre e il colore blu con le sue declinazioni è il tema della narrazione stilistica, la cogliamo per intero come percorso definito e completo, come sottolinea il rettore.

Ieri era anche occasione per ricordare l’arte della parola, la poesia che accomuna l’arte visiva, anzi la racconta.

Le poesie da Cesare Giulio Viola a Pasquale Pinto, passando da Miriam Pierri fino Vittorio De Amicis e in ultimo Cosimo Fornaro, sono state interpretate dalla professoressa Alessandra D’Amicis.

Uno step poetico che diventa un regalo per la città. Industria, mare, tramonti, cozze, i poeti tarantini hanno rivoltato la realtà consegnando a noi tutti un immagine di bellezza.

E’ questo ragalo, colto in conclusione dal frate guardiano, serve per raccontare in modo diverso la bella Taranto.

Da non trascurare, in questo resoconto, la presentazione della statua della Regina dei Fiori pregiata opera della scuola dei cartapestai di Lecce, fatta dal dott. Daniele Luzzi. Bel manufatto religioso che chiude in modo egregio il contatto con l’Arte che è il titolo del percorso culturale della parrocchia.

In conclusione alcune riflessioni sull’arte pittorica monocromatica di Letizia Lisi, come riporta nel suo intervento il rettore Santoro. Il blu suggerisce il momento di condivisione, è il colore della meditazione, quella che il frate Francesco dice di avere trovato a Marrakech nei quartieri popolari.

E’ il colore del cielo, della trascendenza e del soprannaturale e quindi del “qui mi sovvien l’eterno” di leopardiana memoria. Ancora poesia e arte insieme.

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