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Emilio Salgari – La riconquista di Mompracem

Emilio Salgari ha vissuto 49 anni (1862-1911), di cui 30 passati a scrivere, se non è già questo straordinario, cos’altro lo è?

Quando cominciò a scrivere su Sandokan aveva la stessa età, 21 anni, come dire che la narrazione diventa uno specchio fedele di se stesso, della sua voglia di crescere; tutta la produzione salgariana è legata alla fuoriuscita dall’infanzia, alla frenesia adolescenziale che si nutre dei tigrotti della Malesia, sette libri che, dal 1983 al 1907, determinano il successo di Salgari.

Un successo talmente straordinario che dopo il passaggio all’epopea del Far West e delle Bemude, quella vena ispiratrice, che non ebbe mai fine, lo costrinse, per evitare i limiti delle norme editoriali, a ricorrere a pseudonimi per pubblicare.

Un portento italiano, un motore che non terminò con la sua morte, molti libri furono pubblicati postumi; una sorta di macchina che non ha mai smesso di correre, tanto che il Borneo è entrato nelle stanze di tutti i bambini dove c’è spazio per Mompracem, questo isolotto dove resta prigioniero il ricordo dell’età più tenera.

Per il resto come tener dietro ad un vulcano naturale di narrativa, tra corsari rossi, verdi e neri, e figli e figlie come Jolanda appunto appartenete a quello nero, i fitti misteri della giungla nera, e poi la Tortuga con il suo avventuriero, oltre le Bermude, ci sono anche le scotennatrici del Far West.

Si dice che il Che Guevara da giovane avesse letto 62 libri dello scrittore veronese. e sono solo una parte.

Si può dire che in trent’anni stesse sempre con un penna in mano. Oso solo immaginare questa fertile mente oggi con una tastiera cos’avrebbe fatto.

E poi penso che questo mondo non è fatto per i grandi del passato. Non ci entrano, sono troppo grandi, il mondo di oggi è più piccolo di prima.

Il libro di oggi, è uno dei tanti, la riconquista di Monpracem. Il sogno di partenza, il luogo di origine, il penultimo scritto in vita nel 1908, quindi alla fine del ciclo dei Pirati della Malesia, anche se giocando su più tavoli come suggerisce il prof Sergio Campanella, l’autore ha avviato gli altri filoni di narrativa, compresa l’Africa, con predoni del deserto, pantere e briganti.

La riconquista è anche il segno della rivincita giovanile, quando a distanza di anni si pensa al passato.

Sandokan, si è guadagnato il regno di Balu, Yanez è principe consorte, ma Mompracem è lì. Aspetta. E’ la fedeltà al sogno adolescenziale, la mission impossible che fa dell’avventura un sogno irripetibile.

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