Jarosław Iwaszkiewicz, questo autore dal nome impronunciabile, fu molto presente in Polonia, già dal 1915, e molto noto nella letteratura polacca
La sua vita, dal 1894 al 1980, è stata tutta legata al suo paese con una produzione di poesie, racconti, drammi, romanzi, resoconti di viaggi, ricordi, ottantasei anni impegnati nella cultura e non solo.
Dice l’introduzione del libro che le sue opere sono note in Giappone, Turchia, Francia e in Jugoslavia, ma non ha avuto fortuna nei paesi anglosassoni e in …Italia, ironia della sorte, scrive Andrzej Zielinsky “…giacché non esiste forse un altro europeo che lo superi nell’amore verso questo paese e nei cui scritti si possano trovare altrettante reminiscenze di motivi italiani”.
Nella soffitta dei libri, prendiamo atto di quest’annotazione e celebriamo Jarolasw e lo chiamiamo per nome, così è più semplice e amichevole.
Nel 1945, dopo la guerra è presidente dell’Unione degli Scrittori Polacchi, carica che conserverà quasi senza interruzione per tutto il resto della sua vita.
Nel 1948 compie numerosi viaggi in Italia, in Francia e in Sudamerica, e presiederà a Breslavia il Congresso Mondiale degli Intellettuali in Difesa della Pace .
Nel 1949 esce Chopin, importante monografia sul grande compositore polacco. Infine, nel 1952, viene eletto al parlamento polacco, carica che ricoprirà per tutta la vita.
Nel 1961 esce il film di Jerzy Kawalerowicz “Matka Joanna od Aniołów” (Madre Giovanna degli Angeli), basato sull’omonimo racconto, che è poi il libro di oggi.
Quando muore, ad un mese di distanza dalla morte della moglie, nel gennaio del 1980, aveva già pronta una raccolta di poesie “Musica di sera” come dire che anche a 86 anni non aveva perso lucidità e creatività ed il titolo era significativo per immaginare l’accompagnamento musicale per l’ultimo viaggio di questo prosatore di rara esattezza e di struggente malinconia.
“Madre Giovanna degli angeli” è un romanzo breve, riprende gli eventi del ‘600 francese, il tema dell’isterismo collettivo delle Orsoline di Loudun e della figura del canonico Urban Grandier, arso vivo sul rogo nel 1633.
Una sorta di indemoniamento per il quale viene inviato un esorcista che non riesce a combinare nulla se non ad aggravare la situazione. Una particolare annotazione, riporta l’introduzione al testo ed è lo stile dell’autore nel rendere realistico il tema tanto da riprodurre le inquietudini del presente.
Del resto le ansie sono quelle dell’epoca in cui il libro è scritto arriva il nazi-fascismo, anzi è proprio scritto nel momento dell’occupazione nazista.
Una tematica che induce a pensare che vi sia un vezzo, in Polonia, a giocare con i divieti ecclesiastici; un altro artista polacco Borowczyk, nel 1978, anche se con un tema molto più erotico si è occupato di un “interno di un convento”.
Del resto essendo un dirigente politico, il nostro deputato, il sospetto c’è, anche se è comunque un’opera d’arte ed il tema è affrontato con dovizia narrativa.
Il fatto che entri l’amore nel convento è un fatto che sovverte l’ordine religioso, le anime si illudono di amare un angelo, ma è satana, anche il curato casca nella trama e viene, come abbiamo detto bruciato.
E quando brucia, brucia dentro all’animo delle suore e si infiammano i vestiti produce sentimenti.
Arrivano quattro frati esorcisti, impegnati a liberare le monache nei modi più consoni alla disciplina, con la fede e con i riti, arriva anche padre Jozef Suryn, dopo un’intera stagione di penitenza, ma nonostante ciò è timoroso, si rende conto della grandezza del compito; il suo intervento è più centrato, dovrà assistere personalmente la madre superiora Giovanna degli Angeli.
Il nome è adatto, perché anche lei è innamorata di un angelo, come dice il rabbino con cui Suryn si consulterà, che non è nient’altro che lo sdoppiamento del suo io, vivo quando i dubbi che la sua strada cristiana non sia quella giusta, sopravvengono.
Per la sua metà, Suryn ha reverenza e critica, fiducia e odio per quello che gli dice, perché gli mette davanti pericolose realtà.
Dice il nostro Andrzej Zielinsky nella presentazione: “Lo scrittore analizza anche, con numerose varianti, l’amore in cui il prezzo della felicità corrisponde all’autodistruzione, o esamina la tragica chance offerta dalla malattia, che unita all’erotismo risulta fonte di intense esperienze, talvolta trasformando gli eventi più banali in elementi di una narrativa affascinante“.
Come dargli torto? Un libro inquietante ed affascinante. Da leggere svegli, una notte insonne. Buona lettura.